Nei giorni scorsi si è proceduto alla demolizione di undici imbarcazioni adibite alla piccola pesca, che ormai non potevano più andare in mare perché fuori legge. A curare in prima persone le pratiche burocratiche legate a queste demolizioni è stato Antonio Martilotti, consigliere nazionale di Federcoopesca, nonché presidente delle cooperative di pescatori denominate Le paranze, Il faro e Le Lanterne tutte di Schiavonea.
“L’iter burocratico che ha portato all’atto finale di qualche giorno fa – ci spiega Antonio Martilotti – è iniziato nel settembre di tre anni fa. Nella qualità di presidente di queste cooperative ho dato il via all’iter perché coloro che andavano in mare con quelle barche munite di lenza di pesca con i sistemi palangari o circuizione, tutte di piccole dimensioni e quasi tutte a remo veliche, utilizzate per la pesca del novellame da consumo e del rossetto, non erano più nelle condizioni di rispettare la normativa in vigore. Stante le piccole dimensioni della barca – ci spiega ancora Martilotti – spostarsi verso le zone di mare interessate a quel tipo di pesca comportava una notevole perdita di tempo, che rendeva economicamente non conveniente le uscite in mare. Tra l’altro quelle barche non potevano essere ormeggiate nel porto, ed infatti venivano tenute sulla battigia in direzione della Madonnina a Schiavonea. Questa collocazione, del tutto di fortuna, essendo le barche realizzate in legno, erano soggette ad atti vandalici (soprattutto incendi) che ne provocavano la distruzione. Da qui – sottolinea l’esponente di Federcoopesca – la necessità di chiedere al ministero la riconversione delle vecchie licenze con quelle che contemplano l’uso di una unità di pesca denominata “canadian”, verso le quali il ministero concede la possibilità di essere usate per la piccola pesca. Colgo l’occasione per ringraziare la disponibilità della capitaneria di porto, del comune di Corigliano e quegli armatori che hanno capito l’importanza di quanto da noi fatto”.
Giacinto De Pasquale