È un luogo comune parlare, come fanno un po’ tutti, di buche divenute voragini che affollano la nostra città? È anche un luogo comune lamentarsi delle strade-groviera che, percorrendole, si ha la sensazione di affrontare prove di vita come su un tortuoso percorso di una località sperduta?
Se è così, si è lieti di far parte del “popolino” e non dei “benpensanti”, di coloro i quali discutono di argomenti semplici, di problemi concreti, e non già di massimi sistemi e candidature presso questo o quell’ente. È un oltraggio al senso comune, per non andare oltre, continuare a mostrare indifferenza nei confronti di una intera cittadinanza che sta rimediando giorno dopo giorno danni a mezzi e persone per lo stato comatoso nel quale versano le arterie stradali.
Scarsa illuminazione, degrado, sporcizia, e poi soprattutto buche. Quelle maledette buche sono ormai la consuetudine, e alle prime piogge post-estate di queste ore hanno già manifestato la loro attitudine a diventare laghi e laghetti. Accade allo Scalo come in tutto il resto del territorio comunale, per non parlare di Schiavonea…
Dobbiamo prepararci con barche e canotto, attrezzature occorrenti e stivaloni, non per praticare il rafting lungo qualche fiume o effettuare un rally, ma, più semplicemente, per andare a lavoro, a scuola, o recarsi al supermercato? Ce lo facciano sapere dalle parti dall’Ariella e, in caso affermativo, rivolgeremo le nostre preghiere non solo per tutelare la salute personale e dei propri cari, ma anche per ripararci dalle avversità causate dall’incuria altrui.
GIORDANO BRUNO