La fusione come tutti i cambiamenti comporta dei vantaggi e degli svantaggi. Un comune che si avvicina ai centomila abitanti con un vasto territorio da gestire, ha un impatto politico quadruplicato rispetto ai singoli comuni. La richiesta di interventi sul territorio, le opere pubbliche, la capacità di farsi ascoltare, sono le cose positive. Le persone che hanno consolidato una posizione di rendita nella struttura di un singolo comune, le persone che non amano confrontarsi, chi prende decisioni attorno ad un tavolo con i soliti quattro amici, è chiaro che vedono la fusione come un attacco personale, al proprio ruolo, alla propria posizione sociale.
Certamente con la fusione, il terreno politico si fa più vasto e tutta una serie di mezze cartucce della politica nostrana, vedono in ciò un pericoloso attacco alla propria sopravvivenza politica. Con un ragionamento un po’ campanilistico e ovviamente detto a mò di battuta, mi dispiacerebbe essere amministrato da chi voleva oscurarci con il lenzuolo, ma ritornando a parlare seriamente in una eventuale fusione, Corigliano che classe politica schiererà? Il confronto avverrà tra persone che la pensano diversamente o tra coriglianesi e rossanesi? Un paese che non riesce a dare un assessore al bilancio e un assessore allo sport e turismo dalle fila del proprio bacino elettorale, con che forza va a trattare la fusione? Chi guiderà il confronto e si batterà per le scelte coraggiose? Chi proporrà soluzioni capaci di mediare tra le varie posizioni? A tutte queste domande, siccome penso che questa giunta è inadeguata a dare risposte in merito, allora si preferisce boicottare, allungare il brodo, trovare un cavillo, insomma fare melina, nella speranza che tutto, con calma, passa in second’ ordine. In un commento ad un mio scritto precedente, un signore che si firma volontario, mi domanda che tipo di assessore io vorrei, se esterno o interno. Sig. volontario, lo vorrei solo e solamente capace, che sappia capire cosa sia una delibera, un decreto, che abbia il dono della mediazione e che voglia bene al paese, se poi è di Corigliano, di Rossano, del Marocco o della Norvegia non me ne fotte niente. Lei dice che è stato messo da parte proprio da Geraci tanti anni fa e che c’è rimasto male , l’ ha definita un’ esperienza tragica e traumatica che non augura a nessuno di viverla. Capisco la sua delusione ed apprezzo anche la sua sincerità, ma in tutta onestà, lei si sentiva adeguato nelle veste di assessore? Si sentiva adeguato nei confronti politici con le altre istituzioni? Le voglio ricordare che se uno ha delle idee, non è necessariamente obbligato ad essere qualcuno nello schieramento politico, può benissimamente continuare a fare il suo lavoro e con spirito “volontario” senza aspettarsi ricompense, fa quello che ritiene giusto, nel rispetto della dignità altrui. A me personalmente interessarmi di politica mi piace, confrontarmi e discutere con amici anche se la pensano diversamente, senza peraltro cercare o richiedere alcun riconoscimento. Egregio volontario se un paese ha una classe politica incolta, incapace di proposte, con l’ unico obiettivo di sopravvive politicamente sempre e comunque, allora il paese non ha futuro. Nel nostro comune alle ultime elezioni ci sono state 18 liste civiche, di queste nessuna ha mai detto una parola su che cosa volesse fare per Corigliano eppure hanno preso tanti voti e si sono, gli eletti, immediatamente messi a disposizione della maggioranza. Come te lo spieghi, se te lo spieghi? Io penso che siccome la politica, quella bella, quelle che risolve i problemi della popolazione, che aiuta la gente a crescere economicamente, culturalmente e socialmente, è morta, non da più da anni nessun segnale di esistenza in vita, allora si fa largo la politica dell’ intrallazzo, dei favori, dei benefici personali e sulla scena politica non trova spazio chi ha idee per il paese, ma chi ha più pelo sullo stomaco, chi sa gestire il potere per interessi personali. Per ritornare a quello che dicevo all’ inizio, una classe politica come ho appena descritto, sente la necessità della fusione? E no che non la sente, perché se in un comune di trentacinquemila abitanti ha bisogno di quattrocento voti per essere eletto e quindi poter poi essere determinante nella formazione della maggioranza e di conseguenza poter brigare per ottenere favori e privilegi, in un comune di centomila abitanti, con i suoi 400 voti non lo eleggono neanche rappresentante dei genitori all’ asilo parrocchiale. I nostri rappresentanti hanno ben impresso il pensiero di Giulio Cesare che diceva che è meglio essere primo nella merda che secondi a Roma, e per questo che questa fusione verrà boicottata non apertamente ma in maniera subdola, con metodo, senza che nessuno della giunta si esponga, anzi verrà lodata pubblicamente, ma magari suscitando indirettamente campanilismi, o scuse varie affinché tutto rimanga cosi e se così rimarrà, allora siamo certi che Giulio Cesare ha ragione per i primi di Corigliano.
Mario