Ad agosto i Nas chiedono la revoca immediata delle licenze ma il Comune emana l’ordinanza a settembre: sulla vicenda l’ombra d’un favore alla famiglia Carelli.
Blitz dei Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione di Cosenza presso lo stabilimento balneare “Nettuno” sul lungomare di Schiavonea.No, non è una notizia di oggi riferita alla giornata di ieri: fosse così suonerebbe come una presa in giro da parte dei carabinieri del Nas e – di riflesso – da parte nostra. Il blitz in realtà è andato in scena in piena stagione dei bagni e, per l’esattezza, lo scorso 3 agosto.
A seguito d’una scrupolosa attività di controllo gli specialisti del Comando Tutela della Salute dell’Arma dei carabinieri hanno accertato una serie di violazioni quali l’assenza del previsto “Piano di autocontrollo” e l’assenza degli attestati di formazione professionale d’alimentarista in capo a due dipendenti, D.R. di 48 anni ed M.F. di 31, entrambi di Rossano.
Perciò, quel giorno stesso, i Nas hanno richiesto al Comune di Corigliano Calabro la revoca immediata delle due licenze commerciali rilasciate nell’anno 2005 alla società “Nettuno F.C. S.a.s di Caravetta Rosalia Alfonsina e figli”.
Purtuttavia per un perverso, dilatorio e sospetto gioco di scaricabarile e di rimpalli tra uffici comunali, l’ordinanza di revoca delle due licenze commerciali reca la data dello scorso primo settembre.
L’ordinanza che dispone la revoca delle due licenze commerciali del “Nettuno” e la sua chiusura reca la firma del responsabile del Settore Affari Generali del Comune di Corigliano Calabro, Angelo Pizzulli, il quale in “premessa” richiama le difficoltà burocratiche e la mancata corrispondenza tra gli uffici comunali al fine di dare esecuzione alla richiesta formulata dal Comando dei carabinieri per la Tutela della Salute.
E la data dell’atto – guarda caso – è la stessa in cui, come notoriamente avviene ogni anno, il lido “Nettuno” chiude la propria attività per la stagione estiva.
Già. Una regìa occulta all’interno del Municipio ha fatto sì che in favore del lido “Nettuno” rimanesse il “cerino acceso” almeno fino alla prevista conclusione della sua attività.
Un trattamento “di favore”?
A sostegno di tale sospetto viene in soccorso qualche significativo ed incontestabile dato di fatto.
La titolare della società proprietaria del lido “Nettuno” è la cognata dello storico ed irriducibile boss Santo Carelli, da oltre un ventennio in carcere e con vari ergastoli passati in giudicato, già capo indiscusso del “locale” di ‘ndrangheta di Corigliano Calabro con base logistica ed operativa proprio la frazione marina di Schiavonea considerata il “regno” del boss e della sua temutissima organizzazione criminale.
Il Comune di Corigliano Calabro com’è noto ha “precedenti penali” in materia.
Dal 2011 al 2013 l’ente pubblico è stato infatti sciolto per infiltrazioni mafiose e nella relazione prefettizia ed in quella ministeriale che accompagnavano il decreto di scioglimento emanato dal Presidente della Repubblica, in più passi, venivano richiamati i condizionamenti d’amministratori e funzionari comunali inclini a deferenze di varia natura proprio nei riguardi della famiglia Carelli e d’altre famiglie “di rispetto” di Corigliano Calabro…
fonte “Il Garantista della Calabria”
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