Quello “Super”,assegnato a “La collina del vento” di Carmine Abate.
Credo di arrecare un forte dispiacere ai tanti lettori calabresi,e arbëresh in particolare,che,esaltati dal riconoscimento,a Carmine Abate,di quel prestigioso premio,se ne gloriano anche loro.In fondo: “è un il riconoscimento al profondo Sud”.
Ebbene,leggete la mia reprimenda,non ad Abate, che non ritengo all’altezza della mia formazione culturale,ma a quella giuria di infingardi,tutti dotti accademici,che hanno osato premiarlo,pur zeppo com’era di castronerie. LEGGETE,LEGGETE,e se qualcuno ha da ridire,gli farò leggere alcune interessnti risposte,di quei con-giurati,da dove si evince che quel libro,forse, non l’hanno nemmeno letto.Ecco,questi sono in Italia,i premi letterari.Tutti.
Carissimi e Chiarissimi Proff.(membri di giuria) e Presidente fondazione “Campiello”), mi rivolgo a tutti voi componenti della giuria del prestigioso premio “Campiello”2012, quello cosiddetto del cinquantenario,al quale si è voluto attribuire,chissà poi perchè,una valenza di “superpremio”,per rivolgervi una domanda: se superpremio doveva essere,implicitamente, si presume una superattenzione da parte di un così dotto consesso di accademici ma,voi accademici, quella “collina del vento” (nel caso l’aveste dimenticato, è il titolo del libro che voi avete,enfaticamente,incluso in “cinquina”) l’avete letto?
Io,purtroppo,sull’onda di un’enfatica,assillante,nonché Fragorosamente martellante,campagna imbonitrice della kultura dominante,l’ho letto. Intendiamoci,non per “arricchire” la mia cultura ma per verificare dove è arrivata la kultura. Ed ho constatato dove è arrivata:sull’orlo di un burrone (timpalea),ai margini di una collina”del vento”(rossarco). Io mi rendo conto che per poter concorrere ad un premio letterario oggi,in Italia,conviene compiacere la vulgata e le mode correnti con:
– l’antifascismo;
– la resistenza;
– l’assioma: povertà=onestà:
-l’identificazione: ricchezza=disonestà;
-la cultura è tale, se è di sinistra ,o non è ;
-un pò di archeologia (cultura è,addirittura classica);
-un pò di ecologia (cultura non è,ma fa “chic”) ;
E “La collina del vento” si è rigorosamente adeguata a tutto ciò.
Ma ve li immaginate un Manzoni,un Giuseppe Tomasi di Lampedusa,che concorrono al Campiello e vengono esclusi per scarso impegno social-politico? Ovviamente,mi scuso per il sacrilego accostamento, ma il confronto tra la meticolosa aderenza storica ed ambientale dei due grandi e quella vistosamente superficiale, confusionaria, inverosimile, inattendibile, assurda, ingiustificabile, inimmaginabile e,a volte, ridicola, del nostro autore ,dovrebbe indurci,tutti,a riflettere.
1º-come si può pensare che,negli anni trenta,un Arcuri, un semiacculturato,venga elevato al rango di oppositore del regime fascista e, quindi,avviato al confino di polizia nell’isola di Ventotene dove sappiamo aver soggiornato oppositori di ben altro spessore e di ben altra cultura, come Altiero Spinelli,Mauro Scoccimarro ,Sandro Pertini e Pietro Secchia.
Ciò che deve meravigliare non è l’assurda ed eterogenea mescolanza ma,soprattutto,l’assurdità cronologica,visto che il confino,a Ventotene,fu istituito soltanto nel 1940, quando il nostro semiacculturato da un bel po’,si era già felicemente ricongiunto con la propria famigliola. Così,almeno,afferma l’autore.Anzi,fa di più.
Fa dire al suo eroe,il semiacculturato,la cui formazione politica si è giovata dell’immaginaria contiguità con altri presumibili più illustri confinati,mentre istruisce un gruppo di analfabeti totali,che “il comunismo,una volta preso il potere,darà la terra ai contadini e rispetterà quella dei piccoli proprietari” .
Al poverino nessuno degli illustri confinati aveva parlato di “kulaki “falcidiati, sulla piazza rossa,a Mosca,dalle oleate mitragliatrici di quello stinco di santo di Stalin che, in deroga a quanto già teorizzato da quell’altro stinco di santo di Lenin,in cui si configurava “Lo StatoPadrone”, finalmente,riconosceva loro il diritto alla proprietà della terra: a ciascuno,indistintamente, 3.36 metri quadrati…… per l’inumazione.(Provate a moltiplicare 1.20×2.80).
