Tanto per sgombrare il campo, voglio subito mettere in chiaro un concetto,di cui mi son fatto una regola universale,sin da giovane.
LA GUERRA è sinonimo di progresso; E per guerre intendo quelle fra Stati. “Rivoluzioni e guerriglie” non sono guerre, non coinvolgendo assetti internazionali. Solo “regolamenti di conto” interni.
LA PACE è sinonimo di fermo storico se non, addirittura di arretratezza.
E giù “violente” reazioni degli scandalizzati “pacifisti” che,nella foga di reagire ad una tale “sfrontata” asserzione,lo fanno con tanta “bellicosa”violenza da far nutrire forti dubbi sul loro amore per il quieto vivere (a dispetto della strombazzata”pace”).
Ora,io dico: La Svizzera,la pacifica e pacifista Svizzera, da secoli non provoca e non subisce guerre,nemmeno quelle mascherate da “missioni di pace”,come,oggi,si usa chiamare certe ricorrenti partecipazioni a conflitti bellici, pur essendo dotata di un esercito modernissimo e armatissimo.
Spesso chiedo ai “sostenitori” della pace di dirmi qual è stato il contributo di quella nazione al progresso scientifico,culturale e tecnologico dell’umanità.
Alla perplessità degli interpellati che,presi alla sprovvista,non sanno da dove cominciare,io,pietosamente,dò una mano,cominciando:
-L’OROLOGIO A CUCU’
-IL FORMAGGIO CON I BUCHI
E poi mi metto,sornionamente,ad aspettare che siano loro a continuare nell’elencazione. E quando il loro silenzio ha superato i limiti di una paziente attesa,non mi trattengo da una fragorosa risata a cui,spesso,gli stessi interlocutori, partecipano,con consapevole consenso.
Ecco,gli svizzeri si sono fermati al formaggio…con i buchi.
E poi hanno capito che è più comodo che al progresso ci pensino i “guerrafondai”.A loro basta che quei guerrafondai vadano a “depositare” i proventi della loro redditizia sperimentazione nelle loro banche. Giovandosi cosi del duplice vantaggio : godere dei benefici civili derivati dalle guerre
e … riempire i forzieri.
E non basta. Quando si mettono in testa di voler dare una parvenza di contributo,a difesa della pace e della sicurezza del Papa,ti vanno a creare un “corpo” di soldati,armati di “alabarde” e folcloristicamente abbigliati,che, nella loro ridicolaggine,non farebbero che incoraggiare anche il più fesso terrorista a far …qualcosa di cattivo al Papa.
L’Italia,invece,la pacifista Italia che,il concetto di pace l’ha infilato,addirittura,nella Costituzione
(la più bella del mondo), non è mancata a nessuna “missione di pace”,subendo morti e causando morti,però “cristianamente”,in nome della pace.
Col pietoso viatico”REQUIESCANT IN PACE”.
E che dire di BARACK OBAMA,che fu insignito del premio NOBEL PER LA PACE,molto prima che qualcosa facesse per la Pace.
E infatti,per non venir meno all’impegno,qualcosa la fece: almeno tre “guerre”che,oltre a causare migliaia di morti, specialmente civili,destabilizzarono ulteriormente tutto il Medio Oriente.
E non parliamo del premio Nobel per la pace al terrorista che si chiamava ARAFAT che,in tutta la sua rabbiosa vita, non fece che attizzare odio contro Israele, arrecando morte e strage.
E visto che parliamo di NOBEL, e di PREMIO NOBEL, e specificatamente di PREMIO NOBEL PER LA PACE (il più apprezzato dai pacifisti) vogliamo chiarire da dove deriva la passione di Alfred NOBEL per la PACE, tanto da indurlo ad istituire, in seno alla sua “fondazione” del Premio Nobel, anche il premio per la PACE? Il Premio Nobel si finanzia con i fondi messi a disposizione dal ricco lascito dovuto al brevetto della DINAMITE che lui, chimico e ricercatore, inventò, come esplosivo tra i più devastanti che l’umanità abbia conosciuto, secondo solo alla bomba atomica. E’ pur vero che i risvolti civili furono enormi (scavi in galleria e miniere a conferma degli effetti positivi della ricerca bellica) ma resta che L’INVENZIONE DELLA DINAMITE, MEZZO DI DISTRUZIONE BELLICA, PARADOSSALMENTE FINANZIA LA … PACE.
