Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca o colore dei vestiti, chi non rischia, chi non parla a chi non conosce…
Sono i versi della poetessa brasiliana Martha Medeiros ma attribuiti erroneamente al poeta cileno Pablo Neruda. Non si può leggere questa meraviglia della poesia senza, ad esempio, meditare sul declino inesorabile della nuova città di Corigliano Rossano.
All’indomani del 9 giugno, data storica in quanto eletto il primo sindaco della città unica, il 74% degli elettori, almeno per un attimo ha pensato non solo ad un cambio di guardia della politica tradizionale, ma alla speranza di una “città nuova” con più servizi, più pulita, più efficiente. In molti hanno sognato un contatto diretto col nuovo Sindaco, il Sindaco del Popolo e dei giovani, dei precari e degli operai. In tanti hanno sognato un cambio di rotta rispetto al passato, una macchina comunale efficiente e una squadra di assessori competenti. Infine, anche i più scettici, accettando il responso elettorale, non hanno potuto fare a meno di zittire ed attendere. A sei mesi dall’insediamento della nuova amministrazione comunale, lo scenario della città unica, però, è triste, pietoso, lagrimevole e “tutto lentamente muore…” Nulla, assolutamente nulla è cambiato rispetto alla fallimentare amministrazione Mascaro ed alla successiva fase commissariale, se non, come in una scacchiera, la traslazione di uffici senza una minima programmazione né una chiara ed utile logica. Nulla è mutato nella organizzazione della macchina comunale, eppure, lo stesso sindaco aveva messo in primo piano la riorganizzazione interna. Ricordiamo il primo comizio dello stesso in Piazza Bernardino Le Fosse, in cui si squarciava la gola inneggiando ad una classe politica che aprisse una vertenza sanitaria atta a riottenere la nostra azienda sanitaria. Una vertenza sanitaria “sull’ hub and spoke” con una classe politica preparata a verificare questa possibilità. Si inneggiava alla rivalutazione di “tutto quanto è stato sommerso da decenni di mediocrità nei centri storici”; una nuova classe di dirigenti pronti ad intercettare risorse da spendere negli stessi centri storici, così come buona parte dei 2 milioni derivanti dalla fusione. Ricordiamo bene della promessa di una vertenza sul piano spiaggia, definito “strumento di controllo nelle mani degli amici di amici”; la promessa di mettere mano alla macchina comunale per liberarla da “apparati di funzionari”. Nello stesso comizio, disponibile oggi anche su you tube, lo stesso Sindaco Stasi recitava “…non muoverò nessuna unità operativa dai centri storici, nessun ufficio, perché i centri storici non vanno abbandonati”. Piazze affollate quando comiziava Stasi, gente che, quasi avesse visto un astronave guidata da “capitan Flavio” ha creduto ad alieni arrivati dalla cometa halley per salvare le sorti della nuova città di Corigliano Rossano. La gente si recava ai comizi per ascoltare “il capitano”, come i bambini prima di andare a letto, ascoltano dalle mamme fiabe incantate. …“Abbiamo intenzione di valutare le performance di tutto il personale; abbiamo bisogno di gente che sa cosa fare e non con chi parlare per essere aiutati dalla Regione o dalla Provincia; …abbiamo bisogno di mettere mano ai torrenti deturpati per favorire la costruzione edilizia; ….voglio andare a fondo su chi ha ostruito fossati e chi ha costruito su canali di drenaggio mettendo a rischio inondazione intere comunità”; voglio mettere mano al verde pubblico per ridare dignità alla città; …voglio risolvere l’annoso problema della bitumazione delle strade nei centri e nelle contrade,… voglio preventivamente mettere mano ai problemi di manutenzione nelle scuole e non aspettare l’inizio dell’anno scolastico”. Questo il libro dei sogni del “capitano degli alieni” che avrebbero dovuto rivoltare come un calzino le sorti di una città cronicamente malata. Queste le promesse di chi ad oggi, purtroppo continua a dormire senza volere essere disturbato. Tutti, oggi, aspettano quale sarà il metro di valutazione di dirigenti incapaci per valutarne la performance. Tante mamme ed insegnanti al 5 dicembre aspettano ancora l’accensione delle caldaie che in alcuni plessi scolastici ancora non è avvenuto. I cittadini sono stanchi di danneggiare le loro autovetture il quanto il manto stradale, diventato ormai un colabrodo, rappresenta un grave pericolo per se e per gli altri. Nelle contrade tutti aspettano si dia mano alla pulizia di canaloni di raccolte delle acque prima che il maltempo possa procurare danni a uomini e cose. Il decoro urbano, poi, tanto osannato dal “Capitano degli alieni” non ha precedenti; nelle contrade, ormai abbandonate al proprio destino, cespugli e sporcizia regnano senza controlli.
“Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca o colore dei vestiti, chi non rischia, chi non parla a chi non conosce…”
Corigliano Rossano 05/12/2019
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