Si sono conclusi i solenni festeggiamenti in onore di San Francesco di Paola, patrono di Corigliano Calabro, tra riti religiosi e manifestazioni civili, che hanno richiamato una moltitudine di fedeli nella città ausonica. Anche quest’anno, in occasione della festa “I ri Vinticinchji” dedicata a “San Mbrancischj”, il centro storico si è vestito a festa e i coriglianesi hanno acclamato il passaggio del santo al grido di “Ebbiva r’u Viecchji”.
La festa di San Francesco è tanto attesa da tutti i coriglianesi, ed è proprio uno dei pochi eventi che mette in risalto il centro storico ausonico. Lungo il suo peregrinare in lungo e largo sul territorio comunale, la statua del Santo ha fatto tappa anche presso la casa comunale di Palazzo Garopoli, dove v’erano ad attenderla il sindaco Giuseppe Geraci, in fascia tricolore, e la sua giunta, oltre al personale dipendente. Dopo aver attraversato le vie principali del borgo antico, il simulacro ha sostato presso la chiesetta di “San Francischjielli”, all’interno della quale si trova la pietra che fece da cuscino al Santo. In passato e sino agli anni ’60, i ragazzi del centro storico erano soliti organizzare dei falò nei vicoli o “gafiji”, raccogliendo degli arbusti o “frasche” dalle colline circostanti, per ricordare la speciale protezione concessa dal Santo alla città durante il terremoto del 25 aprile 1836. L’intero colle, dove sorge la chiesa di San Francesco, e viale Rimembranze, oltre al nuovo quartiere dell’Ariella, durante le celebrazioni vengono avvolti da una magica atmosfera e le luminarie rendono a feste le strade tra bancarelle che offrono ai passanti beni di ogni genere. Il momento clou, che ha chiuso i festeggiamenti, è stato lo spettacolo dei fuochi pirotecnici che nella vallata della Jacina ha reso magico il Mar Jonio. Intanto, l’Amministrazione provinciale di Cosenza ha dato il via alle manifestazioni per la ricorrenza del sesto centenario della nascita di san Francesco di Paola (27 marzo 2016), con la nomina di una Commissione speciale (i consiglieri provinciali Graziano Di Natale, Antonio Nicoletti, Franco Bruno e Gianfranco Ramundo), con il compito di creare progetti specifici per rilanciare i territori grazie alla figura del Santo paolano. Mentre, la Regione Calabria intende valorizzare tutte le iniziative che si stanno svolgendo finalizzandole, insieme ad apposite attività, a due grandi appuntamenti: il sesto centenario della nascita che ricorrerà nel 2016 e il quinto centenario della canonizzazione che cadrà nel 2019. San Francesco nasce a Paola il 27 marzo del 1416. Dal 1453 al 1464 fonda i conventi di Spezzano Grande e di Corigliano Calabro. Morì il 2 aprile 1507 a Plessis-les-Tours, vicino Tours dove fu sepolto, era un Venerdì Santo ed aveva 91 anni e sei giorni. Già sei anni dopo papa Leone X, nel 1513, lo proclamò beato e nel 1519 lo canonizzò; la sua tomba diventò meta di pellegrinaggi, finché nel 1562 fu profanata dagli Ugonotti che bruciarono il corpo; rimasero solo le ceneri e qualche pezzo d’osso. Queste reliquie subirono oltraggi anche durante la Rivoluzione Francese; nel 1803 fu ripristinato il culto. Dopo altre ripartizioni in varie chiese e conventi, esse furono riunite e dal 1935 e 1955 si trovano nel Santuario di Paola; dopo quasi cinque secoli il santo eremita ritornò nella sua Calabria di cui è patrono, come lo è di Paola e Cosenza. Nel 1943 papa Pio XII, in memoria della traversata dello Stretto, lo nominò protettore della gente di mare italiana. Intanto, la Regione Calabria intende valorizzare tutte le iniziative che si stanno svolgendo finalizzandole, insieme ad apposite attività, a due grandi appuntamenti: il sesto centenario della nascita che ricorrerà nel 2016 e il quinto centenario della canonizzazione che cadrà nel 2019. Nel 1458 San Francesco giunse a Corigliano Calabro e costruì il quarto convento, dietro le insistenze che ricevette dal principe Sanseverino e da sua moglie.
Pietro Gaccione
fonte Il Garantista