Sindaco dia la possibilità ai cittadini di poter partecipare ai lavori dell’Assise
Oggi dopo diversi mesi, eccetto qualche consiglio straordinario convocato per il riconoscimento di qualche onorificenza ultima il medico americano (tale… perdonatemi ma non ne ricordo più il nome), torna a riunirsi il Consiglio comunale. Il tema dibattuto doveva essere l’approvazione del Rendiconto di Bilancio ma, successivamente, arrivata dal Ministero una prorogatio, di questo se ne parlerà a settembre. E dunque, a questo punto, cosa buona e giusta, anche a seguito degli efferati gesti di violenza che nei giorni scorsi si sono susseguiti in città, il Presidente del Consiglio a deciso di validare la stessa convocazione della seduta per discutere della questione dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini.
Alcune voci autorevoli di partito e nella fattispecie il consigliere regionale Giuseppe Caputo, sin dalle prime ore dell’affacciarsi di queste incresciose vicende criminali, hanno chiesto al nostro Sindaco la convocazione dell’importante organismo del Comitato provinciale per la sicurezza pubblica, tale richiesta è stata accolta favorevolmente dal primo cittadino Geraci che l’altro ieri,attraverso un comunicato stampa, ne ha dato rilievo pubblico. Questo per dire che il “momento”, da questo punto di vista è particolarmente delicato.
Si spera che la massima assise cittadina, a seguito di un confronto costruttivo tra le parti, volto all’analisi e alla proposta concreta, porti alla deliberazione utile ad agevolare e a supportare l’azione delle forze dell’ordine nel controllare il territorio e, soprattutto, a mandare alla cittadinanza un segnale di unità e di vicinanza, per dire che le Istituzioni le sono vicino e tengono a cuore il tema della sicurezza pubblica, specie in questo particolare momento della stagione, essendo nel pieno dell’estate, rendendola così più tranquilla e consapevole della propria incolumità.
Tuttavia, guardando alla situazione politica che vige in città, considerato le tante difficoltà dal punto di vista amministrativo che la città sta vivendo da più tempo, guardando a tutti i deficit territoriali che Corigliano registra da più tempo i quali sono da attribuire certamente a un cattivo funzionamento della macchina comunale e a una errata (o mancante) visione politica di chi ci amministra, si rileva il fatto che il Consiglio comunale è diventato un optional, da utilizzare una tantum, cioè senza seguire nè una precisa cadenza temporale alla quale fare riferimento per poter fare il punto sulle importanti questioni che riguardano la città, gli atti o le istanze da pensare o adottare per le esigenze appunto amministrative, né ogni qualvolta c’è un tema importante da affrontare per porre in essere delle giuste e opportune risoluzioni.
Dico questo perché il Consiglio non ha avuto sinora la possibilità concreta di riflettere e di confrontarsi su temi importanti che la Città ha visto passarsi sopra (letteralmente è così), restando schiacciato dal peso di questo atteggiamento oltre che delle sue deleterie conseguenze, e penso per esempio alla questione della soppressione dell’Ufficio del Giudice di Pace, o della chiusura della sede dell’Agenzia delle Entrate, o la (deficitaria e alterata) gestione dei ll.pp., o ancora gli altri problemi di carattere ordinario (ma pur sempre gravi), irrisolti e ancora sul tappeto, come il problema dei rifiuti, della differenziata che a parte qualche esempio eclatante nella sostanza ancora è al punto “zero”, della impraticabilità delle strade, della mancata organizzazione dell’estate, ecc..
Ecco: in merito a tutte queste cose la Città ha subito un certo silenzio, un certo dico ma non dico, un atteggiamento istituzionale non degno di una città, di una comunità civile. Addirittura, non solo è stato bypassato il ruolo del Consiglio, quanto la cittadinanza, e questo tutt’ora, è venuta a conoscenza di importante scelte dell’Amministrazione a cose fatte o, ancora peggio, per vie traverse, in quanto c’è stato a monte un atteggiamento volto a mimetizzare nell’anonimato alcune sue iniziative, non per ultimo l’ingaggio della società di comunicazione al fine di redigere i comunicati stampa (non entro nel merito, altrimenti si potrebbe far presente che all’interno del personale comunale già c’era una figura in gradi di ricoprire questo ruolo).
Detto questo, poi, c’è da notare che ancora al Comune vige l’oscurantismo della censura, infatti viene vietato alle telecamere di riprendere il lavori e il dibattito del Consiglio comunale e quindi di poter dar conto ai cittadini di quanto viene o non viene detto, fatto, deliberato. Ecco molte volte si invita la cittadinanza a una maggiore partecipazione alla vita politica e sociale della propria comunità, salvo poi, che, gli stessi amministratori (chissà perché poi, cosa hanno da nascondere?), rendendosi protagonisti di queste iniziative, che non avvicinano per niente le istituzioni ai cittadini e viceversa, smentiscono loro stessi e, forse, anche la loro credibilità.