La questione ENEL è stata da sempre una questione Rossanese per ovvi motivi, ricordiamo che per anni l’ENEL ha foraggiato e sostenuto il comune di Rossano con cospicue rimesse annuali per rifondere i danni che provocava al territorio.
Di questo accordo il comune di Corigliano è stato assolutamente tenuto fuori a torto o a ragione, anche se a mio avviso parte di quelle rimesse sarebbe onestamente spettato anche al territorio di Corigliano che per decine e decine di anni s’è respirato il fumo mentre Rossano si pappava l’arrosto!
Detto questo che mi sembra propedeutico per aprire un discorso serio ed equilibrato, oggi se si vuole aprire una questione “ENEL” mettendo in condizioni anche la cittadinanza coriglianese che fino ad oggi per quanto sopra ne è stata completamente tenuta all’oscuro,a mio avviso, si deve partire da una ricognizione storico conoscitiva e dell’evoluzione che in tutti questi anni dopo la dismissione, la questione ha rivestito nel dibattito politico e sociale, imprenditoriale ed economico Rossanese, per portare a “pareggio” anche la parte Coriglianese sulle conoscenze e le dinamiche che sono state o possono essere interessate in un’operazione di questo tipo, speculative o meno!
Non dimentichiamo tra l’altro, che già il nuovo Comune fuso e quindi anche la parte dei cittadini coriglianesi, completamente estranea a questa problematica, si è vista accollare il carico della stabilizzazione in blocco dei lavoratori quasi tutti se non tutti provenienti dalla dismissione della centrale ENEL o dal suo dall’indotto!
Perdendo irrimediabilmente, la parte coriglianese, la possibilità per il futuro di occupare quelle caselle che queste assunzioni hanno determinato nella saturazione della pianta organica comunale!
Oggi il Sindaco parla di “tavolo istituzionale”, di “contributo delle forze politiche e sociali del territorio”, ma messa così è semplicemente un annuncio sterile, un contentino per la propaganda, prima si socializzi il dibattito e le problematiche che la cosiddetta area urbana di Rossano ha masticato per anni, mangiato e … digerito o rimesso, e solo allora si potrà parlare di voler aprire veramente un dibattito che metta al centro gli interessi del nuovo territorio che oggi deve essere coinvolto nella interezza oltre che nella nuova diversa complessità !