“La gestione straordinaria ha evidenziato un notevole incremento della capacità produttiva e reddituale, che va incentivata non più con una liquidazione, ma con un ritorno alla normalità, con una gestione ordinaria.” Queste le parole con cui il sindaco Geraci, affrontando la questione della società Meris nel consiglio comunale del 24 settembre, ha tentato di nascondere la decennale gestione sprecona e malsana del mercato ittico di Schiavonea.
La Meris s.r.l. nasce nel 1998 per sanare la situazione di illegalità nella vendita dei prodotti ittici del nostro mare, ma è evidente che la consortile si sia trasformata negli anni in un autentico carrozzone politico: circa 30 amministratori del C.d.A. si sono avvicendati con vari titoli, ma soprattutto con la responsabilità e le competenze necessarie per accumulare perdite faraoniche in un settore strategico come quello della pesca e gravare con debiti per circa un milione di euro sul bilancio comunale.
Per queste ragioni la Corte dei Conti ha costantemente criticato la gestione perennemente deficitaria della società che solo dopo 14 anni è stata messa in liquidazione dal commissario prefettizio Scialla.
Seppure con 200 mila euro di crediti, la cui esigibilità è tutta da verificare, il liquidatore incaricato è riuscito in breve tempo ad ottenere almeno dei risultati registrando un risicato utile netto nei primi tre mesi di gestione 2013 contro i 13 mila euro di perdite registrati nello stesso trimestre dell’anno precedente, segno che non serve un nobel per l’economia a far quadrare i conti nel settore.
La società consortile Meris è stata utile, insieme ad altri fattori, per iniziare a sanare la situazione di caos ed infiltrazione della criminalità organizzata nella vendita del pesce, un percorso in realtà ancora affatto concluso, ma come accaduto per altre società ed altri settori, si è trasformata in una zavorra utile solo alla classe politica per speculazioni clientelari pagate coi soldi dei cittadini. Noi crediamo che il settore della pesca, così come in generale la valorizzazione delle risorse marine, sia fondamentale per la rinascita economica del territorio, ma affinché questo avvenga è necessario, una volta per tutte, abbattere sprechi e consorterie, soprattutto in questo momento, quando viene chiesto ai cittadini un ulteriore sforzo economico per evitare il dissesto del comune.
La gestione cosiddetta “ordinaria” consolidata negli anni, che ha permesso di risanare coi soldi dei cittadini le perdite della srl, deve essere sradicata radicalmente. La Meris deve diventare un servizio per la comunità.
La direzione della società e dell’intero settore deve essere urgentemente regolamentata dal comune in piena discontinuità con il passato, garantendo produttività ma soprattutto trasparenza assoluta. Inoltre è necessario inserire meccanismi e organi di controllo con cui i cittadini possono partecipare alle scelte amministrative della società, quegli stessi cittadini che fino a questo momento sono stati chiamati in causa soltanto per mettere mano al portafoglio e sanare le perdite ingiustificabili della Meris.
A partire da questa importante vicenda, il Movimento Terra e Popolo, a seguito delle battaglie ancora in corso sul servizio pubblico ferroviario, per un ciclo dei rifiuti virtuoso e per la difesa del tribunale dell’area della sibaritide, nasce anche a Corigliano per affrontare con forza ed unità la sfida per il rilancio del nostro territorio ed il benessere delle nostre comunità.
Movimento TERRA e POPOLO – Corigliano Calabro
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