Da sempre sono convinto delle enormi potenzialità umane, strutturali e territoriali della Piana di Sibari. Convinzione che ho avuto modo di mettere in atto concretamente attraverso tutta una serie di iniziative che hanno avuto il solo scopo di ascoltare le esigenze di questo territorio affinché dall’interno delle istituzioni, siano esse nazionali, regionali, provinciali o comunali si potessero mettere in moto circuiti virtuosi necessari a calamitare l’attenzione del resto d’Italia verso la Sibaritide.
Una scommessa vera e concreta portata avanti in questi anni dal Presidente Mario Oliverio e dal sottoscritto con l’Amministrazione provinciale è stata quella di sfruttare ogni opportunità che potesse mirare al rilancio e alla valorizzazione del Porto di Corigliano. Non scopro certo io le enormi potenzialità strutturali e strategiche che questa struttura riveste nell’ambito del Mediterraneo, eppure una politica regionale miope negli ultimi anni lo ha completamente ignorato, salvo tirarlo fuori in occasione della fase acuta dell’emergenza rifiuti del gennaio scorso, allorquando questa struttura veniva individuata dall’allora governatore Scopelliti come sede per lo stoccaggio dei rifiuti provenienti da tutta la Calabria che poi a bordo di navi avrebbero raggiunto l’Olanda. Davvero una ipotesi sconcertante e deleteria per questi territori. Invece di pensare a qualcosa di utile e produttivo per il porto, come hanno fatto a Taranto dove nello scorso mese di settembre l’Autorità portuale ha inaugurato nel porto della città pugliese la zona franca doganale non interclusa. Una notizia che venne accolta dagli imprenditori pugliesi in maniera alquanto positiva per tutta una serie di motivazioni che andrò a spiegare più avanti. Una notizia che mi ha amareggiato perché c’è chi in questa regione, e mi riferisco all’esecutivo che ha retto le sorti della Calabria fino a pochi giorni fa, non ha mai creduto, come accennavo in precedenza, in maniera seria e concreta ad avviare l’iter per fare in modo che una grande opportunità del genere fosse realizzata anche per il Porto di Corigliano. Il fine della zona franca doganale è quello di incentivare i traffici ed attirare nello scalo interessato altri operatori commerciali, attraverso la sospensione del dazio doganale. Ciò non può che portare il porto che ne gode ad avere più alti livelli di competitività. Infatti nell’area interessata fa da se, che si insedieranno nuove realtà produttive che stoccheranno e commercializzeranno le proprie merci. E’ possibile, mi chiedo, che i nostri ormai ex amministratori regionali, con Scopelliti in testa, non hanno mai capito tutto ciò? Eppure a più riprese governatore e assessori regionali sono venuti a far visita al nostro porto, conoscono molto bene le potenzialità inespresse di questa fantastica e monumentale struttura. Nonostante ciò il Porto di Corigliano appare sempre più snobbato dalla politica regionale. Ecco perché tra le questioni al centro del mio programma politico c’è il nostro porto, il quale deve essere rilanciato in campo commerciale, ma non a parole, ma con atti concreti, come ad esempio la istituzione della zona franca doganale, che permetterebbe ai tanti nostri imprenditori della Piana di Sibari, nonché della Calabria intera, di poter sfruttare le enormi potenzialità della struttura. Mi sto rendendo conto sempre di più che nella Sibaritide operano tanti imprenditori che hanno voglia di investire e di lavorare, e riesco solo ad immaginare quanti vantaggi, non solo costoro ma l’intero territorio, potrebbero avere dall’istituzione di dette agevolazioni nel porto di Corigliano. Sono convinto che iniziative concrete in questa direzione potrebbero essere prese se un politico esperto ed avveduto come Mario Oliverio, avrà la possibilità di guidare la Regione Calabria.
Luciano Manfrinato Candidato alle elezioni regionali per la lista “Calabria in rete” con Oliverio Presidente
Corigliano Calabro 10.11.2014{jcomments off}