Dopo una notata di maltempo stiamo nuovamente piangendo i danni, gli incidenti, le frane, gli allagamenti e così via. In nessun caso si tratta di fatti naturali: non in Calabria, dove i disastri nei centri abitati sono dovuti alla speculazione edilizia. Non sono gli argini delle fiumare o dei canali di scolo, che hanno ceduto, qui le fiumare e i canali sono stati convogliati e raddrizzati, nella migliore delle ipotesi, come se la forza dell’acqua avesse il manubrio e la facoltà di curvare durante il tragitto, ma la cosa più insensata è che frequentemente, nei centri urbani, sono stati ridotti gli alvei e ricoperti di cemento, per poi costruirci sopra.
Le colpe di queste tragedie non sono del tempo atmosferico e nemmeno, come qualcuno vorrà farci credere nei prossimi giorni, della “burocrazia”, o della “giustizia amministrativa”. La responsabilità è dei governi, dall’ultimo ai precedenti, che non hanno mai fatto un piano pubblico per il riassetto del territorio e contro il dissesto idrogeologico, come proponiamo da tempo, noi di Rifondazione Comunista, che darebbe lavoro a tantissime persone e certamente limiterebbe i danni e la conta dei morti ogni volta che il maltempo imperversa sul nostro Paese. Nel Decreto “Sblocca Italia”, ci sono pochi spiccioli per il rischio idrogeologico e € 4 miliardi per finanziare ulteriori cementificazioni!
Va urlato forte e chiaro che la principale causa del disastro è la cementificazione selvaggia, di cui porta la responsabilità il partito del cemento, cioè la politica subalterna ai costruttori, da decenni. Di questa pessima tradizione nazionale e locale, di quel blocco di interessi, il Premier Renzi, l’attuale ministro Galletti, così come il suo ex Lupi, sono i nuovi garanti in perfetta continuità con Berlusconi. Basti vedere che razza di norme hanno proposto e approvato negli ultimi anni. Va, inoltre, ricordato che le diseconomie prodotte dalla speculazione edilizia, ricadono sui cittadini, sotto forma di fango, disagi per la comunicazione, per la mobilità ed i collegamenti, oltre ai danni materiali ad immobili, terreni e colture. Facciamo nostra la protesta dei comitati contro le tecniche estrattive previste nello “Sblocca Italia”, in programma anche in questa parte dello Jonio, in un futuro ormai prossimo, alla lettera aperta con cui urbanisti, architetti, esperti hanno chiesto la rottamazione della proposta di legge dell’ex ministro Lupi, per il malgoverno del territorio. Gli interessi di costruttori e speculatori, hanno sempre collimato con le prospettive sviluppiste delle Amministrazioni locali. Il Prc territoriale e Nazionale, si è espresso più volte sulla necessità di modificare approccio e direzione rispetto alla questione del dissesto e del risanamento Idrogeologico. Sono anni che diciamo, sempre inascoltati purtroppo, che ciò che manca è la manutenzione del territorio, la pulizia dei canali di scolo e degli alvei dei fiumi, piuttosto che il lavoro di cura dei luoghi e degli spazi comuni, che può creare subito migliaia di posti di lavoro. Difendere il territorio creando posti di lavoro, dunque, questa è la proposta di Rifondazione Comunista contro la crisi e contro gli annunci sempre disattesi di Renzi e del suo governo fantoccio. Quello della messa in sicurezza del territorio italiano, per il PRC, è un problema non più procrastinabile…!!!
Corigliano Calabro, 13 ago 2015
Antonio Gorgoglione (Presidente Provinciale PRC – Cosenza)