Una stagione turistica pessima, fallimentare. Soldi spesi male e disservizi costanti: un disastro
Il solleone è passato, agosto volge a termine così anche la stagione estiva. Quella coriglianese ovviamente. E sempre che l’estate, qui, da noi, intesa nell’accezione turistica sia arrivata realmente. Infatti l’Estate coriglianese ovvero il momento e la “stagione” tanto attesa e aspettata quasi con impazienza per un anno intero dai più, e in maniera particolare dagli operatori turistici e commercianti, quest’anno non è mai arrivata.
Il Caldo c’è stato sì, l’Estate però no. Niente. Il turismo a Corigliano quest’anno non è pervenuto: è morto. E’ sopperito alla stregua di tutte le inefficienze e la disorganizzazione che questo territorio offre in maniera sistematica.
Probabilmente il nostro destino, quello assegnatoci dal Creatore è questo, la sopravvivenza a noi stessi. Siamo pessimisti? No, siamo realisti. Cos’altro potremmo dedurre dallo sconquassato e a tratti drammatico scenario che segna i nostri giorni? O non è forse così?
Quest’estate chi passeggiava per il Lungomare, o si apprestava a recarsi nei nostri “lidi”, nelle nostre spiagge, s’imbatteva in uno scenario apocalittico, da Terzo mondo. Per non parlare del drammatico paesaggio che ha riempito ogni sguardo, appesantito ogni “spirito” volto al divertimento, alla ricerca del relax tipico della “vacanza” estiva.
Sono mesi ormai (più di un anno) che lo stato pietoso delle “vie” cittadine persiste: le strade e le principali arterie della nostra Città sono ridotte a groviera, piene di buche, a volte dei veri e propri crateri. Per non parlare poi dello “sporco” e dell’incuria del tempo che travolge ogni dove degli spazi urbani (villette, parchi, fontane, marciapiedi ecc. ecc. ecc.). Non parliamo poi della questione sempre aperta e quasi eterna dei rifiuti, o dei miasmi insopportabili che ogni minima folata di vento porta con sè sopprimendo lo stesso respiro di qualsiasi essere vivente, eccetto i topi e i randagi che circolano liberamente per la Città. Per non parlare poi di tutte quelle situazioni di malcostume e di disordine generale che contraddistinguono tutto (non esagero dicendo questo) il nostro territorio, zona marittima compresa, cioè anche i posti e i luoghi che dovrebbero “accogliere” i potenziali turisti.
In queste pietose condizioni, per forza di cose avverse al turismo, considerata anche la crisi economica che pervade l’Italia da nord a sud, com’è possibile ambire ad attrarre i turisti?
Il Comune di Corigliano, inteso come Istituzione non ha mosso un dito per favorire il turismo. Non ha pensato a un piano spiaggia; non ha pensato ad organizzare un “cartello” turistico (inteso come una possibile programmazione di eventi), così come normalmente avviene in tutte le zone a “vocazione” balneare; non ha pensato a una ri-organizzazione dei servizi intensificandoli quelli relativi proprio a quelle zone del territorio che avrebbero dovuto ospitare i bagnanti; non pensato anzitempo a come alleviare l’impatto dei lavori pubblici in cantiere con le esigenze dei pedoni e della “mobilità” delle auto; non ha predisposto un bel niente: tutto si è lasciato all’andamento del tempo, all’anarchia. Nei casi migliori si è sperato nella libera iniziativa del singolo, del privato.
Ecco che l’Estate coriglianese è morta prima del tempo, è stata abortita sul nascere. E di questo “rendiamo grazie non a Dio”, come recita un passo del Vangelo ma al nostro Sindaco e a questa sciagurata compagine politica che lo sostiene.
E così il momento tanto atteso (da pescatori, “marinari” e baristi ecc. ecc. ecc.; da gelaterie, pizzerie e ristoranti ecc. ecc. ecc.) e cioè della speranza di “avere” con l’attività delle proprie strutture dei possibili “introiti”, è andato perduto, senza il residuo di alcuna pur minima speranza di rivalsa, questo rende il tutto ancora più drammatico,
Al netto di tutto, questa Amministrazione comunale con il suo inoperoso dinamismo (non è un ossimoro ma è la pura verità, poiché ha dato il massimo nell’immobilismo e nell’apatia amministrativa), ha prodotto, concretamente: una “Tarantella” presso Piazza Salvatore d’Aquisto al tempo Quadrato Compagna; una serate d’Estate Coriglianese nel centro storico. Basta. Tutto qui. Due sole iniziative di questo tipo, senza considerare tutti i problemi relativi al territorio, possono reggere il Cartello di un’intera estate? Per altro che senso ha organizzare una notte ‘Estate nel Centro storico spendendo anche una miriade di soldini pubblici (finiti in mano a chi poi?), se non c’è l’evento, il fine, l’obiettivo da proporre? Forse per farsi una scialba passeggiata, tra l’altro nel caos del traffico mal regolato e gestito, tra i fumi di scarico e le urla di qualche spazientito automobilista? Non so. Queste domande e le successive riflessioni, dalle quali trarre delle risposte, ce le dobbiamo porre. Com’è possibile fare turismo con queste iniziative? Com’è possibile spendere soldi pubblici in maniera così insensata e improduttiva?
Altre realtà come la nostra, non molte lontane da noi (non citiamo Tropea che non c’è proprio paragone), anche se pur meno belle e meno favorite paesaggisticamente, vedi Gizzeria, Botricello, Roccella Jonica, sono riuscite a difendersi abbastanza bene, e comunque rispetto al “fallimento” nostrano sono andati sicuramente meglio.