Ai funerali dell’imprenditore 43enne ucciso da un’intossicazione da funghi velenosi mancava soltanto la madre ancora ricoverata al “Compagna”
Migliaia di persone nel pomeriggio di ieri hanno partecipato con commozione e dolore alla cerimonia funebre che a Corigliano Calabro ha dato l’addio all’imprenditore 43enne Dino Falco. L’uomo, sposato e padre di tre bambini, era deceduto undici giorni fa in un ospedale di Palermo, ucciso dal veleno di quei maledetti funghi consumati alcuni giorni prima in casa dei propri genitori.
Una folla addolorata quella che s’è stretta attorno alla famiglia, alcuni componenti della quale erano anch’essi rimasti vittime della grave intossicazione da funghi che per il loro caro ed amatissimo Dino è stata, purtroppo, letale.
La cerimonia funebre celebrata al cospetto dei tantissimi amici e conoscenti della stimatissima famiglia Falco, s’è tenuta nella parrocchia di San Gaetano Catanoso, nella contrada rurale di San Nico dove Dino Falco aveva la propria attività di rivendita di pneumatici, ed è stata officiata da don Mimmo Laurenzano, il parroco di quella stessa chiesa il quale vedeva tutte le domeniche l’imprenditore scomparso partecipare alla messa festiva in compagnia della moglie Anna, tenendo per mano gli amatissimi pargoli Francesco, Sofia e Michael.
I bambini erano presenti in chiesa, abbracciati alla loro madre.
Degli stretti familiari di Dino mancava soltanto la madre Adelina, la quale resta ancora ricoverata presso la divisione di Medicina dell’ospedale “Guido Compagna” mentre il papà Franco, dimesso dal nosocomio, ha presenziato affranto, accanto ai suoi figli, all’addio a quel figlio perduto.
Diverse amorevoli lettere sono state scandite in chiesa, tra le lacrime, tanto dagli stretti familiari quanto da diversi amici di Dino dopo l’omelìa di don Mimmo il quale lo ha ricordato come un prezioso figlio della parrocchia di San Gaetano Catanoso.
Una cerimonia funebre composta e senza riferimenti all’inchiesta giudiziaria avviata dalla Procura di Palermo, chiamata a indagare sulla morte di Dino Falco a seguito dell’esposto-denuncia presentato dalla vedova nell’immediatezza del decesso per le sospette negligenze mediche sul tragico caso d’avvelenamento da funghi, sui presunti “ritardi” da parte dei medici in servizio presso l’ospedale “Guido Compagna” nel decidere sul trasferimento a Palermo dove il giovane imprenditore era giunto presso in condizioni disperatissime, con un quadro clinico talmente compromesso da non permettere che vi fossero i tempi per il reperimento d’un organo per il trapianto di fegato: il suo organo, infatti, era stato completamente contaminato dalla tossina killer di quei maledettissimi funghi…{jcomments off}