Nella Sala Consiliare del Comune di Corigliano Calabro, lo scranno del Presidente del Consiglio Comunale è collocato più in alto, rispetto alle altre postazioni, sia dei singoli Consiglieri, che del Sindaco e dei membri della Giunta. Ciò non tanto per una scelta architettonica o estetica, ma, soprattutto, per sottolineare il ruolo di Super Partes che il nostro Statuto Comunale, all’articolo 19 bis, comma 3, assegna al Presidente della massima Assise cittadina, al quale “spetta il potere di direzione, d’impulso e di coordinamento nei confronti degli altri componenti il Consiglio”.
Per ricoprire questa delicata Carica istituzionale, quindi, sarebbe necessario scegliere con molta attenzione la personalità con le caratteristiche più adatte, sia morali che professionali, dotata della giusta esperienza politica, invece di utilizzare criteri di scelta degni del Manuale Cencelli.
Erano, queste, le prime elezioni amministrative dopo lo Scioglimento del Consiglio per ingerenza da parte della criminalità organizzata. Un anno fa, avevo sottolineato l’importanza di rilanciare il ruolo del Consiglio Comunale, per superare la grave crisi politico-istituzionale della Città: le elezioni amministrative avrebbero dovuto certificare, agli occhi dell’opinione pubblica e delle Istituzioni, la capacità dei cittadini di Corigliano di eleggere non solo il Sindaco, ma, soprattutto, un Consiglio Comunale rinnovato nei valori rappresentati. Invece, una campagna elettorale preparata male e condotta peggio, ha preferito focalizzare l’attenzione solo sulla figura di un Sindaco taumaturgo, trascurando il ruolo del Consiglio, che, invece, è il vero Paladino Politico-Istituzionale della Legalità, come da Statuto Comunale, articolo 18, comma 1, che recita: “il Consiglio Comunale è l’organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo ed adempie a tutte le funzioni demandate dalle Leggi statali e regionali”.
Anche questa volta, quindi, il Consiglio Comunale è stato ingessato nelle vecchie logiche della peggiore tradizione partitica. Il Sindaco, che in campagna elettorale aveva predicato l’importanza della collaborazione tra tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale, una volta eletto, ha immediatamente saldato il conto di vantaggiosi (in termini di voti) patti pre-elettorali stipulati con alcuni alleati di riferimento, con la spartizione di ogni Carica, anche la Presidenza del Consiglio, che, forse, avrebbe fatto bene a condividere con la minoranza. D’altronde, il Sindaco, già nelle vesti di Consigliere Comunale, nella passata consiliatura, dimostrò la sua visione culturale e politica, quando, ignorando l’appello del Gruppo dei Consiglieri che, dimettendosi, volevano tutelare l’autonomia e l’immagine del Consiglio Comunale, attese passivamente lo Scioglimento del Consiglio da parte del Presidente della Repubblica, mostrando scarso senso di responsabilità.
Vi è ora un problema di credibilità per il Consiglio Comunale di Corigliano Calabro: nonostante un’espressa richiesta di chiarezza da parte di quasi tutti i Consiglieri della minoranza, non si ha ancora certezza circa il destino della Carica più alta della massima Assise cittadina. Quanto sta accadendo, dovrebbe servire come elemento di riflessione per ciascun Consigliere, per rafforzare la consapevolezza del proprio ruolo e delle proprie responsabilità per il futuro di Corigliano: in virtù dell’articolo 22 bis, comma 2, dello Statuto Comunale, i Consiglieri Comunali “rappresentano la Comunità ed esercitano le loro funzioni senza vincolo di mandato, con piena libertà di opinione”. A tale proposito, alcuni Consiglieri di maggioranza, come accaduto nella prima Seduta del Consiglio, invece di rispondere alle osservazioni della minoranza con un atteggiamento superficiale, sullo stile della scorsa consiliatura, farebbero bene a preoccuparsi delle deboli prospettive di una Giunta con deboli competenze, forse inadeguate alla gravità dei problemi, mettendosi a studiare seriamente, per programmare possibili percorsi risolutivi. Questo, unitamente all’attività propositiva e di monitoraggio costante da parte della minoranza, sarebbe un modo per valorizzare il ruolo del Consiglio Comunale, che, in tal modo, potrebbe diventare concretamente un’Istituzione credibile a servizio del rilancio della Città.
Corigliano Calabro, 8 luglio 2013
Carlo DI NOIA, autore del libro “Il coraggio della vergogna”