A Marina di Schiavonea gli abitanti non vivono che di pesca , nella buona e nella cattiva stagione. Essi non hanno altra alternativa: pescare oppure emigrare. Quando arrivano i giorni di festa o i mesi estivi è d’obbligo pescare doppiamente: il pesce si vende di più e a caro prezzo. Era il 30 dicembre del 1974: il capodanno era alle porte ed i nuclei familiari dei Celi e dei Curatolo sognavano pesca abbondante e affari d’oro. I Celi avevano imbarcati sul loro peschereccio <l’Arcangelo Michele> i germani: Nicola , Francesco, Carlo, Rocco nonché due loro nipoti: Angelo e Luigi; tutti forti e nel fiore degli anni.
Si erano imbarcati invece sul < Maria Ausiliatrice > i componenti della famiglia Curatolo : il capofamiglia Turi con i suoi quattro figli :Stefano, Marino , Antonio , Luciano , nonché i congiunti Giuseppe e Cosimo che si affacciavano da poco tempo alla vita marinara . Entrambi i pescherecci si erano tuffati nel mare nel tardo pomeriggio del 30 : le condizioni del mare erano buone e nulla faceva presagire un improvviso peggioramento del tempo. Ma i Celi ed i Curatolo avevano un brutto appuntamento col destino ; e , quando il mal destino si avvicina per il pescatore … allora anche il sole e la bonaccia si mettono improvvisamente da parte . Così quella notte maledetta !
I capi-peschereccio Turi e Francesco avevano lavorato per tutta la notte, dirigendosi verso un tratto di mare particolarmente pescoso . Le barche si erano ingravidate ed essi erano felici ed eccitati a vedere , sul fondo delle barche , tutto quell’argento vivo che saltellava di qua e di là . Quanta fatica per Cosimo ed Angelo quella notte nell’aiutare a tirare la rezza! Ma si mostravano fieri ed orgogliosi della fiducia che in essi riponevano Turi e Rocco . I quali , a vedere tutto quel bendidio , assaporavano la gioia del ritorno e del lauto guadagno con cui avrebbero trascorso felicemente le feste di Capodanno !
Ma erano Cosimo ed Angelo ad essere i più ansiosi nell’aspettare che sorgesse l’alba del nuovo giorno che li avrebbe visti sulla strada del ritorno . A dire il vero , nella tarda nottata , Turi e Rocco e Francesco si erano accorti che le condizioni del tempo e del mare andavano progressivamente cambiando . Ma non ci avevano dato peso più di tanto . A quante metamorfosi improvvise di tempo – del resto – avevano assistito durante le numerose traversate in mare !Ma ne erano sempre scampati , grazie alla Madonna della Neve : seppure con qualche patema d’animo .
Turi e Francesco , del resto , non erano gente che andava a cercarsi il pericolo col lumicino – come suol dirsi – : perciò avevano dato ordine alla piccola ciurma di aprire ai pescherecci la strada del ritorno . Il mare aveva perduto il colore e la tranquillità del giorno precedente e sembrava d’essere in preda ad una febbre e a un nervosismo che cominciavano a salire sempre più di tono . Si erano fatte le prime ore dell’alba ed il mare cominciava a farsi sempre più minaccioso con quel suo colore di neve sporca e fradicia e quel rumore cupo ed assordante di lupo ferito . Le ondate si abbattevano fragorosamente … contro i legni del “ Maria Ausiliatrice “ e de “ L’Arcangelo Michele “. Tanto che Turi diceva ai figli : “Madonna Santissima … ma queste onde fanno più paura che le bocche degli squali : sembrano che vogliano mangiarci ! “ Poi guardava il cielo che non prometteva nulla di buono : pieno di nubi scure e minacciose come facce spietate di briganti . Ed anche il mare s’era tutto coperto , con drappo uniforme , del colore del cielo ; e gli spasmi dell’acqua diventavano sempre più rumorosi . Rocco gridava ai suoi : “ Tenetevi forte, ragazzi , tenetevi forte ! Puntate dritto alla Marina !” E Turi gli faceva eco , a sua volta : “ Che Dio ci scansi e liberi pure questa volta ! “ Il vento intanto sibilava e urlava con suoni d’invisibili mostri marini e le ondate cominciavano a fare penzolare le due imbarcazioni ora di qua ora di là ,che sembravano sul punto d’inabissarsi . Di tanto in tanto , i cavalloni d’acqua le facevano rizzare su in alto e abbassarsi poi precipitosamente con fragore ;come se fossero diventate , all’improvviso , leggere come due carrube .
