Camminando per strada a Corigliano ho incontrato un signore che mi ha chiesto un’informazione e dopo mi ha detto: “Corigliano é bellissima, molto molto caratteristica, le tante chiese, il ponte canale, il maestoso castello e poi il respiro ampio del paesaggio. Oh! Da qualsiasi angolo si guardi, puoi vedere il mare e quei monti che vi si adagiano sopra con tutti quegli alberi sempre-verdi, che meraviglia!
Io vengo qui da tanti anni per lavoro e resto sempre volentieri e vado via sempre a malincuore. Negli ultimi anni però ho notato che Corigliano è malandata, non curata, molto buia. Perchè? Peccato, quel bel ponte antico in ingresso e quella bella chiesa con il convento tutto al buio, quelle luci cimiteriali messe ai lati, mal funzionanti, inefficienti ed inefficaci, l’ingresso é il biglietto da visita del posto dove si entra e quindi deve essere eccellente.” Io ero molto imbarazzato. Gli ho risposto un po’ rammaricato in tal modo: “Siamo stati costretti a mettere luci soffuse a basso costo ed a risparmio energetico per abbattere i costi elevati dell’energia elettrica.” Il signore mi ha riso in faccia. Continuando nella nostra breve chiacchierata mi ha detto: “Strade al buio e dissestate, buche pericolose, massi cadenti all’inizio del centro storico e dai suoi palazzi fatiscenti e pericolanti. Peccato, aver ridotto questo territorio in tali condizioni, anche se ormai coloro i quali risiedono nel centro storico sono pochi, è ingiusto costringerli a vivere in questo stato di colpevole degrado e condannarli all’abbandono.” La domanda che continuava a porsi e a pormi era: “Perché!?” Ed io consapevolmente inerme allora ho affermato: “La colpa non è di nessuno, nessuno ha colpe di questo degrado, è il normale iter della vita, anzi, tutti coloro i quali si sono avvicendati nelle passate amministrazioni hanno lavorato tanto per ridurlo in questo stato.” Il signore allora ha esclamato: “Ma bravi! Ce l’hanno messa proprio tutta e ci sono riusciti alla grande!”.
“Ritornando alla soffusa illuminazione pubblica, essa fa parte del degrado, perché é meglio che i cittadini non vedano niente ed evitino di uscire per non cadere in qualche buca del manto stradale o colpiti da qualche masso in testa.”
“ E chi amministra ora?”
“Neanche gli ultimi hanno colpe, le colpe sono sempre dei predecessori, ora siamo una città e fra pochi anni se lei ritornerà in questo bel paese non si ricorderà più di tutte le brutture di cui stiamo parlando. Ci siamo fusi, non noi, ma le due città e, dagli alti palchi, i fusionisti ci hanno detto che arriveranno talmente tanti soldi che non sapremo come spenderli.”
E il signore rideva.
“Noi cittadini, fiduciosi, aspettiamo. Ci hanno abituato alla pazienza. Peccato che di tutti quei fusionisti convinti non se ne sente e vede in giro più nessuno. Noi cittadini, però, abbiamo fede in quello che ci hanno detto ed attendiamo speranzosi che arrivino tutti quei fondi e che si possano aggiustare tutte le cose che non vanno. Nel frattempo, però, Corigliano si sta sbriciolando come pane secco”.
E il signore rideva e rideva e rideva.
Gennaro Tempestoso