Quando succedono catastrofi la solidarietà è d’obbligo; non serve piangersi addosso.
Sarebbe altrettanto d’obbligo individuare il perché succedono queste cose e scoprire le reali responsabilità di chi, pur pagato per il controllo, “aveva occhi perennemente bendati”.
Ciascuno di noi percorre chilometri di strade in assenza di giusta pendenza, cunette, griglie e convogliamento o raccolta di acque, ognuno nota strutture ed interventi alla “Carlona”…. basta che si asfaltino le strade e tutti siamo felici e contenti perché, con i soldi pubblici, otteniamo un tappeto ben percorribile per le nostre amate automobili!
Smemorati di storia, risultano invisibili gli “ibridi” interventi che, sarebbero stati impensabili per i nostri nonni: costruire in valloni, in invasi naturali, sottoquota o dove sabbie e detriti, pecore morte o tronchi erano trascinati a seguito di temporali.
Perseguendo business, con molta arroganza, di fare quello che pare e piace, convinti di essere “er più…” verificato, oltretutto, di farla franca in varie occasioni, contribuendo anche ad orientare i Piani redatti, scavalcando norme e studi, utilizzando sistemi, metodi e persuasioni varie, avallando anche <<l’impossibile>>, per il tornaconto personale, il territorio è stato foggiato a labirinto e letamaio, dove la collettività è succube.
La tela di Penelope della parvenza di legalità, sostenuta da illegalità, si è rotta.
Ormai non è attuabile una sistemazione ottimale dell’esistente, nonostante , con buon senso, sarebbero possibili diverse migliorie nell’ambito delle situazioni assurde presenti.
Conscio di ciò, mi sento irritato nel sentire frasi usurate: è una sfortuna! E’ colpa dell’abusivismo!… Facendo capire che gli atti “timbrati”, ritenuti<<regolari>>, sono consoni ai regolamenti e alla corretta applicazione delle norme e sopratutto, alla giusta equa amministrazione e gestione delle medesime.
Il Ministro ha affemato: mai più condoni edilizi.
Ovviamente non sono un sostenitore dei Condoni, qualificabili come fallimento delle norme, ma l’occasione dei condoni aveva offerto una opportunità di verifica, attenzione e recupero di quanto era presente sul territorio.
Non è stato così.
Per come previsto nella legge sul condono, non sono stati redatti i Piani di Recupero, varianti ai Piani, aggiornamenti, nè l’Amministrazione ha indicato criteri, perimetrazioni, linee o connessione con l’esistente o con i Piani e studi corposi presenti e riproposti, in pompa magna, in diverse occasioni, con il risultato di accogliere istanze d’ogni genere, senza adeguare urbanizzazione, ecc.
Tutto è autorizzato, anche edifici dove, per esempio, era stata prevista una strada nel Piano Regolatore! Sin dal 1980 il PRG è stato ed è un esempio di “fantoccio” da sagomare ed interpretare.
Anche nella gestione dei condoni si è verificato <<l’impossibile>>, per come suddetto.
Le pratiche, lasciate anni in letargo, ad un tratto sono diventate oggetto d’interesse, con energie concentrate sia per ampliare l’entità di quanto condonato che, per la richiesta di documenti, divenuta più corposa degli stessi progetti regolarmente assentiti, travalicando lo spirito e le norme di legge.
Non nego ovvie agevolazioni date ad personam , sostenute da evidenti cancellature e manomissioni di registri di protocollo, oltre a richieste dell’ufficio/commissioni, svolte fuori ogni ragionevole tempo (come presentare le foto oggi, a distanza di 30 anni, visto che le foto di oggi non ci danno la certezza di quanto era presente 30 anni prima!) mentre la legge indicava 120 giorni per l’integrazione dei documenti.
Ironia della sorte, sembra che le disattenzioni hanno per oggetto argomenti fondamentali importanti per l’intera collettività, mentre le attenzioni si concentrino su argomenti, che pur risultando, di per sè ben definiti e formalizzati, vengono vagliati a distanza di anni e al limite della prescrizione, scomodando norme “ oltre le norme” ragion per cui vengono contorti e resi complessi, tale da dare apparentemente un rispetto alle regole, in un ambito pericolosamente qualificabile come irregolare .
Detto comportamento ha alimentato una collaudata e consolidata immunità e sicurezza nel proseguire il metodo adottato da tempo.
Arch. Natale Saccoliti