Con l’adesione al progetto educativo “Ciak UN PROCESSO SIMULATO … PER EVITARE UN VERO PROCESSO” promosso dal Tribunale dei Minorenni in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria, l’Istituto Comprensivo “Erodoto”, guidato dalla Dirigente Scolastica dott.ssa Susanna Capalbo, ha inteso offrire una preziosa opportunità formativa agli alunni delle classi terze della sc. Secondaria di 1° grado e ai relativi docenti, nonché un contatto diretto con il luogo dove si amministra la giustizia e quindi dove si garantisce la Legalità.
Mercoledì 18 febbraio gli alunni, prima di vestire i panni degli attori, hanno incontrato nell’aula Magna “G. Cortese” dell’Istituto Erodoto, i giudici onorari del Tribunale dei Minori di Catanzaro, Roberta Mallamaci e Luisa Romano. Attraverso racconti di minori coinvolti nell’uso e nello spaccio di sostanze stupefacenti e la proiezione di slide scientifiche volte a far vedere e capire i danni che tali sostanze provocano sul cervello degli adolescenti, le relatrici sono riuscite ad avviare un interessante dialogo con docenti e alunni sulle conseguenze derivanti dal consumo di sostanze stupefacenti e sull’importanza delle regole, che sono il fondamento per una vera realizzazione personale e non un limite della libertà individuale, come spesso sono vissute dagli adolescenti.
Dopo questo primo incontro di formazione, sabato 21 febbraio 2015, gli alunni accompagnati dalle prof.sse di lettere, Filomena Berardi, Lucietta Visciglia e Monia Anelli si sono recati presso il Tribunale dei Minori di Catanzaro e mettere in scena “CIAK: UN PROCESSO SIMULATO … PER EVITARE UN VERO PROCESSO”.
Gli alunni e le docenti sono stati cordialmente accolti dal dott. M. Martelli che li ha guidati nella visita alla Cittadella della Giustizia minorile di Catanzaro, tra gli sguardi imbarazzati e a volte timorosi dei ragazzi, ma anche interessati e curiosi nel vedere e capire che il Tribunale non è solo un luogo punitivo dove i minorenni vengono accompagnati per subire un processo in seguito alla loro condotta delinquenziale, ma è anche un luogo di tutela del minore, che ne garantisce il diritto alla vita, alla libertà, alla famiglia, all’istruzione, alla salute e ne riconosce e rispetta l’identità.
Dopo aver conosciuto direttamente giudici e funzionari, gli alunni sono stati protagonisti di un processo simulato a carico di studenti della sc. Secondaria di 2° grado, alla presenza di veri magistrati e giudici onorari, tra i quali il dott. Francesco Eboli, referente del progetto. Attraverso la simulazione gli alunni hanno indossato la toga e hanno interpretato i ruoli del presidente, del pubblico ministero, dell’avvocato, dell’imputato, del testimone e persino del falso testimone, per apprendere dal vivo e da protagonisti le dinamiche della giustizia e i ritmi di un processo. Molto coinvolgente la proclamazione della sentenza che ha visto (sempre nella simulazione) la condanna degli imputati e il conseguente percorso di riabilitazione per coloro che si sono dichiarati pentiti e desiderosi di riscatto.
Alla fine tra i giudici e le prof.sse si è intrecciato un interessante dibattito sul tema della violenza e della illegalità che caratterizza il comportamento dei minori il quale sta acquisendo sempre maggiore preoccupazione in tutti i contesti soprattutto a causa delle trasformazioni sociali provocate dalle nuove tecnologie, da modelli educativi e di relazioni inter-generazionali che trovano adulti sempre meno preparati ad affrontare e contenere le condotte trasgressive.
“La consapevolezza ormai diffusa che gli adolescenti vivono una dimensione esperienziale dove il confine tra legalità e illegalità, tra giusto e ingiusto, tra reale e virtuale appare sempre più confuso e labile, e la positiva esperienza che questo TRibunale ha già realizzato nell’ambito di alcuni progetti educativi , ci porta a riconsiderare il ruolo che questo stesso TRibunale può, e intende, esercitare per la prevenzione del disagio giovanile e lo sviluppo e l’affermazione della cultura della legalità”. Con queste parole di saggezza il giudice Francesco Eboli, regista di tutto il processo, ha poi congedato i ragazzi e si è complimentato con le docenti che hanno saputo cogliere un’importante occasione per parlare di legalità.
Prof.ssa Filomena Berardi