Torna in libertà l’indagato Mohamed Nassir, 32, nato in Marocco e residente a Corigliano. Lo ha deciso il Tribunale del riesame di Catanzaro in accoglimento della richiesta avanzata dall’Avv. Pasquale Di Iacovo all’udienza tenutasi lo scorso 25 ottobre nell’ambito dell’operazione antidroga denominata “Old Mill” e scattata alle luci dell’alba dello scorso 7 ottobre 2016.
Le indagini sono state svolte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Corigliano Calabro a seguito di alcune denunce presentate nel settembre 2014 da due cittadini di Trebisacce per i reati di lesioni personali, dalle quali gli investigatori intuivano che la vera causale di tali aggressioni era individuabile nel mancato pagamento di qualche partita di sostanza stupefacente. Si è aperta così un’intensa attività di intercettazioni telefoniche, pedinamenti, appostamenti, sequestri e localizzazioni degli apparecchi telefonici attraverso l’individuazione del ponte radio o “cella” di volta in volta agganciati dagli apparecchi telefonici nel corso delle varie comunicazioni, al fine di localizzare le zone dalle quali partivano le telefonate. Gli inquirenti volevano risalire a mandanti ed esecutori materiali. Si è scoperto invece un altro mondo sottostante: il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti. L’arco temporale sondato è il biennio 2014-2015. L’area interessata dai traffici illeciti è stata la solita: l’area ionica tra Trebisacce e Corigliano, anche attraverso i territori di Villapiana e Cassano all’Ionio. Nello specifico le operazioni consentivano di monitorare gli incontri avvenuti principalmente nell’agriturismo “il Vecchio Mulino” gestito da Luigi Praino. Il Praino all’interno dell’attività, avvalendosi della fattiva collaborazione della convivente Nikola Liskova, era solito incontrare gli altri indagati con i quali erano quasi riusciti a monopolizzare l’attività di spaccio nell’area ionica. Le telecamere installate in prossimità dell’agriturismo “il Vecchio Mulino” permettevano di registrarne i movimenti interni, ove gli “acquirenti” facevano ingresso generalmente tramite un’entrata secondaria. Nell’Agriturismo lo stupefacente veniva occultato in diversi luoghi, persino sotto tegole e tettoie, autovetture o cespugli. La droga commercializzata proveniva anche dalla provincia di Reggio Calabria, così come appurato in corso d’indagine con l’arresto di due soggetti provenienti dalla locride. Uno dei collaboratori del Praino era stato individuato nella persona di Arabi Nabil, ritenuto addetto al vendita ed al taglio dello stupefacente, avvalendosi dell’apporto stabile di Mohammed Nassir. Sempre secondo la ricostruzione investigativa, Giovanni Guidi sarebbe stato coinvolto nei traffici del Praino attraverso la collaborazione di Alfonso Scarcella e Alfonso Fiorito. Entrambi avevano l’incarico di prelevare lo stupefacente da Praino. Nel corso delle attività investigative venivano sequestrate diverse partite di sostanza stupefacente del tipo cocaina dal peso complessivo di oltre 650 grammi di “cocaina” ed altresì denaro contante dell’importo complessivo di € 40,000,00 circa. Concluse le indagini i Carabinieri depositavano gli atti presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Castrovillari, che chiedeva al Giudice per le indagini preliminari di applicare la misura cautelare in carcere nei confronti di Luigi Praino , Giovanni Guidi ed Nabil Arabi nonchè la misura degli arresti domiciliari per Mohammed Nassir e Biagio Casella. Il Giudice per le indagini preliminari inoltre applicava a Nikola Liskova, Alfonso Fiorito e Alfonso Scarcella la misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiano alla Polizia Giudiziaria, mentre altri 10 soggetti sono attualmente indagati a piede libero in attesa del processo.