Il consigliere comunale Franco Bruno, ad esempio, è di Ncd ma si candida con il candidato di FI
Tra pochi giorni si terranno le elezioni provinciali di secondo grado (cioè non saranno chiamati a votare i cittadini (altra “porcata” politica!) ma i sindaci e i consiglieri comunali di tutta la provincia), e quello che doveva essere la sorpresa e la speranza di vedere un candidato espressione di questo territorio e ancora di più della nostra città si è rivelata essere solamente una boutade.
Infatti dopo l’annunciata candidatura del sindaco Geraci per il consesso provinciale, questa, con il passare dei giorni, si è andata sbiadendo finendo per liquefarsi e sparire del tutto. Però, nonostante tutto questo, la massima assise cittadina esprime tre candidati a ricoprire il ruolo di consigliere comunale.
Ma la politica che è l’arte del possibile, oltre che della mediazione, ha riservato, anche in questa occasione delle sorprendenti anomalie. Ma di cosa si parla, con questo a cosa si fa riferimento?
Partiamo col dire che i candidati alla presidenza (che sono riusciti a raccoglie le firme necessarie per presentare la candidatura) sono tre: Gianni Papasso, sindaco di Cassano, per il PD; Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza, per FI; Marcello Manna, sindaco di Rende, per NCD. La prima cosa che appare agli occhi, nel leggere questi candidati e i relativi partiti che li sostengono è l’assenza di un candidato dell’Udc, che tra l’altro non ha espresso una propria dichiarazione volta a chiarire quale sia la propria posizione ufficiale e con quale dei candidati si schiera. La seconda anomalia riguarda il candidato Occhiuto che, in un primo momento, era espressione diretta espressione di FI poi, dopo qualche settimana, ha fatto un passo indietro è a tolto il simbolo (un po’ come ha fatto Geraci quando si è candidato a sindaco). La terza anomalia è la candidatura di Manna, nata come civica ma di fatto politica, poiché è ufficialmente sostenuta (così come lo è stata qualche mese fa per le amministrative che lo hanno incoronato sindaco di Rende) da NCD.
Fin qui le anomalie apparenti relative al quadro generale, poi ci sono le anomalie specifiche e locali le stesse alle quali si accennava all’inizio. Ovvero Franco Bruno, politico di lungo corso e nell’ultimo decennio dirigente del Pdl e stretto collaboratore dell’On. Giovanni Dima, ad esempio che ufficialmente è un politico militante in Ncd come fa a ritrovarsi nello stesso schieramento del consigliere comunale Gioacchino Campolo (F.I.) e quindi di Occhiuto?
Ecco questa è l’anomalia tutta in salsa coriglianese. Perché se è naturale e chiara la candidatura di Gianni Spezzano nelle liste di Papasso, se è altrettanto naturale e chiara la candidatura di Gioacchino Campolo nelle liste di Occhiuto, per evidenti ragioni non è chiara e lineare la candidatura di Franco Bruno nelle liste di Occhiuto.
Ergo: i nostri politici coriglianesi, nella fattispecie questo è un “vizietto”, una pratica, che appartiene agli uomini del centrodestra locale (Geraci docet), fanno politica utilizzando tatticismi politici che non hanno nulla a che fare con i principi politici della trasparenza, della linearità, della coerenza, della buona politica appunto, quella che guarda con senso di responsabilità al territorio, quella che prende in considerazione i cittadini, quella che si candida non a ricoprire una mera poltrona ma a studiare e a rappresentare le istanze del territorio, a offrire idee, proposte e spunti programmatici.
Allora, che vinca il migliore colui e coloro i quali sapranno coordinare e indirizzare – nell’ottica dei nuovi compiti istituzionali dell’ente – al meglio l’iniziativa dei rispettivi territori che costituiscono la provincia, sperando che il nuovo presidente prenda a cuore le sorti della Sibaritide (non soltanto a parole) e che risultino eletti quei consiglieri comunali che si sono mossi con “linearità” politica senza costruire percorsi artificiosi volti a conquistare la poltrona e non a rappresentare gli ideali di coerenza, trasparenza e vicinanza al territorio di appartenenza che dovrebbe contraddistinguere ogni politico. Ma Corigliano è sempre una storia a parte, brava a fare “giurisprudenza” e dare l’esempio negativo e poco edificante.