“ Maledetta tempesta ! – urlavano Nicola e Francesco – Ma chi ce l’ha fatto fare a prendere il largo proprio la vigilia di Capodanno ? “ Cosimo invece diceva a Turi : “ Ce la faremo ad arrivare sani e salvi alla Marina ? Chissà la mamma quanta pena si darà in questi momenti ! Certamente starà aspettando alla Madonnina ! ““ Lascia stare la mamma , ora, Cosimo – rispondeva Turi – prega piuttosto la Madonna della Neve o S. Francesco di Paola , perché ci stenda ,ancora una volta, il suo mantello ! “ Cosimo cominciò a piangere e a invocare la mamma come un bambino .Turi sentì un colpo al cuore … e ne sentì un altro allorché poté osservare le facce ceree dei suoi uomini ; sulle quali già si era stampata l’ombra grigia e sporca dello apocalittico mattino . I pescatori si guardavano l’un l’altro e con gli occhi parlavano… perché le bocche ormai restavano ammutolite .
I loro occhi puntavano fissi verso il lido della marina ; verso la statua della Madonnina dove certamente – pensavano -tutte le loro famiglie si trovavano già radunate , in attesa del loro ritorno . Francesco , Rocco e Turi – da esperti pescatori – intuivano , ognuno nel segreto della sua mente , che questa volta difficilmente l’avrebbero fatta franca .Tale loro convinzione inespressa si era propagata nell’animo di tutti i pescatori che ora erano ammutoliti più dei pesci che avevano ai piedi ; verso i quali manifestavano ora tacitamente un sentimento quasi di rancore .
Qualcuno muoveva inavvertitamente la testa ; quasi volesse dire : “ Ma chi ce lo ha fatto fare , chi ce lo ha fatto fare questo maledetto mestiere di pescatore ?! “ “ Eh chi ce lo ha fatto fare !…” – sembrava rispondere una voce confusa nel sibilo del vento – Il quale , impietosamente , cominciava ad aspirare tutto quello che gli veniva incontro , in un confuso mescolamento e turbinìo di elementi naturali e di legni sconnessi. I marinai si aggrappavano con tutte le loro forze ai legni delle loro imbarcazioni che cominciavano a crepitare e a vacillare ; e qualche speranza in loro si accese allorché videro , in lontananza , le luci illuminate della Madonnina e le loro case bianche che da lontano sembravano ali di gabbiani .