2º -come può essere possibile che un aereo inglese, mentre bombarda Crotone,viene colpito dalla contraerea e il pilota,facendo sfoggio di una scarsissima intelligenza, dove cerca una via di scampo? Tentando un atterraggio di fortuna sulle spiagge del lungo litorale jonico,come più volte accaduto,prima, durante e dopo il conflitto,a tanti piloti italiani,tedeschi ed alleati, in difficoltà?
No.
Cercando un qualche splash sul mare?
No.
La sua temerarietà anglosassone gli suggerisce di cercare la salvezza giocando la carta più stupida,e dirige il velivolo, che perdeva quota,verso la collina boscosa insidiata da burroni ecalanchi. Peggio per lui? Macchè.
Saltellando”come un grillo azzoppato”dove si va a fermare? Ma proprio al bordo del burrone,col muso della fusoliera sul baratro. Incredibilmente il pilota esce indenne e viene accolto dalla famiglia del semiacculturato che,finalmente,può dare un valido contributo alla causa dell’antifascismo,inaugurando, pensate,già nel1940,la Resistenza,anticipandola di tre anni rispetto a quella del nord,addirittura,in Calabria,generosa terra che,a buon diritto,si può vantare di tutto,tranne che di…… “fischia il vento”.
Dove credete che lo nascondano?Ma proprio nell’unico vano di una casetta di campagna,diciamo di circa 16/20 metri quadrati, dormitorio,ricovero per attrezzi e derrate, accogliente nido d’amore e deposito di paglia. E si sa come sono grandi le …balle.
3º- come può essere pensabile che “in pochi minuti”, partita da Crotone,giunge su quella fantasiosa collina una camionetta con militari. Si dovrebbe presumere un buon raccordo viario con la vicina Crotone.
Invece sappiamo che,ancora oggi,tra fiumare,smottamenti e calanchi argillosi,quelle colline sono servite da sentieri per …..capre. Gli antichi greci,poi, non si sarebbero mai sognati di potervi edificare una favolosa Krimisa,preferendo i siti pianeggianti e,logisticamente,sul mare (si pensi a Locri,Taranto,Sibari, Metaponto,Thurio,Siris e,appunto,CROTONE,tanto per dover restare sul versante jonico).
È da credere,invece, che su quella collina ci si arrivasse solo a dorso d’asino.Come,d’altronde,fa intuire lo stesso autore. Ed ora viene il bello.Quei militari “vestivano in uniforme
Nel 1940,non solo in Calabria,ma in tutta Italia,non si registra alcuna presenza militare tedesca,men che meno a Crotone,e men che meno,si favoleggia di una divisa “nazifascista” di cui, peraltro,non si ebbero tracce nemmeno durante la Repubblica Sociale che tenne,ben riconoscibili e distinte,le sue forze armate da quelle tedesche della Wermacht,nonchè dalle SS. Ma il colmo del ridicolo,di quei militari,è che si accontentarono di dare una semplice occhiata alla casetta,il cui proprietario era,notoriamente,un “sovversivo”,”disfattista”ed antifascista. 4º-come può essere possibile che la ricerca del pilota inglese, quasi a volerne agevolare la fuga,viene rinviata al giorno dopo, sempre con militari “nazifascisti”,e siamo sempre in Calabria,e siamo sempre nel 1940, rastrellando boschi e dirupi,e dando la solita occhiatina alla “inviolabile”stanza senza chiedersi cosa ci può essere dietro quelle …balle.
Ma,via,come si può immaginare che, di quei militari,alcuni si siano dedicati a rubacchiare pezzi di motore di quell’aereo, come se potessero calzare su motori “nazifascisti”,senza fare i conti con la ben nota incompatibilità tra “pollici”anglosassoni e “centimetri” nostrani.
Ignorando,comunque,che già in quegli anni,i motori d’aereo erano talmente protetti e sigillati che vi si poteva accedere solo in officine attrezzatissime,a meno che non si usasse il cannello della fiamma ossidrica e,pensate,con quali effetti devastanti sulla desiderata riutilizzazione dei …pezzi. Ma,poverini,quei “nazifascisti”,nella loro sciocca ingenuità, erano,forse,convinti che,per accedere ad un motore inglese, sarebbe potuto bastare,ovviamente,una semplice,banale…. chiave inglese.
5º-come può essere possibile scrivere pagine così esilaranti riferendosi a precisi ed ormai acclarati fatti storici accaduti a ridosso del 25 LUGLIO ed oltre il caotico 8 SETTEMBRE 1943. Subito sappiamo che i caporioni fascisti sono spariti dal paese. È verosimile,se mai,un defilarsi.Sappiamo benissimo che la maggior parte la ritroveremo,di lì a poco, a disinvolto servizio del partito comunista,con buona pace del candido Arcuri al quale si risparmia,molto opportunamente,il dolore di assistere al “riciclaggio” . Esemplare il caso di Silvio Messinetti,vice-podestà di Crotone fino al 25 Luglio 1943.
