Il Tribunale di Castrovillari ha deciso: gli imprenditori Damiano e Antonio Perrone (in foto), rispettivamente padre e figlio, possono lasciare gli arresti domiciliari in luogo di una misura sostitutiva, e certamente più lieve, ossia l’obbligo di dimora. La decisione ha effetto immediato ed è stata comunicata questa mattina agli interessati da parte degli uomini della Guardia di Finanza.
Il provvedimento è stato disposto dal pm Facciolla ed accolto dal gip Colitta nell’ambito dell’operazione “Comune accordo” scattata il 12 luglio scorso e riguardante il sistema degli appalti nel Comune di Corigliano. Nei mesi scorsi, come si ricorderà, era stato inoltre disposto il dissequestro totale dei beni della famiglia Perrone, in piena accoglienza delle tesi dei legali Armando Veneto e Luigi Malomo, difensori di Damiano e Antonio Perrone. Per l’altro componente della famiglia, Alessandro Perrone, difeso dall’avvocato Vincenzo Santella del Foro di Castrovillari, è stata disposta la revoca della misura coercitiva dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
A fronte del consistente lasso di tempo decorso all’applicazione della misura in atto, si è pertanto ritenuto che le esigenze cautelari ravvisate nei confronti di Damiano e Antonio Perrone “possano ritenersi attenuate, ancorché non completamente venute meno”, tale da consentire di essere tutelate con la meno afflittiva misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza. I due hanno dunque l’obbligo di non lasciare la propria residenza dalle 22 della sera fino alle 7 del mattino seguente.
Naturalmente, la vicenda giudiziaria per i Perrone non termina qui, proseguendo nelle sedi opportune, in particolare per i geometri Damiano e Antonio, per i quali si attende a breve la decisione della Cassazione per la loro rimessione in libertà.
Fabio Pistoia