Tante preoccupazioni si registrano tra le mamme che a breve dovranno mandare i figli a scuola. Ci sono molte mamme che lamentano il fatto di non avere assistenza per il proprio figlio disabile in quanto non supportato dal docente di sostegno e che vede in quella esperienza positiva, di ogni inizio anno scolastico, il mutare delle prospettive in un vero e proprio dramma per le famiglie e per i ragazzi diversamente abili.
Tutto ciò accade in un contesto europeo che ci invita a favorire l’indipendenza ma anche l’inclusione delle persone diversamente abili nella nostra comunità. La Convenzione Onu sui diritti alla disabilità del 2006 parla chiaro in merito introducendo un cambiamento di paradigma nell’approccio al tema che favorisce una lettura improntata su una nuova visione culturale, scientifica e giuridica che impone ai Paesi Europei interventi per la costruzione di una società pienamente inclusiva e di un ambiente a misura di tutti.
Ci sono, poi, altre mamme ancora che si rammaricano per il carico complessivo della spesa scolastica, una spesa scolastica di circa 500 euro a figlio distribuita nell’acquisto dei libri di testo, mensa scolastica, materiale da supporto didattico, per non parlare delle tariffe del trasporto scolastico suddivise in base alla fascia Isee di appartenenza. Se una famiglia ha un reddito, ad esempio, tra 0 e 5.000 euro paga per figlio 25 euro di trasporto autobus con la riduzione del 50% dal secondo figlio, ciò che fa aumentare la rabbia e la delusione delle mamme è che l’anno scorso pagavano solo 10 euro a figlio mentre da quest’anno 25 euro. Una società sana deve garantire il diritto allo studio soprattutto a quelle fasce più deboli, lo stato sociale dev’essere ripristinato, attraverso una politica che metta al centro la famiglia e i suoi bisogni. Se si vuole seriamente contrastare la dispersione scolastica che in Calabria soprattutto è un problema serio un 5% in più rispetto alla media nazionale e un campanello d’allarme secondo il rapporto Italia 2018 Eurispes. La L. 53/2003 introduce il monitoraggio della frequenza degli alunni con l’istituzione del Sistema Nazionale degli Anagrafi degli studenti. Un supporto veramente valido se periodicamente venissero comunicati i dati della frequenza scolastica. Ma non è solo un problema in termine pedagogico della scuola nel suo rapporto di difficoltà relazionale con l’alunno. Deve diventare un problema di ordine politico e sociale con quale confrontarsi ed intervenire. Occorre contrastare la povertà educativa partendo dalla scuola e dai contesti abitativi per far prevalere quel miglioramento di inclusione e successo formativo in tutti i ragazzi. Per tali motivi invitiamo le istituzioni di riferimento ad avviare politiche di sostegno che possano contrastare l’abbandono scolastico in tutti i tre ordini di scuola sebbene con strumenti e metodologie differenti. Rimarchiamo una degli obiettivi per l’istruzione e la formazione in Europa 2020: “Una strategia per la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva”.
Commissario Idm Corigliano Pamela De Patto