Diamogli appena il tempo di buttare alle ortiche stivali,orbace e camicia nera e,”voila”,il primo sindaco della nuova Crotone democratica,ovviamente comunista. Crotone,in fondo,è vicinissima a “Spillace”.
È storicamente comprovato che, nello scorcio finale di quel convulso arco di tempo,i tedeschi,in ritirata,si comportarono da galantuomini (magari avessero fatto altrettanto,in seguito, in Ιtalia settentrionale) e non si appropriarono nemmeno di una gallina sbandata.
I soli sbandati che incrociarono furono i malandati soldati italiani del “tutti a casa” che,molto opportunamente e, giudiziosamente,osservavano con ostentata indifferenza. Si limitarono,e quì posso intervenire con testimonianza molto diretta e ricordi personali,a bruciare tutto quello che non potevano portarsi dietro e,con rigore teutonico,seguirono
un percorso unico: la strada litoranea SS 106 jonica. In paesini tipo Spillace o insignificanti “colline del vento” non si capisce proprio che c…o dovevano andare a fare, vista la mancanza di tempo,con gli alleati che,indisturbati, avanzavano speditamente lungo la costa jonica. E non vi dico dei”fascisti sbandati”(esistenti solo nella debole fantasia dell’autore)che si accodavano ai tedeschi per andare,insieme,a consumare,vendette di cui,non solo ai tedeschi,ma in special modo ai fascisti,non importava proprio un c…o. L’arcano é subito svelato: OGNI RESISTENZA VUOLE I SUOI MARTIRI. E l’autore provvede con due castronerie fuori dalla storia: UN PILOTA INGLESE IMPICCATO,a fascismo caduto,dopo averla fatta franca per tre lunghi anni, in barba a quello spietato regime;
UN COMUNISTA DEPORTATO dopo il 25 Luglio del 43; Questi episodi si sarebbero verificati,in Calabria,tutti “a babbo morto”,cioè con Mussolini esautorato e prigioniero, prima a Ponza e poi a Campo Imperatore. Ma quando ci si lascia prendere la mano dalla dappocaggine si può anche essere indotti ad ignorare che il Sud era,tutto, sotto il saldo controllo e l’autorità del legittimo governo Badoglio che,ad onor del vero,con l’Arma dei Carabinieri, mantenne l’ordine dal 25 Luglio fino all’arrivo degli alleati, e anche dopo,specialmente nei più piccoli centri,impedendo, se mai,possibili rappresaglie di segno opposto sugli,ormai, inermi fascisti.
6º-come può essere possibile che un prigioniero italiano in Germania (il figlio del semi-acculturato),a guerra finita e, quindi,liberato dagli americani,attraversa a piedi la Germania distrutta e,dopo due mesi arriva,si e no,in Alto Adige, nutrendosi di radici amare (probabilmente si portava dietro la zappetta ma,chissà perchè,scartava quelle dolci)e patate crude (é risaputo che,in Alto Adige,le patate crescono a bordo strada,spontanee,come tutte le radici selvatiche, a disposizione di chi ….le scava).
Insomma,più che durante l’internamento,nella dura prigionia tedesca,ha sofferto la fame dopo,a liberazione avvenuta. E gli americani dov’erano,con tutto quel ben di Dio con cui sfamarono l’Europa liberata (da loro)?Poi si ricorda,ma guarda un po’tu,di avere ancora in tasca un’antichissima moneta ellenica,sfuggita a tutte le perquisizioni dei tedeschi, e la baratta,in cambio di cibo,con gli abitanti di qualche maso sperduto che,com’è noto,sono sempre stati appassionati cultori di numismatica nonchè stimatori,in particolare,di antiche monete della “Magna Grecia”.
Mai,e finalmente ora ne abbiamo conferma,quel “magna” ebbe un significato provvidenzialmente tanto appropriato. E,di due mesi in due mesi,a piedi,infine giunge a casa. Sentite,in Calabria,come in tutta l’Italia,sopravvive ancora qualcuno di quelle migliaia di reduci della prigionia in Germania.Chiedete a loro.
Vi diranno che il ricordo più bello della loro vita è,ancora oggi,il viaggio di ritorno,tutto in treno e,solo per brevi tratti, con mezzi messi a disposizione dagli americani, insieme con abbondantissime razioni alimentari in cui, a dire il vero, mancava soltanto il caviale.Ma quello,si sa,lo dispensavano i russi,unicamemte,ai fortunati italiani che ebbero il privilegio di “trascorrere” la prigionia in URSS. Forse fu proprio a causa dell’esagerata ingestione di quella leccornia che non ne sopravvisse quasi nessuno.
CONSIDERAZIONI :
I PROMESSI SPOSI GUERRA E PACE VIA COL VENTO IL PONTE SULLA DRINA DOKTOR ZIVAGO IL GATTOPARDO ……………………………………….non gridano vendetta?
Ernesto Scura