Come si può vedere,dunque,la pace,la strombazzata pace, ed i suoi sostenitori, hanno avuto molte occasioni di coprirsi di ridicolo nel loro millenario corso storico.
La Guerra no,la guerra è una cosa molto più seria.
E chi più di ogni altro si appellava alla parola pace,al punto da commissionare a Picasso il logo più abusato di quel concetto,la famosa “colomba della pace”?
Uno dei più feroci dittatori e assassini della storia: GIUSEPPE STALIN che,già nel nome che si era dato,rimarcava il concetto di arrogante ostentazione bellica.
Stalin in russo significa acciaio.
E di cosa son fatti i cannoni ?
Di ACCIAIO
Ed i carri armati?
Di ACCIAIO
E le corazzate?
DI ACCIAIO
E le inferriate della Lubianka ?
DI ACCIAIO
E se vogliamo metterci veramente a ragionare,senza stupide caramellose prevenzioni,cominciamo ad accettare ciò che,nella loro consolidata saggezza,gli antichi Romani ci hanno sempre raccomandato:SI VIS PACEM,PARA BELLUM !
Ed il più fastoso monumento dedicato alla pace,la famosa ARA PACIS,fu costruito,a Roma,da Augusto,nel momento in cui Roma aveva il più potente esercito del mondo,le cui mire,notoriamente,non erano quelle di lasciare il mondo “in pace”,ma di portare nel mondo
“LA PACE”.Quella di Roma, ovviamente.
E non avevano torto visto che,in fondo,la “pax romana”,imposta con la forza delle armi,poneva fine alle fratricide cruente guerre locali che,quelle sì,erano causa di morte e carestie a non finire.
Ed ecco il paradosso : “LA GUERRA GENERATRICE DI PACE”.
Ma vogliamo farla una considerazione “tranchant” ?
Prendiamo in esame i progressi della medicina e della chirurgia.
Solo uno sciocco può pensare che i conclamati successi ottenuti in questo campo siano frutto di sola “pacifica” ricerca.
Studente d’ ingegneria,a Trieste,mi toccò,in un lavoro d’equipe il compito, assegnato dal docente di architettura,di studiare il problema sociale degli OSPEDALI.
Venni a conoscenza di realtà strabilianti.
Fino a NAPOLEONE,gli ospedali erano dei “LAZZARETTI” dove si andava per…morire,magari con i conforti religiosi ma,unicamente,per morire…… in “pace”. Ci volle la volontà di quel”guerrafondaio” di Napoleone che,ossessionato dall’idea di salvare il più possibile la vita dei suoi soldati dell’Armée che,prima,morivano sul campo senza alcun efficace soccorso,istituì e potenziò gli OSPEDALI DA CAMPO che furono il primo esempio di moderne strutture ospedaliere.
Da lì prese le mosse la coscienza degli attuali ospedali che cancellarono la triste memoria dei precedenti LAZZARETTI.
C’era a Parigi,prima di Napoleone,un “ospedale”,che si chiamava HOTEL DIEU,che ospitava,nelle sue lugubri corsie,fino a tre malati nello stesso letto ,spesso,in disinvolta promiscuità.
Però non mancavano i conforti religiosi.
Quel che mancava,immancabilmente,era una efficace igienica assistenza medica e chirurgica.
L’impulso dato da Napoleone fu una vera e propria rivoluzione in quanto potenziò la ricerca scientifica, nel campo medico e chirurgico,che coinvolse tutto il comparto di una sanità intesa in senso moderno, con conseguente avvio dello sviluppo dell’odierna razionale edilizia ospedaliera.
