Auguri a tutti i Giuseppe, a tutti i papà, e in particolare a mio padre, che è morto da più di venti anni. Caro papà, mi manchi tanto e chissà cosa darei per vederti e parlarti, anche per poco. La morte non fa sconti a nessuno, non permette di riunirsi con i propri cari su questa terra, ma io voglio raccontare e condividere con gli altri le cose che voglio dirti. Mi hai lasciata che ero già adulta, ma il tempo trascorso con te non mi è bastato.
Ho nostalgia dei nostri dialoghi, delle nostre chiacchierate, anche non sense, del nostro gergo particolare, noto solo a noi. La nostra complicità era perfetta, i nostri piccoli grandi momenti erano solo nostri, la sincronia di pensiero ineguagliabile. Condividevamo tante piccole grandi passioni, e il tuo modo di addentare la vita era stupendo. La tua genialità era proverbiale e ti distinguevi per creatività e fantasia. Il tuo giungere alle soluzioni per vie non usuali mi ha sempre stupita, la tua intelligenza era affascinante e insuperabile. Avevi studiato solo fino alla quinta elementare, ma la tua cultura era vasta ed eterogenea, ed io ti ammiravo. No, non è il solito complesso di Edipo, ma è rendersi conto di avere incontrato una persona speciale, insuperabile, unica. Nessun uomo può reggere al tuo confronto, eri e sei Tu il top. La figura del padre, insieme con quella della madre, devono costituire il prototipo, l’esempio a cui i figli devono ispirarsi, e i miei genitori hanno svolto egregiamente il loro compito. Spero di essere anche io per i miei figli un modello di vita. Tu sei il mio faro, la mia guida, il mio capo carismatico, ti sento vicino anche se fisicamente non ci sei. Dammi forza e coraggio per affrontare la vita con impegno e con un sorriso. Tengo a precisare che economicamente sei nato povero e tale sei vissuto e morto, ma mi hai lasciato un’eredità spirituale immensa e beni immateriali ricchissimi, impossibili da stimare con il calcolo e con il denaro. I tuoi valori sono diventati i miei, spero di trasmetterli ai miei figli. Mi hai fatto sentire sempre una persona rispettata, gratificata, tenuta in gran considerazione, amata. La tua autorevolezza mi ha insegnato la necessità delle regole, dei diritti e dei doveri, dell’onestà, dell’umiltà, della generosità, della sicurezza, della dignità. Mi hai stimolata a migliorare, a portare a termine il cammino intrapreso, ad assumermi le proprie responsabilità. Sono felice per i buoni consigli che mi hai dato, per le attenzioni che mi hai prestato, per il tempo che mi hai dedicato. Avevi, forse, anche dei difetti, ma non me li ricordo più. Grazie.
Ciao papà, ti voglio bene. Concludo con una vecchia canzone di Iva Zanicchi.
Un uomo senza tempo – Iva Zanicchi
(Piero Jose – Ettore Lombardi)
NON ESISTE UN ALTRO UOMO
COSI’ CARO COME LUI
SOGNA ANCORA AD OCCHI APERTI
E NON AMA LA TRISTEZZA
NOI CI SOMIGLIAMO TANTO
MA IO NON SOGNO AD OCCHI APERTI
IO APPARTENGO A UN ALTRO MONDO
DOVE LUI VIVREBBE MALE
CARO CARO VECCHIO MIO
ORA CORRI INSIEME AL TEMPO
E NON CORRI PIU’ NEL VENTO
HO IL TUO SANGUE NELLE VENE
E TI PORTO NEL MIO CUORE
I SUOI OCCHI SONO BUONI
I CAPELLI TUTTI BIANCHI
SULLE SPALLE PORTA IL PESO
DI UNA VITA SENZA GIOIE
GIRA IL TEMPO LA SUA RUOTA
C’E’ CHI NASCE E C’E’ CHI MUORE
MA LA STORIA DI MIO PADRE
E’ DI UN UOMO SENZA TEMPO
CARO CARO VECCHIO MIO
ORA CORRI INSIEME AL TEMPO
E NON CORRI PIU’ NEL VENTO
HO IL TUO SANGUE NELLE VENE
E TI PORTO NEL MIO CUORE
HO IL TUO SANGUE NELLE VENE
E TI PORTO NEL MIO CUORE