La città merita rispetto e i cittadini esigono chiarezza. Un matrimonio annullato perché celebrato fuori dalla Casa comunale è un accadimento gravissimo, forse il primo caso in Italia
Nei giorni scorsi negli uffici del nostro Municipio si sono susseguiti e affermati una serie di “eventi” un po’ oscuri e inquietanti, e comunque molto gravi: la violazione dei “luoghi”, degli “ambienti” e quindi della loro sicurezza con la successiva sparizione di materiale importante e per le attività espletate dagli stessi uffici e per il loro contenuto e i relativi dati sottratti Pubblica Amministrazione. Infatti, qualche giorno fa sulla stampa e sui media locali abbiamo appreso di questa bizzarra quanto preoccupante notizia.
Già di per sè il fatto che la Casa comunale viene violata nella sua “fisicità” è un fatto che desta molta preoccupazione e smarrimento, ma, se poi, come nella fattispecie, gli uffici comunali presi di mira da questi ignoti delinquenti sono quelli dell'”Anagrafe” cioè tra i più sensibili di tutta l’amministrazione, in quanto li vi sono registrati, e quindi archiviati, tutti i dati dei cittadini afferenti la popolazione residente nel nostro Comune; e poi, oltre ai pc, sono state sottratte diverse carte d’identità in “bianco” (non compilate), la cosa desta ancora più stupore e allarme.
A rendere tuttavia ancora più inquietante questa anomala vicenda di cronaca – diventata notizia e quindi un’informazione resa alla pubblica opinione, solo grazie all’impegno professionale di qualche cronista che si è preso la briga di informare i cittadini su quanto accaduto nel nostro Municipio – è il fatto che ci sia un’ameletica doppia versione: una, quella del personale amministrativo, secondo la quale il materiale sia stato sottratto senza che risultasse alcuna forzatura nè alle porta né alle finestre e, poi, l’altra più “istituzionale”, secondo la quale gli ignoti si sarebbero introdotti nottetempo forzando qualche infisso.
E questa non è una sottile differenza di poco conto, poiché se effettivamente c’è l’effrazione, allora è un conto; se invece questo “scasso” non c’è stato, allora, è un altro conto e questo per ovvi motivi.
Tuttavia, sempre l’arguto giornalista che ha dato la notizia, raccontava che il dirigente dell’Ufficio Anagrafe del nostro Comune, nel corso di un colloquio col Sindaco, già tempo fa aveva chiesto allo stesso la possibilità di acquistare un armadio blindato nel quale porre in sicurezza tutti i documenti e il materiale sensibile, ma questa richiesta evidentemente non è stata presa in considerazione dal nostro Primo cittadino. E questo (se vero) è molto grave. Anche perchè così facendo si è venuto meno alla normativa vigente, che disciplina questa tipologia di uffici pubblici che in fatti prescrive, “ordina” che il “materiale sensibile” (quale carte d’identità, registri, timbri o qualsiasi altro documento, modello o certificato che apporta l’emblema dello Stato) deve essere messo in sicurezza e custodito in appositi armadietti antiscasso.
Arrivati sino qui, in questo preciso punto, alla luce di tutto questo e di quanto si è detto sorge spontanea una domanda: ma gli Uffici comunali del nostro comune agiscono rispettando le regole e le normative vigenti? I dirigenti e il personale comunale tutto, sono messi in condizioni di svolgere il proprio lavoro con professionalità? E ancora, coloro che reggono gli uffici, dirigenti e “capi settori”, sono tenuti in considerazione per quanto rilevano nel corso delle loro attività espletate per conto dei loro uffici e quindi del Comune? Gli assessori “incaricati” ai vari ambiti burocratici del Comune come si pongono e con con quali modalità si rapportono agli uffici che afferiscono alle loro competenze istituzionali?
Quanto accaduto, circa questa sparizione delle carte d’identità ancora non compilate (solo queste poi? o sono mancati anche timbri, modelli e stampati riportanti l’emblema del Comune e dello Stato?), oltre ad aleggiare nel mistero è molto grave perché viene meno un principio, poiché quei documenti e quel materiale non dovevano essere alla libera portata di tutti, di facile accesso: quello dell’osservanza delle regole che disciplinano gli uffici e l’affidabilità degli stessi specie per quelli che operano in ambiti e trattano “dati” sensibili.
Allora che dire, ancora, poi, se si considera il “fatto” (presunto o vero? nessuno lo ha smentito ancora) del matrimonio civile celebrato senza il rispetto delle regole e delle normative vigenti e, per questo, poi è stato annullato?
Non lo so. Un minimo di spiegazione ce la dovrebbe dare in merito il Sindaco; qualche delucidazione ce la dovrebbe dare l’assessore al ramo: un chiarimento lo meritano tutte queste vicende ma, soprattutto, lo esigono i cittadini. Non si può continuare a “sottacere” e “silenziosamente” fare finta di niente (panta rei).
Chi ha ruoli istituzionali e pubblici non può trincerarsi dietro al proprio silenzio, o celarsi dietro abili strategie… e cioè del cambiare discorso, ovvero scrivere e diffondere comunicati che parlano di altro, magari della luna che si è appena poggiata sulla terra del monte all’orizzonte.
Dov’è il decoro istituzionale? In tutte queste vicende (se sono vere come abbiamo avuto modo di leggere sulla stampa regionale) non solo si è messo sotto i piedi questo, non solo si è svilito l’immagine e la credibilità della loro autorevolezza, ma si sta calpestando la dignità di un popolo intero che, a parte tutto, non sa e quasi non è tenuto a saperlo, di quale sia su tutte questioni riportate sulla stampa la verità dei fatti; lasciando così qualche dubbio anche sul come vengono gestiti gli atti, i dati, la privacy dei cittadini nel corso delle attività degli uffici.
Qui, ripeto sono giorni che queste notizie sono state “date”, ci sono delle responsabilità politiche gravi alle quali ancora non si è risposto, nè si è smentito!
Pertanto il Sindaco e l’Assessore che afferiscono all’Ufficio anagrafe, sia per quanto concerne la notizia data dalla stampa in merito alla sparizione delle delle carte d’identità, sia quella circa un matrimonio civile annullato (chi ha firmato le carte? è vero poi che le carte sono state addirittura preparate qualche giorno prima, e quindi non al momento dell’atto ufficiale? quale dipendente e ufficiale di Stato ha preparato, redatto e firmato tali documenti?; e poi chi ha ordinato di dare mandato a queste procedure?) o SMENTISCONO e quindi dicano che non è vero, o CHIARISCANO. Se tutto ciò non avviene allora qualcuno, che ne ha i poteri per farlo, faccia intervenire il Prefetto. Non si può rispondere col silenzio, i cittadini meritano rispetto e soprattutto di sapere la verità; hanno il diritto di sapere sul “come” vengono amministrati.