Non tutti gli studenti universitari hanno la fortuna e la comodità di vivere nelle città sedi di una facoltosa università. Specie coloro che abitano nei paesi più piccoli si trovano costretti a trasferire in altre parti dello Stivale, alla ricerca di una stanza da prendere in affitto per potervi rimanere il tempo necessario al completamento degli studi. Ma qual è la situazione al riguardo?
I dati sugli affitti nelle città italiane
Prima di tutto c’è un dato da condividere e che riguarda gli aumenti degli affitti in generale. Più nello specifico se lo studente sceglie di prendere una stanza singola, il prezzo cui andrà incontro sarà mediamente più elevato rispetto al 2021 del ben 11%. Parliamo di costi medi mensili che si aggirano intorno ai 440 euro.
Molto meglio va a chi decide di condividere la propria permanenza con qualcun altro. Un posto letto in una stanza doppia, infatti, viene a costare praticamente la metà di quello in una camera singola: 234 euro. Ma la domanda che tutti gli studenti a caccia di affitti si pongono è: quali sono le città più economiche? Sicuramente quelle del sud, con Catanzaro e Pescara in netta controtendenza rispetto al resto delle città universitarie.
Qui addirittura si registrano diminuzioni del 20% e del 10,5%. Al contrario, Padova è la cittadina nella quale si attesta il maggior incremento percentuale in un anno, con ben 40 punti in più rispetto al 2021 e un prezzo di 450 euro medio per stanza singola. Stesso prezzo a Firenze, mentre Torino, Napoli e Venezia sono le città tra le “Big” più economiche: 300 euro, più o meno, di media. Studiare nella Capitale costa 460 euro, mentre è Milano la città più cara di tutte: 600 euro, pari ad un aumento del 20% rispetto all’annata precedente.
Sorprende, poi, che nonostante i rincari, la domanda per le stanze singole sia aumentata notevolmente, con picchi che vanno dal quasi 100% di Palermo all’oltre 370% di Venezia. Il problema è che spesso la domanda supera di gran lunga l’offerta e le attese possono arrivare a protrarsi per mesi, come a Napoli.
Studenti fuorisede: quali altre spese affrontare?
Gli studenti, poi, devono fare i conti non solo con gli affitti, ma anche con tutte le altre spese vive che devono affrontare nel quotidiano. Ecco perché aumenta il numero di giovani che cercano lavoro durante gli studi per ammortizzare le spese ed è necessario scegliere quello più adatto in base alle proprie esigenze.
Ma vediamo quali sono queste voci di spesa. In primis le tasse universitarie, che sì dipendono dall’ISEE familiare, ma comunque gravano sul portafogli. Per muoversi, poi, lo studente avrà bisogno quasi certamente di un abbonamento ai mezzi pubblici. Anche i materiali per lo studio sono da aggiungere alla lista, tra PC, tablet e i vari libri richiesti dai professori durante i corsi. Infine, cibo e qualche spesuccia accessoria necessaria per concedersi alcuni momenti di relax.
A queste, potrebbero aggiungersene anche altre qualora il padrone di casa non abbia incluso i costi per le utenze domestiche nel contratto d’affitto. In questo caso, gli studenti saranno chiamati a pagare anche per le bollette di acqua, luce e riscaldamento, quest’ultimo essenziale per proteggersi dal freddo invernale.
Perciò, per mantenere la stanza riscaldata e risparmiare qualcosa in bolletta, si potrebbe pensare di optare per una stufa a pellet approfittando del bonus previsto, consentendo di dotare la casa di un elettrodomestico con innumerevoli vantaggi grazie ad un’agevolazione fiscale dedicata e aumentando le possibilità di accoglienza degli studenti nel corso dell’inverno.