Lascia, mio caro anno nuovo da poco arrivato, lascia che io ti chieda una grazia. Non è quella che ti chiesi gli altri anni … la politica, i partiti, la città … No. Non posso chiederti tanto. Me lo hai già detto ed io ormai l’ho capito. Ci vorrebbe una ‘magarìa’ e tu non fai di queste cose.
E, poi, mi ripeteresti quel che già tante volte ho sentito: che politica, partiti e città son cavoli nostri e ce li dobbiamo tenere. Va bene. Allora, lascia, anno nuovo mio caro, che io di grazia te ne chieda un’altra, non so se piccola o grande … un amico. Almeno un amico, col quale, al prossimo vespro, parlare del meno e del più; un amico, col quale, tra ricordi e speranze, tener desta una lucina, ad evitar che l’animo, debilitato, irrimediabilmente ceda.