Il cielo era diventato nero come la fuliggine .Il mare veniva risucchiato in alto dalla tromba marina ed i pescherecci sembravano fuscelli intrappolati nel vortice del mulinello e non più governabili ; mentre le ondate che si schiantavano attorno e contro di essi vomitavano gli atroci spasimi del loro stato agonico ; e il mare faceva , soltanto a guardarlo , una paura spettrale . Non si udivano più le voci dei marinai che avvertivano come imminente l’estrema catastrofe ; sicuri di non potere più sfuggire ad una trappola mortale. Le voci erano certamente atroci e concitate ; ma si confondevano col vento e con le onde :
< S. Francesco miracoloso , salvaci la nostra vita ! Madonna della Neve , aiutaci : fallo per le nostre famiglie , per le nostre mamme ! > Turi certamente malediceva il cielo ed il mare che gli si erano dimostrati sempre amici e che ora invece stavano per voltargli le spalle … ed inghiottirsi i suoi quattro figli ed il nipote Giuseppe . Ed anche Francesco ormai disperava di potere portare in salvamento se stesso , i nipoti , ed i suoi fratelli : in quel caos infernale persino i Santi e la Madonna sembravano impotenti o non autorizzati ad operare un grande miracolo. “ Tira dritto, tira dritto ! “ – gridavano Turi e Rocco quando si accorsero di essere giunti in prossimità della spiaggia ed i contorni delle loro case si stagliavano sempre più netti . – Gli altri pescatori intanto e tutti i familiari si erano portati sulla spiaggia e seguivano , momento per momento , l’impari lotta che i marinai avevano ingaggiato con l’acqua ormai preda della tromba marina . Le donne avevano cominciato a recitare , con voce sommessa e disperata , le loro preghiere ed avevano continuato con la recita del Rosario alla Madonna di Pompei . “ Che Dio li salvi … che Dio li salvi , poveri figli !”- invocavano le vecchie donne e le mamme , avvolte nei loro scialli neri e quasi presaghe dell’imminente catastrofe ! – I marosi ed il vento mugghiavano come tori feriti che si dimenavano ,divincolandosi verso il cielo ; e poi ricadenti sulla superficie liquida con inaudita violenza e cupi boati . I due pescherecci stavano sempre più avvicinandosi verso la riva , sballottati dalle raffiche di vento e dalle onde-cavallone che venivano risucchiate in aria e , successivamente , venivano a schiantarsi fin oltre la battigia con rumore assordante ; quasi fossero carcasse di mostri marini . Nel mare tempestoso ora apparivano ora sparivano le sagome allucinanti dei pescherecci . Le urla di pietà e di disperazione dei marinai si mescolavano sempre più confusamente alle scudisciate sibilanti delle acque e delle raffiche di vento . Ad esse facevano eco le grida pietose delle madri e dei parenti dei Celi e dei Curatolo che , proprio sotto i loro occhi , vedevano consumarsi , istante per istante , l’immane tragedia . Un’ultima possente ondata , determinata dalla violenza del tornado ,fece colare a picco , in un baleno , il peschereccio < l’Arcangelo Michele > : ponendo fine così alla sua agonia . La carcassa dell’imbarcazione veniva scaraventata , poco dopo , da un’onda lunga sulla spiaggia ; quasi a testimoniare materialmente l’avvenuto sacrificio di tanta bella e forte gioventù . Anche i rottami del < Maria Ausiliatrice > furono scaraventati a riva da un’ondata successiva , senza che portassero tracce di resti umani . Ma un piccolo miracolo si verificò allora nel cielo :un improvviso spiraglio di luce balenò:facendo vedere un’onda altissima , alla quale era aggrappata una figura dai contorni umani . L’onda poi dall’alto si allungò precipitosamente verso la riva:schiantandosi e sciogliendosi sulla sabbia . “ Miracolo , miracolo ! > – gridarono uomini e donne e parenti dei pescatori dispersi … allorché videro sulla spiaggia , a pochi passi da loro , il corpo di Cosimo … disfatto , impaurito ma vivo . – Subito lo raccolsero , lo tempestarono di abbracci e di baci e lo trasportarono immediatamente al vicino Ospedale : aveva gli occhi stravolti , ma nella mente i segni evidenti della vissuta tragedia . I medici allontanarono tutti dal bianco lettino su cui Cosimo era stato adagiato :“ Lasciatelo riposare , lasciatelo riposare ! – dicevano – Almeno per un mese ; poici sarà tempo per ricordare …” La tragedia del < Maria Ausiliatrice > e de < L’Arcangelo Michele >destò profonda emozione e partecipazione in tutta la zona . I politici finalmentepresero coscienza che bisognava costruire un porto-rifugio per il grosso naviglio della Marina di Schiavonea. Il porto si fece e forse fu il grande miracolo che la Madonna e S. Francesco di Paola operarono in favore di quella popolazione di pescatori che nella pesca trova l’unico mezzo di sostentamento !
di Antonio Siinardi
** dai miei libri GENTE DI PAESE/ GENTE DEL SUD