Domani i nostri politici decideranno sul futuro del nostro comune. E’ evidente che se siamo arrivati a questo punto è grazie al pressapochismo, la superficialità e soprattutto il non avere una visione del paese, dei politici nostrani. Si perché solo tutte queste cose messe insieme posso far scaturire una decisione non pensata come questa. Capisco che sono in grossa difficoltà, presi dalla giacchetta dai dirimpettai rossanesi, che forse una idea di come poter gestire la cosa se la sono fatta, come sempre stato.
Non è un’accusa alla classe politica rossanese ma se la questione Enel, questione uffici pubblici (Tribunale, Inps, agenzia delle entrate, etc.), la gravosa questione sanità sono casi ancora attuali che evidenziano un rapporto non idilliaco tra i due comuni, bè allora qualche domanda dobbiamo pur porcela prima di sposarci. Non possiamo pensare che nascondendo la polvere sotto il tappeto la casa diventi magicamente pulita, prima o poi bisognerà affrontare queste questioni. Pensare di farlo poi, come se adesso avessimo cose più importanti a cui pensare, la fusione, non è una cosa ne saggia ne tantomeno intelligente. E’ evidente che a Rossano ci sta un modo di fare politica, intesa come interesse e propensione al miglioramento della vita di tutti i cittadini, un po’ più accettabile, ma assodato ciò non possiamo pensare di risolvere i nostri problemi assoggettando la nostra politica alla loro. Non possiamo continuare a non fare politica e lasciare che gli altri ci dettino la loro agenda. Non funziona così e la realtà che viviamo oggi ne è la dimostrazione. La colpa di tutto è nostra, di noi coriglianesi, che abbiamo consentito che chiunque si potesse permettere di fare politica: tanto basta che mi dia qualcosa in cambio, anche e soprattutto le briciole, purché solo mie. Ed oggi la maggioranza della popolazione vive solo di questo…briciole! Questo vuoto che ci portiamo ormai da troppi anni ha prodotto una classe dirigente che in realtà non sembra essere nemmeno capace di dirigere se stessa, magari saranno anche bravi a fare i propri conti ma il fatto è che non si vive solo di quello. Senza una visione ed una riflessione vera e profonda sul senso da dare alla propria esistenza ed alla comunità in cui si vive non è possibile fare politica seriamente. Quella nostra non è politica ma solo affari, e quando gli affari finiranno non ci sarà più una comunità da cercar di migliorare ma macerie e conflitti sociali.
Libero pensatore