Tale Giovanni Ferrari, docente universitario, parlando della fusione, afferma che “è una sciagura” il processo di unificazione tra il Comuni di Corigliano Calabro e quello di Rossano e si augura che non si realizzi mai. Non si era ancora sentita una così colorita oltre che presuntuosa affermazione sul progetto che gran parte dei cittadini, attraverso il Comitato delle Associazioni, da anni sta portando avanti in un clima di iniziale diffidenza e tra gli ostacoli amministrativi che la classe politica dominante da sempre continua a seminare sul suo iter.
Non conosco personalmente l’autore di tale roboante affermazione con la quale irrompe sulla stampa per fare conoscere il suo pensiero. Sarebbe interessante avere con lui un pubblico confronto.
Non so se il docente Ferrari vive in questo territorio oppure in altra parte del mondo.
Non so se la sua asserzione nasce dall’esperienza del quotidiano che la gente vive oppure dalla teoria che i docenti universitari si dilettano con fantasia ad elaborare. Una cosa è certa: Ferrari fa affermazioni che sono fuori dalla realtà dei fatti di questo territorio che da tempo subisce ad opera di una regia gaudente ed occulta.
Da uomo di cultura, il Ferrari dovrebbe sapere che le teorie, le ipotesi, i disegni ed i progetti di sviluppo che vengono immaginati, per essere realizzati devono fare i conti con le istituzioni e quindi con coloro che le rappresentano e che le amministrano, devono cioè fare i conti con la politica. Siccome la politica cammina sulle gambe degli uomini, è necessario conoscere l’uomo o gli uomini che la rappresentano, Da decenni, la politica che conta su e per questo territorio è rappresentata da “personaggi” che sono lontani ed abitano in provincia, che purtroppo conosciamo e sappiamo che non hanno nessun interesse a fare decollare questa fascia Jonica, anzi, siccome ne temono le potenzialità, hanno lavorato e continuano ad adoperarsi affinchè venga sempre di più isolata e mortificata da scelte scellerate che hanno impoverito sia Corigliano e sia Rossano, due realtà alle quali hanno sottratto uffici e servizi e tolto ogni potenzialità di sviluppo.
Purtroppo i docenti universitari vivono in un mondo fuori dalla realtà, se a ciò si aggiunge il fatto che in generale hanno poca esperienza di vita vissuta e non conoscono la logica con la quale la politica amministra la cosa pubblica; non ci si meraviglia quindi delle loro strampalate affermazioni perché non sanno e non immaginano cosa significa contrastare chi ti vuole calpestare, chi ti vuole togliere la speranza del futuro. E’ con tale obiettivo che i cittadini e le associazioni si sono riunite per contrastare il disegno della politica egemone che non abita né a Corigliano né a Rossano e che questo territorio vuole dividere e mortificare togliendogli non solo i servizi ma anche la dignità di rappresentanza.
Il docente Ferrari fa disquisizioni filosofiche e di vita, parla di sistema, di area globale, di centro funzionale; parla anche di “tendenze affaristiche di interessi sporchi”, fa illazioni che non stanno né in cielo né in terra e che comunque non sono supportate da fatti né da prove, amalgamando il tutto con ragionamento che risulta pura disquisizione culturale.
Al docente Ferrari si desidera fare presente che l’area vasta è cosa diversa dall’area metropolitana e che la storia di questo territorio e dell’intera sibaritide è conosciuta non solo da lui ma anche da molti altri, i quali desiderano invertirne le sorti con un progetto che possa farlo uscire dal pantano, dal vicolo cieco nel quale è stato e viene quotidianamente spinto.
Siamo pienamente coscienti delle differenti tradizioni e delle differenze culturali ad oggi esistenti fra le due città, ma il tempo e le condizioni ci impongono di non restare fermi ad esaltarle. E’ necessario lavorare perché nel tempo tali differenze siano una ricchezza da conservare e diventino anche opportunità per il futuro con il quale necessita confrontarsi. Chi non la pensa in questo modo vuol dire che ha paura di se stesso, ha paura di guardare avanti e di non sapere cogliere le opportunità.
Noi del Comitato delle 100 Associazioni (oggi quasi 160), siamo stati delegati dai cittadini per lavorare affinchè il futuro sia diverso e favorevoli per i giovani ai quali è necessario ridare la speranza. Non è più il tempo della denuncia ma dell’azione. E’ necessario attivarsi perché le risorse del territorio siano rese visibili e appetibili; per tale obiettivo, non è più sopportabile assistere alla sottrazione degli uffici e dei servizi che vengano delocalizzati altrove, impoverendo ed isolando questo territorio che Corigliano Calabro e Rossano hanno rappresentato e vogliono continuare a rappresentare. Per tale obiettivo è necessario essere uniti e insieme lavorare per un destino che veda i suoi cittadini protagonisti e non più soggetti passivi che devono subire. La forza contrattuale viene dall’essere uniti e non dallo stare divisi.
F.to Enrico Iemboli
Componente Comitato 100 Associazioni