Ci ha lasciati Maria Le Voci alla vigilia di una di quelle feste, l’Assunzione, alla quale lei teneva tanto. Questo nome, soprattutto ai giovani, dice poco, ma a chi come me si sta avvicinando ai 60, dice tanto. Maria Le Voci era nata a Castrovillari 92 anni fa, ma già all’età di 13 anni, pensate nel lontano 1936 venne ad abitare qui a Corigliano Scalo con la sua famiglia, questo perché il suo papà Nicola vinse il concorso di Postelegrafonico e gli venne assegnata proprio la sede di Corigliano. Quindi la signora Maria ha vissuto in prima persona la storia della Stazione.
Ha avuto modo di veder crescere questa frazione dal nulla a quella che è oggi, con tutti i suoi problemi urbanistici, di vivibilità e soprattutto sociali. E’ stato un modello esemplare di moglie, di madre e di donna di chiesa. Tutti i parroci che dai primi anni 40 si sono avvicendati in questa parte del territorio coriglianese hanno avuto nella signora Maria un punto certo di riferimento per il catechismo e non solo perché la Le Voci ha dato sempre la propria disponibilità con autentico slancio cristiano. Don Vincenzo Longo, autentico cultore di vita e storia locale, personaggio poliedrico capace di avviare iniziative che sono andate sempre nella direzione di far crescere il livello socio-culturale cittadino, nel 2000 in occasione di un evento triste per lui, la morte del caro e amato papà Salvatore, ha regalato ai cultori di storia dello Scalo un prezioso volumetto, pensate di appena 44 pagine, ma cariche di amore, dedizione, date, ricordi e tanto altro necessario a ricostruire in po’ la vita di questa comunità. Ed in questo volumetto intitolato “Quasi un diario” don Vincenzo Longo, che è stato anche parroco della chiesa Maria SS. Delle Grazie, ci fa conoscere aspetti molto interessanti della storia dello Scalo proprio attraverso il racconto preciso, puntuale, amorevole e semplice di Maria Le Voci. Ed è in quelle pagine che la signora Maria dichiara il proprio sconfinato amore nei confronti della Chiesa: “Sin da piccola frequentavo la chiesa del mio paese ed all’età di 10 anni ho cominciato a collaborare con una ragazza già impegnata in parrocchia. Fu quella la mia prima esperienza”. Nel 1936 la signora Le Voci si trasferisce qui a Corigliano, ha appena 13 anni, e nonostante i problemi logistici che qui esistono, infatti all’epoca non esisteva una chiesa, lei non si perse d’animo: “Non c’era la chiesa – racconta – e per ascoltare la Messa bisognava andare al Villaggio Frassa, dove celebrava il cappellano della Bonifica, Salvatore Barbieri. Li ho conosciuto un’insegnante, la signorina Romeo, la quale, tenendo molto alla preparazione dei bambini alla Prima Comunione, mi chiese di aiutarla. Bisognava andare a piedi e così con pazienza, sacrificio, ma con gioia, basandomi sul catechismo di S.Pio X e sullo stesso testo delle Aspiranti, preparai sette bambini. Per confessarli li portammo con la “Littorina” a Rossano dai Padri Giuseppini e la domenica successiva ricevettero da don Salvatore la Prima Comunione”. Questa era Maria Le Voci, ma accanto a ciò vorrei riportare le parole che usò nel volumetto don Vincenzo Longo nei suoi confronti: “Al secolo conosciuta come la “signora Le Voci”, questa semplice e saggia donna “piena di Dio”, ha rappresentato per oltre 50 anni un autentico riferimento per la comunità dello Scalo”. Questa era Maria Le Voci. Tanto volte abbiamo avuto modo di incontrarla e di parlare con lei, l’ultimo incontro lo abbiamo avuto nella casa della figlia Anna lo scorso mese di ottobre. Abbiamo parlato della storia dello Scalo, tante informazioni utili e importanti ci ha dato, poi ricordo un particolare, non ricordava il nome di un prete che aveva regalato alla Chiesa dello Scalo la statua dell’Addolorata, ebbene il giorno dopo mi fece telefonare dal nipote Francesco per dirmi il nome. Carissima signora Maria, grazie per quello che è stata per la nostra comunità dello Scalo, per la famiglia De Pasquale e soprattutto zia Serafina e per me. Ci siamo voluti bene e stimati. Un caro saluto in un momento di dolore come quello attuale vanno alla figlia Anna ed i suoi cari nipoti Francesco e Miriam, che lei amava tanto.
Lei oggi cara signora Maria ci ha preceduto “nella casa del Padre”.
Preghi perché anche noi possiamo proseguire il nostro cammino nella fede, speranza e carità, nella salute e nella malattia, e giungere un giorno a lodare e godere Dio in paradiso.
“Un pezzo di paradiso aggiusta tutto” – diceva Don Bosco.
Giacinto De Pasquale