Prosegue la parabola del giovane pilota coriglianese Alessandro Chiarelli. A soli 33 anni, nonché affetto da una forma di disabilità che lo vede privo dell’arto inferiore sinistro a causa di un incidente stradale verificatosi nel 2002, il Nostro continua nel suo duplice impegno, ossia nello sport e nel sociale. Una “battaglia” condotta con umiltà ma determinazione, affinché le soddisfazioni personali e gli ambiti traguardi raggiunti siano da segnale d’incoraggiamento per tanti altri.
Alessandro, attualmente primo nella Categoria 125 Club ed in corsa per la finale del Campionato Regionale ACI-CSAI Kart Calabria che si disputerà il 18 e 19 ottobre ad Amato (Catanzaro), ha deciso ora di rendere pubblica una sua idea che, ben presto, è destinata a trasformarsi in tangibile realtà.
“Con un gruppo di amici, sono al lavoro – dichiara il pilota coriglianese – per la costituzione di un’Associazione che affronti le tematiche, e le annesse problematiche, del mondo dello sport e della disabilità. Un sodalizio che veda insieme sportivi, coadiuvati da consulenti legali, professionisti del mondo dei media e della comunicazione, genitori, insegnanti, dirigenti scolastici, psicologi, a favore dei bambini, degli adolescenti, dei giovani e di tutti coloro i quali, affetti da una grave o lieve forma di disabilità, praticano una disciplina sportiva o intendono accostarsi ad essa. Per far ciò, s’intende puntare molto sull’aggregazione delle persone e delle famiglie, sulla sensibilizzazione dei cittadini per far capire loro il valore sociale di questa iniziativa e degli imprenditori privati affinché ci sostengano per il perseguimento degli obiettivi prefissi”.
“Una particolare attenzione – spiega ancora Chiarelli – sarà rivolta all’universo scolastico, perché consapevoli del ruolo strategico che le scuole di ogni ordine e grado rivestono per educare e formare gli studenti anche in merito a questioni di siffatto genere. Stesso discorso vale, naturalmente, per gli enti e le istituzioni locali e non, che dovranno adeguatamente supportarci. Riteniamo, infatti, che sia indispensabile stimolare l’attività sportiva, sia a livello professionistico che ludico-ricreativo, di quanti convivono con una situazione di disabilità, per accrescere la loro autostima e, perché no, conseguire brillanti risultati come spesso è accaduto e accade. Siamo convinti che quest’idea riscuoterà ampi consensi per il profondo messaggio culturale e sociale che promana”.
Corigliano Calabro, 04/10/2014