«Con Corigliano mantengo legami profondi, pieni di affetto e sentimento. Anche mio padre era legatissimo alla sua Corigliano, avendovi trascorsi gli anni più belli della sua vita. È stato lui a trasmettermi questo sentimento delle “radici” che, con il trascorrere del tempo, mi cresce dentro sempre più forte e più intenso». Aroldo Tieri non perdeva occasione per ribadire la sua ‘coriglianesità’,
della quale andava fiero. Figlio del giornalista e commediograto Vincenzo (al quale è stata intitolata la scuola media dello scalo cittadino), il celebre attore, che ha segnato profondamente la storia del cinema e del teatro del nostro Paese, era nato a Corigliano Calabro il 28 agosto del 1917. Una carriera, la sua, costellata di esperienze e riconoscimenti.
Dopo essersi diplomato all’Accademia “Silvio D’Amico”, dal 1938 al 1941 Tieri fa parte della Compagnia dell’Eliseo. Nel dopoguerra inizia a lavorare anche nel teatro di rivista di Garinei e Giovannini, accanto alla Magnani, a Totò, a Gino Cervi, a Walter Chiari. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta si dedica a tv e cinema interpretando più di cento film con registi come Steno, Mattoli, Gallone, Brignone, Soldati. Nel 2001 partecipa al “Pinocchio” di Benigni. Nel 1965 torna al teatro e forma una Compagnia con Giuliana Lojodice, alla quale è stato legato da un importante sodalizio nella vita e nel lavoro e con cui realizza spettacoli di grande popolarità, da “Il gioco delle parti” di Pirandello a “Un marito” di Svevo, sino a “Un marito ideale” di Wilde e a “L’amante inglese” di Marguerite Duras del 1999, dopo il quale Tieri si ritira dalle scene.
«Ricordo la vecchia Corigliano della mia infanzia, i parenti e gli amici che mi hanno seguito e mi seguono nel lavoro. Quando venivo a recitare nel teatro di Corigliano – dichiarava ancora l’attore – rimanevo davvero confuso dalle tante manifestazioni di affetto. Nella mia Corigliano ci torno sempre volentieri e con l’animo colmo di gratitudine verso tutti i miei concittadini».
Ricordare, nel centunesimo anniversario della nascita, la figura e l’opera di Aroldo Tieri (nella foto ritratto con l’ex sindaco di Corigliano, Gabriele Meligeni, prematuramente scomparso, e le rispettive consorti) è, pertanto, esercizio non retorico, ma doveroso omaggio a chi, divenuto icona del cinema e del teatro, ha mantenuto intatti i legami affettivi e i rapporti con la città che gli ha dato i natali. L’istituzione di un premio letterario che porta il suo nome e altre iniziative realizzate nel tempo ed a distanza di anni dalla sua scomparsa (avvenuta a Roma il 28 dicembre 2006) contribuiscono a perpetuarne la memoria e far conoscere la poliedrica attività dell’uomo e dell’artista alle nuove generazioni.
Fabio Pistoia