Vi è una cosa che mi infastidisce molto nelle discussioni politiche in cui sempre più raramente m’intrattengo: ed è quando qualcuno a cuor leggero addossa la colpa della crisi economica e sociale che stiamo attraversando alla gente, che essendo troppo ignorante dicono sia convinta di essere nel migliore dei mondi possibili, quando in realtà non si accorge di vivere, perché drogata dai finanziamenti assistenziali, in un sistema da sempre in crisi per inefficienza da troppo statalismo.
Molte sono le persone convinte che sia una mancanza di carattere culturale a far desiderare ai coriglianesi (e ai meridionali in generale) un modello socio-economico impoverente, elemosiniere, assistenziale, poco liberale, che pur sembrando fonte inesauribile di benessere, rende tutti pezzenti e schiavi, poiché disincentivando il merito, lo spirito d’intrapresa, il lavoro, la concorrenza, il libero mercato, la ricchezza (degli altri) invece di crearla la distrugge. In realtà è vero l’opposto.
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