Se non era per Napoleone,quel “guerrafondaio”di Napoleone,saremmo ancora ai LAZZARETTI.
Voglio raccontare un’esperienza personale.
Alla fine degli anni trenta e fino ai primi degli anni quaranta,nella Piana di Sibari, dove vivo, imperversava la MALARIA.
E sebbene la “Bonifica” avesse provveduto,con opere di canalizzazione, a prosciugare le paludi,quella terribile zanzara,l’anofele,trovava ancora sacche di habitat e mieteva vittime, provocando febbri altissime e periodiche, che debilitavano,spesso,con esito mortale.
L’organo più sofferente era la milza che cresceva a dismisura (megalosplenia).
Nell’estate del ’44 fui vittima dei soliti attacchi di malaria che,come al solito,si cercava di combattere con massicce dosi di chinino, che era un inefficace palliativo.
Avevo undici anni. Ero ridotto uno scheletro.
Mio cugino Nino,studente di medicina a Bari, figlio di farmacista,fece amicizia con un soldato americano, responsabile del deposito medicinali della 5ªArmata, riuscendo così a rifornirsi di preziose medicine per l’ormai sguarnita farmacia del padre. Prima fra tutte la portentosa novità,la penicillina.
Quando mi vide in quelle condizioni,mi somministrò una pilloletta gialla. Si chiamava ATEBRIN.
E, ancora oggi, si chiama così. Dopo due giorni ero sfebbrato e guarito.
Miracolo?No. Tutto era dovuto all’effetto della “Guerra”.
Gli americani,impegnati nella GUERRA NEL PACIFICO, contavano più vittime per la malaria che per le pallottole Giapponesi.
L’efficientismo americano non si fermò un attimo e commissionò all’industria farmaceutica privata la ricerca di un farmaco che eliminasse quel flagello, che decimava i suoi marines.
La risposta fu rapidissima e l’esercito americano si dotò,per motivi bellici,di un prezioso farmaco.
E,sull’onda di quella fortunata ricerca, io salvai la pelle. Non per le preghiere che mia madre rivolgeva al Signore, ma per i dollari spesi per finalità belliche.
E non finirò mai di ringraziare quella guerra che sortì, come effetto, anche,la mia sopravvivenza. Fausto Coppi, di malaria, morì. Contratta in Africa dove si era recato per alcune gare ciclistiche, insieme col francese Geminiani, che si salvò perché a Marsiglia, per via di rapporti con le colonie, conoscevano e curavano questo male. A Novi Ligure, no. E Fausto Coppi morì. Se fosse stato curato nella mia Corigliano …
E il RADAR? Dove lo collochiamo?Dico il RADAR, quello strumento che consente agli aerei di volare ed atterrare e decollare anche di notte, anche con la nebbia più fitta,evitando collisioni e morte,quello appunto, che mancava al TITANIC quando entrò in collisione con il gigantesco iceberg. Ci volle la seconda guerra mondiale perché la ricerca,promossa da Churchill, dotasse la Royal Navy di questo prezioso strumento, determinante nel conseguimento della vittoria ma che,più che altro,lasciò all’umanità il più efficace strumento salvavita.
Ed il COMPUTER? Quell’indispensabile supporto entrato in tutte le attività della vita,dalle più sofisticate legate alla ricerca scientifica,alle più frivole,legate allo svago e perfino al pettegolezzo,di chi è figlio,se non della guerra?
Molti storceranno il muso.”Ora stai esagerando”.
E quì mi tocca ripetere,banalmente,cose già note.
Durante la seconda guerra mondiale i servizi segreti di Sua Maestà britannica erano disperati perché non riuscivano a decrittare i messaggi radio che il Quartier Generale tedesco inviava ai vari comandi, la cui conoscenza avrebbe anticipato notizie utilissime alla prevenzione.
Churchill,nella sua lungimiranza,finanziò l’ambizioso programma ENIGMA che,se pure in maniera molto rudimentale,altro non era che il primo computer della Storia,che realizzava la metodologia telematica per via meccanica, ma non ancora elettronica.
