Pagano con denaro pubblico, da loro non sudato, un ufficio stampa – o meglio un “ufficio propaganda” – esterno al Comune. Lo pagano per raccontare attraverso gran parte della stampa quotidiana che da tempo ha abdicato al proprio ruolo, cumuli di balle cui non credono neppure i pochi stolti del paesotto, Corigliano Calabro.
A volte per spararle davvero grosse e grasse, come l’ultima sortita in cui il sindaco Giuseppe Geraci invocava l’intervento dell’Esercito italiano per arginare il fenomeno del vandalismo nei luoghi d’aggregazione sociale come il lungomare ed il parco comunale.
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