“Ogni giorno riceviamo tanti cittadini spesso umiliati da un sistema Italia che rende i consumatori purtroppo bersaglio della cattiva e malafede di enti sciaguratamente spesso protetti dal sistema corrotto della politica. Ad ogni modo la Confconsumatori di Corigliano-Rossano, sede provinciale di Cosenza, le battaglie in favore dei cittadini le porta avanti e quasi sempre con successo! Chi si affida a noi sa l’impegno che mettiamo ogni giorno per affrontare ogni difficoltà dei cittadini”.
E’ quanto afferma la Confconsumatori di zona, il cui solerte responsabile è Domenico Varcaro, nel commentare fatti di attualità che interessano direttamente i cittadini.
“L’ultimo caso riguarda l’ex Ministro del Mise, Carlo Calenda, che in un twett spara a bersaglio sui cittadini italiani, Per Calenda, le organizzazioni che difendono i cittadini e i consumatori sono “fabbriche di polemiche inutili” (si legge testualmente nel suo tweet) e, in quanto tali, in qualità di Ministro, “al Mise aveva tagliato la maggior parte dei finanziamenti”. Per la Confconsumatori provinciale di Corigliano-Rossano è una vera e propria ammissione di abusi da parte di un ex Ministro, che, se da un lato offende i consumatori italiani e chi li rappresenta, dall’altro potrebbe
costituire un reato: il Codacons, attraverso un esposto, chiederà infatti oggi alla Procura di Roma di accertare se l’operato dell’ex Ministro possa realizzare la fattispecie di abuso di atti d’ufficio, avendo egli deliberatamente operato per danneggiare le associazioni che difendono i cittadini, in violazione delle leggi vigenti e strumentalizzando la propria carica di Ministro. In particolare, Calenda avrebbe violato la legge n. 388/2000 (che regolava la ripartizione dei proventi derivanti dalle multe Antitrust) distraendo per altri fini fondi destinati per legge alle associazioni rappresentative dei cittadini e degli utenti. Il Codacons, infine, si farà promotore di una azione presso tutte le associazioni dei consumatori iscritte al Cncu per agire contro Carlo Calenda in relazione ai milioni di euro di fondi Antitrust destinati agli enti rappresentativi degli utenti e che egli, in qualità di Ministro, ha deviato per altri fini in spregio delle leggi vigenti”.
La sede Nazionale Confconsumatori non a caso ha invitato l’ex Ministro del Mise Carlo Calenda (ma anche gli attuali) a conoscere di persona gli operatori delle associazioni di consumatori e a visitare le nostre sedi prima di esprimere giudizi come quelli che ha deciso di condividere sui social. Tocchi con mano la realtà quotidiana di un’Associazione di consumatori, conosca le storie dei nostri associati. Non lo ha fatto quando era Ministro e anche oggi dispiace che preferisca fare di tutta l’erba un fascio, specie un politico come lui, che si propone di fare la differenza rispetto al passato. Le Associazioni dei consumatori sono un punto di riferimento per milioni di italiani ed è un miracolo che resistano nonostante le numerose e gravi difficoltà. Se si vuole pensare davvero al bene dei cittadini si misurino e si valutino le Associazioni sulla base della serietà del loro operato, della fondatezza delle loro battaglie, della capacità di combinare azioni di tutela e prevenzione, della volontà di instaurare un dialogo onesto e costruttivo con le imprese. Calenda si è reso colpevole di una scelta che – tra l’altro – ha gravemente compromesso i posti di lavoro dei dipendenti al
servizio di cittadini in stato di bisogno. I fondi che l’ex Ministro ha ritenuto di non riconoscere alle Associazioni per lo svolgimento di iniziative a vantaggio dei consumatori, lo ripetiamo una volta di più, non derivano da tasse che i cittadini pagano, ma dalle sanzioni alle imprese che agiscono in modo scorretto imposte dall’Antitrust, anche grazie agli esposti che le stesse associazioni fanno all’Autorità. Ebbene, tali fondi – ricordano dalla Confconsumatori di Corigliano-Rossano – sono destinati esclusivamente a tutelare, informare e formare i cittadini nell’esercizio dei diritti conquistati negli anni, non certo a pagare stipendi ai Presidenti e ai rappresentanti di Associazioni che, al contrario, spesso garantiscono con i propri beni personali gli affidamenti bancari per assicurare gli stipendi ai loro (pochissimi) dipendenti”.
Fabio Pistoia