Ma era il COMPUTER. Il primo a disposizione,che contribuì non poco all’esito del conflitto.
Ed occupava un’intera stanza quel PROTOTIPO,padre indiscusso della civiltà che sta a cavallo di due secoli. Ma che dico, secoli. Due millenni.
Se poi consultiamo l’elenco delle GRANDI POTENZE INDUSTRIALI nel mondo,non affatichiamoci a cercare la Svizzera o altri Stati “non belligeranti” dell’ultimo conflitto,come Spagna, Portogallo,Argentina, Brasile, Messico, Turchia… San Marino e Città del Vaticano.
L’elenco,striminzito,contiene solo nazioni che hanno partecipato alla seconda guerra mondiale,sia le vincitrici che quelle perdenti. E sono appena cinque. E l’Italia tra queste. E la FIAT oltre a produrre armi, produceva veicoli ed autocarri per l’Esercito. Ed accumulò esperienze preziose diventando una delle maggiori case automobilistiche del mondo.
Ci sarà pure un nesso tra guerra e primato industriale. No?
E ancora. A fine guerra,la PIAGGIO,che costruiva piccoli motori a scoppio per l’avviamento dei motori degli aerei militari,si trovò con un forte stock di questi motorini ormai inutilizzabili.
Non sapendo che farsene cercò un modo per sfuttarli.
Risultato?Nacque la VESPA.
Lo scooter più bello,più elegante,più agibile,più economico e più……copiato nel mondo.
E per il basso costo ed i bassi consumi,fu la prima “macchina degli italiani” e,oggi,il mezzo più usato dai giovani, in Italia,e da milioni di persone nel mondo. E con risvolti economici incredibili.
Ma se persino un residuato di guerra sortisce”effetti” tanto benefici, beh,allora “ben vengano le guerre”, (e non mi fraintendete. “Ben Vengano i vantaggi in conseguenza delle guerre”).
E se,in tempo di pace,assimiliamo la guerra alla gara per il primato strategico ed alla supremazia militare,troviamo, sorprendentemente,che lo sforzo per prevalere militarmente induce effetti simili alle guerre,con risvolti lusinghieri in termini di conquiste tecnologiche e scientifiche.
Basti pensare alla GARA PER LA CONQUISTA DELLO SPAZIO, che portò alla realizzazione di quei poderosi vettori spaziali che sono i MISSILI.
Se tutto fosse stato ispirato da puri scopi pacifici,non avremmo mai mandato astronauti a passeggiare sulla luna.
Il movente era la strategia di predominio nello spazio, non raccogliere quattro sassi…
I vantaggi che ne sono derivati,per scopi civili,sono incommensurabili. E non mi riferisco soltanto alla serie di satelliti che,orbitando intorno alla terra,ci fanno assistere, in tempo reale,ad avvenimenti che si svolgono nei punti più lontani del mondo, ma al rilevamento aerofotogrammetrico della superficie terrestre con particolari incredibilmente nitidi.
E pensare che,appena 60 anni fa,per assistere,che so,alla cerimonia del premio Oscar,bisognava aspettare che il documentario di quell’evento fosse spedito,via aereo,dagli USA,immesso nella catena di distribuzione cinematografica e,finalmente,dopo una settimana,nelle sale dei centri più importanti,vedevi il viso sorridente dei vincitori o quello,crucciato,dei delusi.
E non dimentichiamo che,il tutto,prese avvio dagli studi, dagli esperimenti e dalle realizzazioni di WERNHER VON BRAUN,mirati a fornire alla Germania “la più terribile arma di guerra”,e non pacifici frullatori per le massaie tedesche. I micidiali V1 eV2.
