Se ci hanno ridotti ad avere una sanità degna delle favelas del sud America le colpe sono da attribuire alle insensate scelte dei politici, di entrambi gli schieramenti, che negli ultimi 10- 15 con i loro piani sanitari di rientro commissionati a caro prezzo a società del nord che conoscono la Calabria solo perchè vista sulla cartina geografica, non conoscitori della morfologia geografica del territorio in quanto a viabilità, infrastrutture e bisogni reali, partorendo progetti faraonici, zeppi di buone intenzioni ma lontani dall’essere recepiti da chi ci governa, eppure il nostro territorio con bacino di utenza che supera le 350.0000 persone,
rispetto ad altre realtà, Castrovillari per esempio compreso i paesi limitrofi del Pollino con circa 40.000 abitanti, avrebbe bisogno di più attenzione, invece grazie alle scelte scellerate come: tagli lineari, riduzione drastica di posti letti, blocco delle assunzioni, soppressione di servizi, di reparti che nel bene o nel male al Guido Compagna ed altrove davano risposte concrete alle esigenze degli ammalati, il diritto alla salute è negato. I risultati raggiunti dai tanti assessori regionali alla sanità, dai tanti tavoli Massicci, dai tanti commissari straordinari rigorosamente scelti per appartenenza politica sono deludenti, vedi: le lunghe fila di attesa che giornalmente si notano al pronto soccorso dei presidi ospedalieri di Corigliano e di Rossano, lo stesso è a Trebisacce ed a Cariati. Non è difficile vedere in queste realtà persone che in attesa di essere visitati sono costrette a stare in piedi, altri seduti su una sedia a rotelle, altri su una barella magari presa in prestito da una ambulanza che nel frattempo approfitta di fare riposare il motore dopo la spola infinita tra Rossano, Cariati, Trebisacce, Cosenza, chi in un letto da 24 ore, chi sorretto da un parente, chi grida dal dolore, imprecando a ragione sui politici, chi appoggiato ad un muro in attesa di essere visitato e malcapitati turisti che giurano di non venire più a trascorrere le loro vacanze nel nostro territorio. Un territorio lasciato in pasto a lupi voraci, dove a farla da padrone è la disuguaglianza, la divaricazione inaccettabile fra gli ultimi e i primi della fila, dove primeggiano scandali, sprechi, ruberie, stipendi da nababbi elargiti a direttori generali ed a funzionari privi di competenze e professionalità manageriale, altro che passerelle elettorali. A tal proposito vogliamo ricordare che nel giugno del 2012 l’allora deputato Laratta e consigliere regionale Guccione fecero un “blitz” negli ospedali di Rossano e Corigliano sostenendo che: “Abbiamo trovato ospedali ormai vicini a scoppiare. Strutture da terzo mondo”. Vi risparmiamo dell’altro, sempre in senso negativo s’intende. Ebbene cari Laratta e Guccione in questi tre anni cosa avete fatto per cambiare situazioni che da allora si sono ulteriormente incancrenite. Avete informato la magistratura ? Avete fatto le denunce che andavano fatte ? All’on. Nesci diciamo, invece, dato che la sua visita è stata più recente, di non fare come i suoi colleghi del Pd, ma che dia, invece, corso alle azioni giudiziarie dovute e necessarie per ridare moralità alla sanità locale e assistenza dignitosa ai pazienti. Nonostante la mole di lavoro a cui è sottoposto giornalmente il personale medico, infermieristico ed ausiliario del Guido Compagna li trovi sempre disponibili, pronti a fare del loro meglio per soddisfare le esigenze degli ammalati nonostante la carenza oramai cronica di personale. A peggiorare il quadro già desolante per se stesso è l’assoluta mancanza di sinergia, di filtro tra medicina di base, guardie mediche e ospedale. La realtà è questa ed a quanto pare è lontana anni luce dall’essere risolta dall’attuale classe politica e dirigenziale che continua a mortificare il nostro territorio a vantaggio di altri, per esempio Cosenza. Nonostante il quadro sia desolante ci piace essere fiduciosi, e per questo aspettiamo con ansia l’evolversi del tempo e la politica che dovrebbero regalarci questo oramai benedetto ed annoso ospedale unico della Sibaritide tanto atteso che a dire dei politici dovrebbe essere la panacea a tutti i guai della sanità del territorio. Chi vivrà vedrà! Nel frattempo, ci rivolgiamo ”e non è una provocazione” all’amico e compagno Franco Pacenza referente più qualificato e stimato dal presidente della regione Mario Oliverio affinché tenga i riflettori accesi sui bisogni reali con la speranza che si faccia portavoce del malessere diffuso e dei disagi del territorio, ostaggio del potere predatorio di politici privi di identità. Siamo convinti che Franco Pacenza capirà lo spirito costruttivo e leale di questo nostro invito, perché tutti dobbiamo lavorare perché la sanità nella Sibaritide sia all’avanguardia.
Per il movimento centro storico: Luzzi Giorgio