La storia racconta capitoli di vita. Accadimenti, situazioni, personaggi. La storia racconta di vincitori e di vinti. La storia è ciò che conserviamo nelle nostre menti. Quella del 2019, è stata una partita nella quale a contendersi lo scettro da primo Sindaco della nuova città unica erano in tre. Tre personaggi assai diversi fra loro.
Non mi si dica che avevano la stessa consistenza o le stesse attitudini! Tre figure completamente diverse. Uno, “il rivoluzionario”, che col suo megafono annunciava il segno di una nuova era, di una geometria di politica. Parole, proclami, promesse. L’altro “il generale”, dopo aver fatto analoghe promesse in lungo e in largo, fra una demolizione seriale di edifici e l’idea di fare del mercato di Schiavonea il mercato più famoso del mondo (dove inglesi, russi e americani avrebbero potuto compare le migliori mutande, calzini, reggiseni ed eventualmente anche qualche gallina o qualche pollastro) ha preferito percorrere le vie dei palazzi di potere più importanti. Il terzo ”il medico” lo trovate ancora lì, fra la gente, la sua gente. Cosa fa di un politico un grande politico?, e di un uomo un grande uomo? Il suo essere “servo” del territorio, il sostituire la parola stessa ”potere” alla parola ”servizio”. Quale di questi tre personaggi lo hanno effettivamente inteso? Il popolo si può ingannare, ma ricorda. Gino Promenzio non si è conteso il ballottaggio per poche centinaia voti, davvero una esiguità rispetto al numero dei chiamati a votare. Uno scherzo del destino? Può essere. Ma a farne le spese sono stati la città e i cittadini di Corigliano Rossano, che hanno dovuto subire gli immobilismi di quella che sarà ricordata come l’amministrazione più assente della storia. Ora finanche gli elettori del “rivoluzionario” si sono seriamente pentiti di aver barrato la casella col suo nome. E mentre il “generale” ha dovuto digerire amaramente il fatto di aver preso meno voti rispetto alle liste che lo sostenevano, segno che lui stesso non era gradito alla cittadinanza, come ha confermato, poi, la schiacciante vittoria di Stasi alla seconda consultazione, accettata la sconfitta, si è riproposto alle regionali del 2020, andando a riscuotere quasi più consensi nei comuni limitrofi rispetto a quello suo di residenza. Il “medico” Promenzio, invece, lo troviamo ancora lì, assorto nella sua professione e combattivo come nessun altro in consiglio comunale, forte dei suoi 13.000 voti conquistati fra l’affetto degli amici di sempre, la stima dei suoi pazienti, l’opinione della gente comune. Dunque chi è stato il vero vincitore? Chi la storia ricorderà come l’occasione persa e sprecata? Chi ancora può dirsi forte del calore delle folle? La storia, un giorno, darà ragione a chi nella vita perde. E la cambieranno questa storia coloro che pur perdendo, sapranno alla fine vincere. Vincere sui prepotenti, vincere sugli sciocchi, vincere sulle persone senza originalità.