La grave problematica del settore dell’urbanistica a Corigliano, ovvero: Quando la burocrazia fa politica e si sostituisce all’Amministrazione.
Devo registrare, da molteplici segnalazioni, oltre che per conoscenza personale, la disfunzione di uno dei settori strategici del nostro Comune, ma prima di rappresentarlo si deve fare un minimo di introduzione alla problematica della materia, che richiederà un piccolo esercizio di pazienza dei lettori. Uno dei più grossi problemi che la nostra comunità di Corigliano vive, tra gli altri, è la mancanza di lavoro che ormai è diventato epidemica,
e le famiglie anche quelle del ceto medio, soffrono in modo non più sostenibile, vedendosi precipitare giorno per giorno oltre le soglie della povertà, anche se per decenza e vergogna molti ancora fanno salti mortali impegnandosi, come si dice da noi, gli occhi, per cercare di mantenere quel livello sociale che ormai inesorabilmente non è più alla loro portata, rinunciando addirittura a mandare il figlio all’università o, cosa tristissima, rinunciando addirittura a curarsi!
Lo Stato, questa situazione la conosce bene, anche perché non riguarda, naturalmente, solo Corigliano ma tutto il territorio nazionale.
I vari governi che si sono succeduti, nel bene o nel male, pur se nel frattempo hanno prodotto sempre più danni all’economia di noi Italiani, si sono cimentati nel promulgare leggi che per qualche verso alleviassero la morsa della disoccupazione per dare qualche via di scampo all’economia della famiglie.
In quali settori hanno quindi profuso i loro interventi legislativi?
1) Nello snellimento delle procedure, per eliminare/ridurre la burocrazia che è la prima fonte dei ritardi nelle realizzazioni e quindi negli investimenti.
2) ” Considerata l’attuale eccezionale situazione di crisi economica e sociale che impone l’adozione di misure urgenti volte a fronteggiare la grave emergenza abitativa in atto e a adottare misure volte a rilanciare in modo efficace il mercato delle costruzioni”così recita la legge del cosiddetto “piano casa”.
É universalmente riconosciuto che il settore principe che al meglio fa girare l’economia nelle sue varie sfaccettature è da sempre l’edilizia, pur con il beneficio d’inventario di tutte le critiche che questa legge abbia suscitato.
Quale sistema si è messo in campo, quindi a livello nazionale, per contrastare almeno in questo settore i ritardi e mettere moto un minimo di imprenditoria edilizia?
La certezza dei tempi per il disbrigo delle pratiche edilizie al fine del rilascio delle varie autorizzazioni da parte del Comune, e la possibilità di andare in deroga ai limiti degli strumenti urbanistici vigenti con la realizzazione di esigue quantità di volume.
Così è successo che per avere una risposta ( positiva o negativa che sia)ad una richiesta di permesso di costruire la legge preveda un termine di 60/ 90 giorni e che la prassi può essere interrotta solo una volta per la richiesta, motivata, da parte del responsabile dell’ufficio per la valutazione, per la richiesta di documenti che non siano già in possesso dell’Amministrazione.
La legge ha addirittura fatto di più, ha introdotto dei sistemi di assunzione di responsabilità delegati al tecnico abilitato, incaricato dal committente, che addirittura saltano completamente le approvazioni dell’Ente, ed ad esempio con una cosiddetta SCIA, il citato tecnico, diventa funzionario pubblico e si sostituisce ad esso nella formazione dell’assenso alla realizzazione.
Tutto quanto questo che senso ha? se non quello di incentivare l’imprenditore che intende investire garantendogli il taglio del tempo delle approvazioni che in economia ha una valenza fondamentale, non a caso si dice che ” il tempo è danaro” ed avviare al più presto l’opera mettendo quindi in campo occupazione e tutto le economie dell’indotto.
Ma cosa succede se la legge viene elusa ed i tempi per i pass si allungano in modo smisurato? Succede che l’ imprenditore oltre un certo limite si vede costretto, dico” costretto” a rinunciare all’investimento in quanto oltre certi limiti non trova più il suo margine di impresa, con conseguente perdita dei posti di lavori potenziali ed economie correlate, oltre alla perdita per la collettività degli oneri concessori, capitali che andrebbero direttamente nelle casse del Comune, che di questi tempi è ossigeno puro per le casse pubbliche.
