Ogni volta che mi reco al Centro storico e m’immergo nel silenzio angoscioso della piazza, ho l’impressione che il vetusto paese porti la croce della dimenticanza e dell’abbandono ! Ma un tempo non era così …. Era certamente Luigi il più simpatico e canoro venditore di frutta tra quelli che avevano il loro bancone di vendita nella piazza dell’Acquanuova o nel mercato del Fossobianco.
Piuttosto robusto di corporatura e con una faccia paffuta e rubiconda , in cui erano incastonati due occhi intelligenti e vispi , il venditore di frutta , sin da quando era un ragazzino con i pantaloncini corti , aveva imparato a guadagnarsi da vivere ; ed era solito alzarsi presto la mattina … che ancora non era fatto giorno .
Era tra i più mattinieri assieme agli spazzini comunali che , con le loro robuste scope di frasche , andavano ramazzando vicoli e stradelle : provocando sommessi fruscìi che avevano il merito d’interrompere delicatamente il sonno degli abitanti del paese.
Luigi cominciava a rumoreggiare un po’ più fragorosamente , dovendo approntare con le gabbiette di legno , il bancone di vendita al mercato del Fossobianco od il banco all’esterno del suo negozio che si affacciava sulla via Roma … e che appariva agguerrito di frutta e di verdure d’ogni genere e colore .
Si faceva l’ora che il cuore della via cominciava a pulsare più freneticamente con l’arrivo di motocarri e camioncini che rifornivano di merci i negozi ; mentre i contadini , a frotte sulle loro biciclette o motorette o traini , si precipitavano lungo la via per guadagnare le sottostanti campagne .
Luigi era già bell’e pronto al mercato ed aveva finito di ordinare i mazzi di verdura da una parte e le cassette di frutta dall’altra ; li aveva abbondantemente spruzzati di acqua fresca per rendere la frutta e la verdura più viva … specialmente d’estate quando , di lì a poco , la calura si sarebbe fatta sentire .
Intanto erano arrivati in piazza anche i pescivendoli e fra poco … si sarebbe perciò scatenata la <bagarre > della pubblicità delle merci . Non appena Luigi sentiva che i pescivendoli cominciavano a magnificare la bontà e la freschezza dei loro pesci , con voce chiara e squillante – che sovrastava tutte le altre – cominciava a pubblicizzare la sua merce .
Era soprattutto nel tempo della bella stagione che la voce canora e garrula del nostro venditore di frutta esplodeva argentina e si diffondeva nell’aria : raggiungendo rioni e quartieri abbastanza lontani dall’originario luogo di emissione .
Erano perciò le susine , le nespole , le albicocche , le pere <zuccheroecannella> , i fioroni , le pesche ,i cocomeri ed i meloni ad essere reclamizzati da lui con espressioni popolari e gentili ; anzi quasi liriche che mai avresti detto potessero uscire da un cervello ed un cuore di venditore di frutta !
Rispondeva con voce piuttosto stonata e da basso zi Giovanni erbivendolo – emigrato poi in America – che aveva bottega quasi alla confluenza della strada nella piazzetta e che reclamizzava la verdura fresca , arrivatagli appena dalla campagna .
Sembrava che i galli mattutini avessero smesso di rincorrersi con i loro chicchirichì … per dare modo ai fruttivendoli di beccarsi vicendevolmente con le loro voci … e superarsi nel tono in un prolungato alternarsi di botta e risposta …
Ma né zi Giovanni né zi Francesco né zi Natale potevano competere od avevano la qualità di appannare , superare , confondere , la voce stentorea di Luigi che dava alla piazzetta dell’Acquanova ed alla via Roma … quella magica musicalità ed allegria , tipiche dei festosi mercati partenopei . Luigi gridava :
“ Come sono dolci e zuccherine , stamane , le pere e le albicocche : sembra che ci abbiano versato miele dentro ! … “
Qualcuno un po’ timoroso allungava la mano , arraffava qualche albicocca o pera e , dopo averla assaggiata , con la mimica del volto esprimeva tutta l’ineguagliabile squisitezza della frutta ; e rassicurava , al riguardo , i numerosi acquirenti che già affollavano il bancone di vendita .
Era poi la volta dei pomodori e dei cocomeri ad essere giustamente reclamizzati : “ Sono rossi più del fuoco e più del sole … e più dolci dello zucchero … provate signo’ !” E , così dicendo , agguantava una bella e grossa anguria – che nella sua mano sembrava non pesare più d’una arancia – e , con il suo coltello affilato , incideva lestamente , in quattro parti , una porzione di corteccia superficiale : provocando una ferita di forma quadrata .
Ne veniva fuori un pezzo di polpa davvero rossa come il sole del tramonto … e dolce e rinfrescante come un gelato estivo . Era la garanzia che il venditore di frutta assicurava ai clienti più poveri che non si potevano permettere il lusso di comprare a cocomero … chiuso !
Anche i meloni – quelli gialli ed i verdelli – avevano la giusta pubblicità di lodi e di cure da parte del garbato venditore ; sembravano anzi essere i suoi figliuoli prediletti : tanto venivano da lui accarezzati quando li adagiava sulla bilancia per la pesa .
“ Profumano di banana e di fragola … comprateli comprateli , signo’ ! “
Era incomprensibile a molti tanta giovialità e vitalità da parte del nostro venditore di frutta . Ma qualcuno segretamente sapeva il motivo perché tanta allegria e simpatia farfalleggiassero sul suo volto rossiccio . Il giovane fruttivendolo doveva pensare a formarsi una famiglia e sapeva quanto denaro occorresse per realizzare tale suo sogno ; e , d’altra parte , aveva sperimentato sulla sua pelle di ragazzo lavoratore quanto fosse duro e difficile , di quei tempi , guadagnarsi da vivere e portare una famiglia avanti.
Così il nostro canoro venditore di frutta … la merce , specie se buona e … buona lo era davvero , se la faceva pagare a buon prezzo e come !!! Infatti non erano presenti sul suo banco di vendita né lo sconto né la piena misura … se non quella giusta dettata dalla bilancia .
Ma dopo tanti anni di lavoro indefesso e di grida canore , il venditore di frutta passò improvvisamente a miglior vita . Il mercato, la piazzetta , il tratto di strada , che sembravano vitalizzarsi con la sua presenza gioviale e risuonavano delle sue grida allegre , apparvero tutto ad un tratto come gabbie d’uccelli mute .
( dal mio libro GENTE DI PAESE/ GENTE DEL SUD )