Tutto resta fermo e nel buio più totale, nonostante le nostre dimostranze a più livelli istituzionali. È passato Natale…Pasqua …arriva l’estate il periodo in cui il lavoro si triplica rispetto al normale andamento…ma tutto resta fermo come l’acqua in uno stagno chiuso ormai putrefatta. ESPORSI in Calabria per difendere semplici diritti, previsti dalla nostra bellissima Costituzione Italiana, significa, farsi terra bruciata intorno.
Perciò, non solo stiamo difendendo, con le nostre umili forze, quei diritti minimi essenziali che rendono la vita di un essere umano dignitosa…ma ci scontriamo anche con quella mentalità retrograda in cui un cittadino deve fare come gli struzzi, mettere la testa sotto la sabbia e tacere. Caro Occhiuto, caro prefetto, care aziende di autotrasporti tutte, noi non lo abbiamo fatto e non lo faremo. In questo contesto, già disastroso di suo, la situazione si aggrava, quando a metterci la faccia è una donna che svolge un lavoro considerato per soli uomini. “Non assumiamo donne “…”lasciatela stare quella femmina da fastidio”!
Se ci fosse più rispetto reciproco e soprattutto rispetto dei diritti minimi essenziali, nessuna donna o uomo, che difende il diritto al lavoro sarebbe considerata “femmina fastidiosa”. Siamo indietro culturalmente troppo e questo lo notiamo tutte le volte che un essere umano prova, semplicemente , a difendere i diritti minimi essenziali di sopravvivenza: lavoro , sanità, giustizia, la vita! Come diceva Camilleri:”Gli italiani non amano sentire le voci libere, le verità disturbano il loro cervello in sonnolenza perenne. Preferiscono le voci che non danno loro problemi, che li assicurano sulla loro appartenenza al gregge. (Una voce di notte di Andrea Camilleri)
Portavoce di un gruppo di autisti licenziati dalla Simet S.p.A.
Renna Elda