Venti anni fa, in un clima di entusiasmo forcaiolo, tra sputi ed insulti d’ogni pasta, conditi in salsa pseudo sociologica, su di un proscenio di orgiastico furore baccante, l’onda poderosa e lunga di Mani Pulite si abbatté su partiti ed istituzioni e tutto travolse e demolì. Caddero storici edifici e, con essi, generazioni di politici, funzionari e burocrati vari.
D’ogni erba si fece un sol fascio e, come sempre accade nel brutto mezzo delle rivoluzioni, insieme all’acqua sporca si buttò anche il bambino. Evviva! Moriva la Prima Repubblica, maleodorante e corrotta, e sulle sue ceneri, spudoratamente insepolte, a perenne oltraggio, s’annunciavano una Nuova Età dell’Oro ed una Repubblica Nuova. Non giunsero né l’una né l’altra. Nacque, invece, sulle ancora fumanti ed insanguinate macerie, una Classe nuova del Malaffare, scientifica e computerizzata, scaltra e perversa, che rapidamente proliferò, occupando l’esistente ed oltre. I particolari son da cloaca.