Ma la conseguenza più tangibile di quella rivoluzione nel campo della movimentazione spaziale fu lo sviluppo dei MOTORI A REAZIONE che consentirono all’aviazione civile l’abbandono di quei trabiccoli, che erano gli aerei ad elica, per i più sicuri e veloci e capienti TURBOJET che sorvolano l’Atlantico in tempi impensabilmente rapidi,specie se raffrontati alle lunghe traversate con quelle insicure bagnarole, lente ed estenuanti, che erano i transatlantici.(Dice nulla il Titanic?)
Ed oggi,le stelle,”stanno a guardare?” Ma no. Sono diventate più vicine. Meno romantiche, e più raggiungibili.
Ed i pacifisti?…..a fare marce della pace,su percorsi molto più ….corti. E SOLO MARCE.
Sventolando le ormai sbiadite bandiere multicolori che, del firmamento,richiamano solo l’arcobaleno. E se i migranti li infettano di malaria? Beh! Ci penserà l’ATEBRIN.
Alla loro salute ed al loro benessere ci penseranno…..altri. Chi? Ma i guerrafondai, vivaddio!
Ovviamente, più seri.
E,per concludere sugli effetti che le guerre,beneficamente, inducono sulla civiltà e sulla cultura dei popoli,non possiamo tacere che,senza la GUERRA DI TROIA,OMERO non avrebbe mai scritto quel grande poema epico, che è l’ILIADE, e l’umanità non avrebbe mai letto quei versi suscitatori di tanto pathos, e nemmeno l’ODISSEA che, di quella guerra, è figlio.
E l’ENEIDE? E GIULIO CESARE avrebbe mai scritto il “DE BELLO GALLICO”senza aver combattuto quella guerra?
E,senza l’invasione napoleonica,LEV TOLSTOJ avrebbe mai scritto “GUERRA E PACE”? E,senza Prima GUERRA MONDIALE, HEMINGWAY avrebbe mai scritto “ADDIO ALLE ARMI”?
Ed ERICH MARIA REMARQUE “Im Westen nichts Neues”.
E,senza la seconda Guerra Mondiale,MORAVIA “La Ciociara”, e quel geniaccio di CURZIO MALAPARTE “La Pelle” e……. EZRA POUND i “Pisan Cantos”,il piu grande poema della letteratura americana di tutti i tempi?
E che dire di “Via col Vento”, senza conflitto Nord-Sud? Ed io? Modestamente, non avrei potuto mai scrivere “PACE E GUERRA”.
Ma che razza di cultura sarebbe stata? Forse quella de “La Capanna dello Zio Tom” o de “La cieca di Sorrento”.
E, dulcis in fundo, ENRICO FERMI. Quel genio tutto italiano di Enrico Fermi, sarebbe stato mai in grado di meritarsi il “PREMIO NOBEL PER LA FISICA” se un guerrafondaio, quel guerrafondaio di Mussolini, non avesse finanziato la ricerca di quel piccolo volenteroso gruppo di giovani scienziati, nel loro covo di “via Panisperna”, con lo scopo di dotare l’Italia, la piccola Italia, della possibilità di fornirsi, di una terribile arma a scopi puramente strategici?
Sappiamo come finì. Per via che la moglie di Fermi era ebrea, Fermi intascò il premio a Stoccolma e non fece ritorno in Italia. Optò per l’allettante offerta americana che, poi, portò alla realizzazione dell’ambizioso “Progetto Manhattan”. Ma sempre BOMBA fu. Però “pacifica”. E gli USA, infatti, ottennero la pace. E andarono incontro alla … “GUERRA FREDDA”. E nonostante tutto, nonostante l’incidente di “Cernobyl” dovuto, oltre che alle strutture obsolete, costruite con tecnologie “Sovietiche” e alle disattenzioni per “eccessi di vodka”, quella spaventosa energia “utilizzabile” ci ripaga di ogni dubbio e ripensamento sullo sfruttamento derivato. Ed oggi se le nostre lampadine si accendono a costi ancora accessibili, ringraziamo Francia, Svizzera e Slovenia che ci mettono a disposizione quell’energia ottenuta dal “nucleare”, oltretutto, molto meno inquinante del carbon fossile e del petrolio.
Ernesto Scura