Francesco, Giovanni, Anna e Alfonso Aversente sono stati oggi, loro malgrado, i protagonisti di un fatto di cronaca, grave quanto deplorevole. Prendere di mira, con decine e decine di sassi legati a funi con contorno di bottiglie, una struttura in fase di realizzazione, nel bel mezzo del Lungomare di Schiavonea, è atto a firma di codardi e vigliacchi, perché gente incapace di vivere e condividere, tale da rifuggire nella cultura dell’odio e della sopraffazione le rispettive frustrazioni.
Saranno gli inquirenti, naturalmente, a fare piena luce sull’accaduto. Certo è che dinamiche e caratteristiche della vicenda riconducono ben poco ad una goliardata, bensì ad un qualcosa di matrice più profonda e perpetrata con l’obiettivo di lanciare un “segno”.
Ed un “segno”, in effetti, c’è stato eccome. Gli anonimi autori del gesto hanno preso bene la mira. Tuttavia, le conseguenze del “colpo” da loro sferrato sono andate nella direzione diametralmente opposta a quella auspicata: è vero, il danno economico c’è stato, la rabbia e l’amarezza pure, ma il raid notturno si è ben presto trasformato in un mega boomerang per quanti si sono macchiati di tale ignobile azione.
Eh già. È infatti inconfutabile realtà quella che vede da questa mattina, fin dagli istanti successivi alla pubblicazione della notizia, i fratelli Aversente destinatari di numerosissimi messaggi di solidarietà e vicinanza, attestati di sincera stima ed amicizia provenienti da ogni dove, in un abbraccio virtuale spintosi ben oltre gli angusti confini comunali.
Gente comune e rappresentanti delle istituzioni, in lungo e largo del territorio provinciale e regionale, in queste ore manifestano sdegno per l’inqualificabile atto consumatosi nella complicità della scorsa notte e rinnovano l’affetto per la famiglia Aversente.
Cari Francesco, Giovanni, Anna e Alfonso, da oggi – e trattasi di opinione comune – siete ancora più forti e benvoluti. E non è una scarna consolazione ma la percepibile realtà. Perché il vostro essere “famiglia” nella quotidianità della vita privata come dell’impresa, da tanti di noi da sempre guardata con stima e ammirazione, anche in questa spiacevole circostanza è divenuto il vostro punto di forza, poiché tutta la comunità ha fatto memoria del vostro impegno sul fronte dell’occupazione, dello sviluppo, finanche della socialità in e per questa città.
Oggi il pensiero dei più, cari fratelli Aversente, ad iniziare da quello di chi umilmente scrive questi sparsi pensieri, dinnanzi a quelle scene di degrado e vandalismo all’interno della vostra moderna struttura in divenire, è inevitabilmente andato al ricordo di una straordinaria figura del nostro tempo: il vostro indimenticabile Papà. Perché ovunque il Commendatore Giorgio oggi si trovi, sicuramente in un posto avvolto dalla Luce, sarà ancora più orgoglioso di avere avuto dalla vita un grande regalo come siete stati voi figli, che continuate con impegno, rigore e sacrifici a portare avanti molteplici attività sempre sol sorriso e all’insegna della generosità e del pubblico impegno, proseguendo sulla scia del radicamento sul territorio e nella cieca fiducia della sue potenzialità nonostante le avversità.
Cari fratelli Aversente, quest’oggi pensavano di farvi del male e invece, paradossalmente, hanno finito per farvi ulteriormente circondare di bene. In fondo, è l’eterna lotta tra il Bene e il Male. Noi sappiamo già chi vincerà.
Fabio Pistoia