Se si vuole essere responsabili e parlare seriamente bisogna partire dalla salute. Inutile altrimenti dilungarci goffamente in simil spot di casa nostra. Qui funziona così purtroppo, regna l’ipocrisia ed il lecchinaggio. Un po’ mi dispiace ma forse è meglio che i miei figli vivono fuori. Si parla di turisti e di stagione estiva, ma poi non si parla di cosa c’è nel nostro mare.
Di cosa la civile Corigliano, classe politica imprenditoriale e civile, ha permesso e permette con la connivenza di chi dovrebbe vigilare. Fatevi un giro sulla spiaggia, non quella ripulita dai soliti noti, veri poveri accontentati con un tozzo di pane raffermo e tutti dai cognomi arcinoti e riconducibili, provate a bagnarvi, sentite l’odore dell’acqua. Poi magari arrivate vicino agli scoli dei vari torrenti. Cartelli di divieto di balneazione, merce rara, cosi infatti si blocca il turismo. Secondo i letterati e politicanti del posto è meglio nascondere tutto per queste poche settimane. Vogliamo parlare del lungomare senza controlli e segnaletica, o dei cassonetti, o delle passeggiate impossibili per i disabili? Ancora qualche settimana per poi tornare pure ad essere il paese degli scandali, della prostituzione minorile e non, degli abusivi, degli immigrati non accolti adeguatamente e di tanto altro ancora. Questo è per voi un vivere civile? La classe politica dovrebbe avere il coraggio di far analizzare oggi le acque, di pubblicare i risultati, di controllare gli scoli, di vedere la qualità del mare proprio ora, con tanti bambini in acqua. Questo è politica. Il resto è mero ufficio di collocamento.
Franco Franchi