No, non mi candido. Proporsi ad amministratore di una città può essere ammirevole, ma nel caso della nuova realtà demografica Corigliano Rossano, tutta da impiantare e strutturare, a mio parere è da presuntuosi avanzare candidature che non siano il frutto di una discussione partecipata e di un approfondimento più generale che deve avere la condivisione della maggior parte possibile dei cittadini.Non è il momento nè delle fughe in avanti né delle divisioni; in questa fase storica, l’unione di intendi è più che mai premessa per un ottimo lavoro costituente.
E’ per questi motivi che non ascolto le sirene di coloro che mi propongono candidature per le elezioni locali della prossima primavera, li ringrazio, ma a loro faccio presente che a mio avviso la scelta dei futuri amministratori da sottoporre al voto dei cittadini deve avvenire all’interno di una discussione che deve vedere coinvolti tutte le anime della società, delle categorie professionali, i giovani e quanti intendono mettersi a disposizione di una idea complessiva di sviluppo del territorio. Il consenso individuale va messo a disposizione di un progetto che va al di là delle aspirazioni personali.La nuova grande città di Corigliano Rossano è nata grazie ad un impegno corale e non di un singolo, un impegno cresciuto a poco a poco nell’opinione pubblica che ha visto in questa operazione la possibilità di uscire dall’isolamento in cui una certa politica ci hanno relegato. Candidature frutto di ambizioni personali oppure proposte da singoli partiti non sono la condizione migliore per creare le basi della nascente città.Vogliamo continuare il percorso con il metodo che ha portato alla fusione? Il lavoro svolto e la metodologia seguita dal Comitato delle Associazioni né è un esempio, Personalmente lo ritengo indispensabile. Uniti si va lontano, divisi no. La forza viene dalla compattezza!La logica della vita in quanto movimento è l’evoluzione. Ma l’evoluzione deve avere una logica che obbedisce ad un progetto e segue l’obiettivo del risultato.Essere riusciti a fare istituire la nuova città Corigliano Rossano è stato un risultato straordinarioottenuto obbedendo alla logica dell’evoluzione che a sua volta era alimentata dallo stato di disagio e di arretratezza nella quale il territorio era stato a poco a poco relegato; la determinazione della cittadinanza attiva, con gioco di squadra, ha provocato ed alimentato questa evoluzione.Oggi il vero coraggio è rappresentato dalla disponibilità a mettersi a disposizione di un progetto comune, con linguaggio chiaro e con onestà intellettuale, presupposti necessari per spazzare via le dichiarazioni ed i proclami di chi per remare contro inventa cose non vere oppure si adopera per confondere la buona fede e le attese di coloro che nel progetto hanno creduto e credono.Non prendiamo in considerazione taluni personaggi che, senza vergogna e senza pentimento per avere votato contro la fusione delle due città (il consigliere regionale Orlandino Greco), continuano spudoratamente a venire sul territorio nei loro giri (elettorale) e con grande “faccia tosta” fanno proposte di allargamento e di inclusione di altre città in quella che è ormai la nuova città Corigliano Rossano, senza che questa si sia consolidata e quindi con l’obiettivo di fare fallire l’intero progetto.Scellerato è chi lo ascolta, consapevole “ignavo” chi non gli sbatte la porta in faccia.In questa prima fase, che ritengo “costituente” della futura città amministrativa e politica, la condizione ottimale è restare uniti e continuare a lavorare insieme per affrontare la gestione della nuova città, la terza della Calabria per grandezza demografica e con territorio immenso, affinchè le enormi potenzialità di sviluppo vengano gestite unitariamente in questa prima fase.Nessuno dovrà mettersi o essere messo da parte, ma nessuno può giocare a fare il primo della classe. Le ragioni del territorio devono parlare un solo linguaggio per il recupero del tempo e delle cose perse. Deve finire l’epoca del “vassallaggio” che nel recente passato ha favorito divisioni e vantaggi personali. Il vento del destino di ciascuno potrà cambiare se restiamo uniti. Se così sarà, da oggi, tutto è possibile.Serve una nuova mentalità, una classe dirigente capace ed onesta.Adoperiamoci per crearne i presupposti.Enrico Iemboli -ex amministratore-