È questo il caso dell’ufficio preposto al rilascio dei permessi di costruire, del Comune di Corigliano, pratiche che giacciono per mesi e mesi con un continuo e defatigante andirivieni, umiliante per il ruolo rappresentato, da parte di tecnici e committenti , costretti a perdere ore ed ore davanti ad una porta che non si apre, e quando finalmente si ha il sospirato incontro, ci si misura con richieste che lasciano troppo spesso allibiti per la capacità di indagine del cosiddetto “pelo nell’uovo” che spesso sembra far trasparire la volontà di ostacolare anziché porre a soluzione e realizzazione l’oggetto della richiesta del cittadino/tecnico, anche quando esso abbia fondamentalmente tutti i crismi per essere approvato, dando l’idea della mancanza di quel “buon senso” che dovrebbe sempre governare il rapporto tra Ente Pubblico e Cittadino che resta pur sempre il soggetto primario e ” datore di lavoro”dei pubblici servizi.
Per il ricevimento del pubblico sono dedicati due incontri settimanali, ma spesso e volentieri i giorni di ricevimento coincidono con altri impegni del funzionario, che con questo comportamento dimostra di non interpretare al meglio il ruolo chiamato a ricoprire nei confronti di colleghi e dei cittadini che magari vengono da altri paesi e che in ogni caso spendono il loro tempo nella speranza di incontrare il tecnico per risolvere al meglio qualche problematica che ostacola la loro idea progetto.
Il ritardo nell’approvazione da parte dell’ufficio viene giustificato spesso con richieste di documentazione capziosa e di fatto di inconsistente ai fini dell’oggetto trattato, e spesso richiedendo documentazione che è già in possesso dell’amministrazione, cosa non prevista dalla legge, oltre a reiterare le richieste di documentazione in fasi successive senza rispettare la regola prevista dalla normativa che prevede una sola richiesta di documentazione integrativa, e di relativa interruzione dei termini.
Questo tipo di comportamento ingenera conseguenze molto gravi:
1) che i tempi di approvazione, quando c’é, si allungano in modo abnorme ed inaccettabile, addirittura dell’ordine di anni!
2) alla rinuncia da parte del committente, quando trattasi di investimenti, della realizzazione dell’opera.
3) al mancato introito da parte del Comune degli oneri di urbanizzazione.
4) dánno sociale per la mancata realizzazione di posti lavoro, carpentieri, muratori, idraulici, elettricisti, pittori, Ecc. Ecc. Che se ne resteranno a casa!
5) improduttività della spesa pubblica per il personale preposto alla validazione del progetto.
La denuncia della situazione di disagio contempla inoltre la non completa adeguatezza da parte dell’ufficio di impegno alla risoluzione delle problematiche presentate dalle richieste dei permessi a costruire, spesso ponendosi in modo inappropriato alla realizzazione dell’opera e non predisponendosi a fianco del cittadino, fornendogli non solo il mero rispetto della normativa col supporto tecnico ma accompagnandolo alla risoluzione anche con suggerimenti al fine di migliorare e qualificare gli interventi che alla finfine si andranno a realizzare sul territorio di Corigliano.
Considerato che l’attività edilizia è, anzi lo era, comunque una della attività principali che si svolgono sul territorio, perché lo modificano e lo governano, l’Amministrazione Comunale non può tirarsi fuori dalla responsabilità del rapporto con i cittadini ed i tecnici che operano in questo settore.
Perdurando questo increscioso e dannoso stato di fatto, l’Amministrazione Comunale pur portandone il peso della responsabilità nei confronti della cittadinanza, di fatto delega la gestione della politica del territorio al funzionario che la gestisce facendo supplenza, di fatto, agli organi elettivi.
Viene inoltre da chiedersi! Qui prodest questa situazione? Il blocco dell’edilizia risultante da questi comportamenti ha qualche ispirazione teorica?Oppure è frutto di un modus operandi insicuro e non versato? Ed ancora viene da domandarsi, ma poi questo filtro così sottile è applicato a tappeto oppure vista la vaghezza operativa produce comportamenti ondivaghi e valutazioni con le maglie più larghe?
Il ritardo causato dalla lentezza esasperante della burocrazia è la madre di tutte le disfunzioni della pubblica amministrazione e l’origine della sfiducia tra essa ed i cittadini, che devono avere la certezza di decisioni in tempi contingentati e trattamento paritario!
Corre tra l’altro anche l’obbligo, tra le altre competenze dell’ufficio urbanistico, di richiamare l’attenzione sulla sorte toccata al PSA, lo strumento urbanistico che sembra completamente sparito dall’orizzonte della speranza di rinnovamento e progresso in questo nostro sfortunatissimo Comune!
Mario Gallina, architetto