Una storia che definire disumana è poca cosa. Accade a Corigliano e riguarda, per l’ennesima volta, i nostri amici a quattro zampe, sovente vittime d’inaudita crudeltà, come nel caso verificatosi di recente e reso pubblico nelle ultime ore da cittadini sensibili e attentamente impegnati su questo fronte.
Nelle scorse settimane, infatti, è stato avvistato nei pressi della zona industriale di Corigliano, da una volontaria dell’associazione “SOSquattrozampe Corigliano” (sodalizio che opera a stretto contatto con l’Ente Nazionale Protezione Animali – ENPA), un cane di taglia media, verosimilmente di razza pitbull, che vagava per la strada in gravissime condizioni di salute. Il cane era talmente magro tanto che si vedevano tutte le ossa del suo corpo, inoltre presentava evidenti sintomi di infezioni. La volontaria, a quel punto, allertava le guardie zoofile, una delle quali interveniva sul posto per recuperare il povero cane. Tramite la rilevazione del microchip, il cane veniva identificato e, insieme ad esso, anche il suo titolare. Si è proceduto, quindi, a portare urgentemente il malcapitato animale presso una clinica veterinaria di Cosenza, la quale diagnosticava, oltre ad uno stato impressionante di denutrizione, una serie di malattie, quali la leishmania, la filaria e diverse infezioni cutanee. Veniva, così, sottoposto a cure d’urgenza per scongiurare il pericolo morte. Le condizioni di salute, però, non lasciavano presagire nulla di buono.
Contestualmente veniva contattato telefonicamente il titolare del cane, di Corigliano, che alla domanda della guardia zoofila “possiedi un cane?” rispose con un secco “no”. L’operatore, a quel punto, gli riferiva di aver ritrovato un cane a lui intestato e che era stato trasportato in terapia intensiva presso la suddetta clinica veterinaria. Il titolare dapprima affermava, ammettendo che il cane era quindi suo, che quest’ultimo era sfuggito e che se ne erano perse le tracce, ma quando la guardia zoofila gli rammentava che l’animale stava lottando fra la vita e la morte, in clinica, lo stesso titolare dichiarava in maniera secca che non se ne poteva assolutamente occupare, perché stava per trasferirsi al nord. L’operatore, decisamente indignato per il comportamento della persona in questione, si apprestava, come suo dovere, a sporgere querela presso la Compagnia dei Carabinieri di Corigliano. Del fatto è stata notiziata ampiamente l’ENPA, che ha annunciato una vera e propria battaglia, finanche in sede giudiziaria, per contrastare questi fatti vergognosi e sconcertanti e per attuare una vera e propria campagna di sensibilizzazione sul problema del randagismo nel territorio del Comune di Corigliano Rossano, oltre che una serie di inchieste su episodi di abbandono e maltrattamenti verificatisi precedentemente sempre in questa zona.
L’iniziativa di portare all’attenzione della stampa questi fatti e di dare vita ad un vero e proprio progetto di tutela dei diritti degli animali è stata assunta, invece, da Francesco Albamonte, che invita tutte le associazioni animaliste, nonché l’Amministrazione comunale, a riunirsi e a mettersi in prima linea per risolvere questo importantissimo tema, che rappresenta un riflesso dello stato di civiltà del nostro territorio.
Fabio Pistoia