La ”Silenzi…Voci…Sorrisi”, associazione nata dall’unione di familiari e pazienti del CSM di Corigliano Calabro, sente il dovere di condividere con la comunità le azioni che si cerca di portare avanti, con enormi difficoltà, per far emergere le criticità del sistema salute mentale sul nostro territorio.
Due sono stati i momenti di riflessione e discussione tra noi e le istituzioni sanitarie: la riflessione aperta su Psichiatria e Comunità, del 28 novembre a Corigliano, e l’incontro del 4 dicembre presso il dipartimento di salute mentale di Cosenza.
Nella riflessione del 28 novembre è stato posta all’attenzione dei presenti, dal Dott. De Novellis, responsabile del CSM di Corigliano, una carenza dei servizi domiciliari e riabilitativi dovuta ad una presunta congestione del nostro CSM, soffocato da casi ambulatoriali di “piccola psichiatria”, consulenze e pratiche amministrative (porto d’armi, rinnovo patente, etc). Ci chiediamo come sia possibile dare priorità ad atti amministrativi, prettamente burocratici, tralasciando completamente il ruolo di cura ed assistenza medica alla base di questa istituzione? Eppure il responsabile continua a mostrarsi disponibile, nelle parole, ad avviare un percorso condiviso e di assistenza vera, ma nei fatti puntualmente si dimostra vago ed inconsistente.
Nell’incontro dipartimentale del 4 dicembre, invece, dagli interventi dei responsabili territoriali sono emerse diverse problematiche sul ruolo del dipartimento e sulla sua organizzazione. Se da un lato, gli operatori denunciano un completo abbandono delle istituzioni superiori, dall’altro si è constatato una organizzazione interna incapace di far fronte ad un fenomeno sociale che rischia di esplodere in tutta la provincia.
Il Direttore del dipartimento, Dott. Filippo, ha annunciato verifiche sul personale, sulle troppe assenze ed inabilità alla mansione che dimezza quotidianamente l’organico già esiguo delle strutture dipartimentali, minacciando anche azioni eclatanti. Il Direttore ha inoltre riaffermato la necessità di tenere aperti i CSM, dislocati sul territorio, 12 ore al giorno su sei giorni la settimana, così come previsto dalla normativa nazionale e regionale.
Come associazione di familiari e cittadini abbiamo ribadito l’enorme lontananza tutt’ora esistente tra il DSM, un insieme di strutture e servizi, scollegati e inadeguati che smistano e selezionano senza prendere realmente in carico il paziente, e le reali esigenze delle famiglie. Abbiamo evidenziando la necessità di riorganizzare i servizi del dipartimento e avanzato proposte per progetti formativi, per valorizzare ed ottimizzare al meglio le risorse esistenti ed insieme avviare un percorso di collaborazione e formazione di familiari, volontari e utenti, anche al fine di sopperire alle carenze di risorse umane esistenti.
Non possiamo più accettare che il TSO o il rientro forzato in SPDC di una malato anche grave possa essere considerato un percorso di cura utile alla persona, perché la manifestazione acuta è in sostanza legata ad un deficit dell’intervento preventivo. Inoltre la sua soluzione non può essere sanata in un contesto freddo e segregante, che dopo 10/15 giorni ti riconsegna ad un territorio che non ti segue, al solo fine di rendere questi internamenti ciclici e la malattia cronica.
La distanza tra i cittadini ed il DSM resta profonda, ma la gravità della situazione ci spinge a cercare un dialogo al fine di costruire insieme, cittadini ed operatori, un dipartimento della salute mentale, punto di riferimento e di attenzione costante per i cittadini e per le politiche dell’ASP di Cosenza.