Anche quest’anno, in occasione del periodo di giubilo popolare per i festeggiamenti religiosi e civili in onore dell’amato Patrono, San Francesco di Paola, non si può non ricordare colui il quale tanto si è adoperato per la crescita sociale e culturale della comunità: l’architetto Mario Candido.
Insigne architetto, studioso e storico, che mantenne intatte le doti di umiltà, modestia e semplicità. Concittadino dal grande amore manifestato ed esternato verso il Castello ducale di Corigliano, imponente monumento cittadino sempre al centro dei suoi poliedrici interessi e delle sue passioni, nonché dall’attenzione rivolta a numerosi altri beni culturali del territorio della Sibaritide e dell’intera Calabria.
Sono trascorsi dieci anni dalla dipartita terrena, ma la sua eccelsa figura di uomo e di professionista continua a perpetuarsi nella memoria collettiva e nel ricordo di quanti lo hanno conosciuto. Da strenuo amante e difensore del centro storico coriglianese nonché grande devoto del Santo Patrono, Candido fu, nel 2006, direttore e curatore del progetto di consolidamento, restauro e ristrutturazione del Convento di San Francesco di Paola. Molteplice il suo impegno a favore della nostra città. Co-redattore del Piano Regolatore Generale Comunale (1972); tecnico, progettista, curatore e direttore dei corposi lavori di restauro che hanno interessato il Castello ducale che, grazie alla sua opera, è stato definito uno dei fortilizi più importanti del meridione d’Italia (l’opera di restauro finanziata per 20 miliardi di vecchie lire con fondi europei, dopo 14 anni di restauro, avviata nel 1988 è stata conclusa nel 2002, anno di inaugurazione dell’antico maniero); direttore e curatore dei lavori di restauro delle Chiese matrici di Corigliano, l’arcipretale Santa Maria Maggiore e la prepositura dei Santi Pietro e Paolo (1981-1995); direttore e curatore del progetto di consolidamento, restauro e ristrutturazione del Convento dei Carmelitani e dell’annessa Chiesa del Carmine (1993) e della Chiesa di Sant’Antonio (1998).
Uomo dalla profonda umanità e sensibilità, intelligente quanto generoso, l’architetto Candido si è sempre distinto per la passione, l’amore e l’alta dedizione, offrendo e mettendo a disposizione, in maniera sempre disinteressata ed esclusivamente mirata al recupero, al ripristino, alla valorizzazione del pregevole e ricco patrimonio architettonico-storico-monumentale di cui è detentore il Comune, le sue grandi competenze e la sua indiscussa professionalità.
Testimone e protagonista di un perenne desiderio di contribuire ad edificare una società più giusta, equa e solidale, manifestò con le opere del suo ingegno le innate virtù della bontà e della creatività. Lo fece anche come assessore comunale alla Cultura pur se in un breve periodo e a lui è stato dedicato il già “Piazzale delle Armi” del Castello ducale ausonico.
Affetto e gratitudine, dunque, per Mario Candido, l’architetto devoto a San Francesco che – alla stregua del suo indimenticabile papà Ermanno – fu figlio dell’Arte e della Bellezza.
FABIO PISTOIA