Il Comune non paga la ditta impegnata nella costruzione di nuovi loculi e s’inventa il cimitero…a punti
Tra l’aldiquà e l’aldilà a Corigliano Calabro c’è “un altro mondo”. Già, è quel “mondo di mezzo” allocato in una fredda stanza del camposanto cittadino dove le anime dei defunti devono stazionare un bel po’ di tempo per farsi perdonare il loro “peccato originale”, vale a dire proprio quello d’essere stati coriglianesi.
Sono tredici – nel momento in cui scriviamo – le bare di defunti in attesa d’essere tumulate nei loculi del cimitero cittadino.
«E’ la grande vergogna d’un Comune incivile, anzi barbaro», denuncia il figlio d’un anziano signore venuto a mancare una decina di giorni fa dopo una lunga malattia.
Il congiunto del dipartito, ignaro del problema, s’era recato al camposanto di buon mattino il giorno successivo ai funerali, nella logica convinzione d’assistere alla sepoltura del caro padre.
Ha dovuto invece prendere atto, suo malgrado, che la tumulazione avverrà «in data da destinarsi» a causa della completa assenza di loculi nelle varie aree cimiteriali.
Il triste dato di fatto a Corigliano Calabro è ormai costante da alcuni anni a questa parte.
Ad ammetterlo, tra le righe d’una recente nota affidata agli organi di stampa, è la stessa amministrazione comunale retta dal sindaco Giuseppe Geraci: «La grave carenza di loculi nel cimitero ha sempre determinato disservizi per la tumulazione dei defunti; stiamo realizzando il progetto esecutivo per la costruzione di centoventi nuovi loculi, quasi ultimati».
Pare, però, che tali lavori non vengano ultimati da svariati mesi da parte della ditta appaltatrice dal momento che essa vanterebbe un consistente credito nei confronti del Comune e che l’amministrazione non provvederebbe a saldare.
La stessa amministrazione che adotta un “Piano B a lunga scadenza” coinvolgendo l’intero Consiglio comunale che di recente ha dato il via libera all’individuazione di ottantanove aree da cedere in concessione per “sepolture di famiglia”.
Esse saranno infatti assegnate attraverso una graduatoria che prevede un “superpunteggio” per quanti renderanno disponibili dei loculi attualmente occupati, vale a dire un “maxibonus” di ben duecento punti per ogni loculo assegnato in precedenza che il richiedente s’impegna a retrocedere all’ente con la stipula dell’atto di concessione dell’area per la “sepoltura di famiglia”.