Panorami mozzafiato fanno da cornice ad una piacevole discesa dai tratti “danteschi”. La natura selvaggia e in parte coltivata tratteggia uno scenario fiabesco, ma che invece è realtà. L’incantesimo è presto svelato.
Nell’area urbana di Corigliano esiste una città nella città, simbolo di fulgida storia ed impellente esigenza di riscoperta e valorizzazione del territorio.
Il Parco del Coriglianeto, le frescure e l’acqua limpida dell’omonimo torrente, l’antica “Valle dei Mulini”. Un patrimonio ambientale e culturale nel quale il tempo sembra essersi fermato, rendendo quasi surreale ciò che si vede con gli occhi e si percepisce col cuore. Una concreta possibilità di turismo rurale, a pochi passi dal centro abitato di Corigliano Centro, che induce alla riflessione sulle ipotesi di sviluppo e promozione di un territorio che stenta a decollare. Encomiabile l’impegno profuso, in tal senso, dalla Pro loco coriglianese guidata dalla sempre presente Valeria Capalbo, che con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e la fattiva collaborazione della Pro loco rossanese e l’associazione “Coriglianeto”, anche quest’anno promuove per il primo maggio la “Passeggiata Ecologica”, affinché tale preziosa risorsa naturalistica non vada persa, ma anzi fatta conoscere e apprezzare da cittadini e turisti.
Un percorso, questo che conduce alla “Valle dei Mulini”, che coniuga mirabilmente la storia con l’ambiente, le testimonianze di un tempo che non è più con quelle odierne. L’immagine di una brezza che fa dondolare nel silenzio della vallata coriglianese si traduce in un linguaggio ancestrale dai vocaboli comprensibili in modo differente. E quando da una struttura ormai diroccata e senza più traccia di presenza umana appare inequivocabile il segno lasciato da un forno per il pane, è naturale lasciarsi coinvolgere e commuovere. Rivedendo nella propria mente l’esistenza fornaia quaggiù, dove i raggi gialli paiono distendersi in modo più fertile.
Sopra un piccolo ponticello si cammina a ridosso di una cascata, anch’essa di piccole dimensioni. La sua acqua è fresca. Giusto quello che ci vuole per rigenerarsi. L’atmosfera e i colori inducono a tuffarsi in quelle acque. E lungo il sentiero è possibile anche fare un assaggio di more e lamponi dei numerosi rovi tutt’intorno.
Un vero e proprio scrigno incastonato tra verde, acqua e antichi forni. Un tesoro d’immane bellezza che merita di essere inserito in un circuito turistico per la gioia di quanti, e non sono pochi, hanno a cuore le sorti della città.
FABIO PISTOIA